Dituttounpop > SERIE TV > Anna, Niccolò Ammaniti presenta la sua serie per Sky in una conferenza stampa con al centro il legame con il Covid

Anna, Niccolò Ammaniti presenta la sua serie per Sky in una conferenza stampa con al centro il legame con il Covid

Anna la serie Sky di Niccolò Ammaniti dal 23 aprile con i 6 episodi subito disponibili anche in streaming su NOW

Sky e Niccolò Ammaniti presentano Anna la nuova serie tratta dal suo omonimo romanzo e che arriva con tutti gli episodi (6 in tutto, qui la trama e il cast nel dettaglio) il 23 aprile in streaming su NOW. Prodotta da Wildside insieme a Sky la serie è ambientata in un mondo distopico in cui per un virus chiamato “La Rossa” tutti gli adulti muoiono lasciando la terra in mano ai bambini che vivono portandosi dietro una data di scadenza: quando iniziano a diventare adulti la rossa li colpirà.

Durante la conferenza stampa di presentazione della serie inevitabilmente è stato toccato il tema del rapporto con il presente e con la pandemia in atto che, pur avendo fortunatamente un impatto meno catastrofico, ha fin troppo punti in comune soprattutto nei flashback in cui ne viene spiegata la diffusione. Naturalmente Anna è stata scritta prima della pandemia e la lavorazione della serie è iniziata da tantissimo tempo come ha spiegato Ammaniti: “la gestazione è stata molto lunga, la sceneggiatura è stata abbozzata prima de Il Miracolo, poi è stata ripresa poi siamo partiti in un giro per la Sicilia in cerca dei luoghi  dove ambintare tutto perchè non era facile immaginare prima questi luoghi abbandonati dagli uomini e riconquistati dalla natura. E poi c’è stato il lunghissimo periodo del casting per la ricerca dei ragazzi. E’ stata una serie fisicamente faticosa. Abbiamo girato gran parte in Sicilia e un po’ tra Lazio e Toscana. E poi mentre giravamo eravamo a Palermo ed è scoppiato il Covid, da un giorno all’altro abbiamo chiuso. Tutti chiusi in casa ogni tanto ci incontravamo virtualmente.”

Nicola Maccanico, Executive Vice President Programming Sky Italia, pur sottolineando come il legame con l’attualità ha donato ulteriore universalità alla serie, ha voluto evidenziare come “il fatto che la realtà non sia il motore che ha fatto partire la serie non abbiamo minimamente pensato di rilasciarla più avanti. Inutile nascondere che ci siano assonanze ma che non devono nè attrarre di più nè allontanare il pubblico perchè è una storia di fantasia“.

Anna è indubbiamente figlia di Niccolò Ammaniti che ha raccontato come “una volta chiuso il romanzo ho continuato a lungo a pensare ad Anna, alla sua storia, ma anche alle tante altre storie possibili che potevano essere raccontate” così con Marco Gianani di Wildside che aveva acquistato i diritti ho proprio espresso il desiderio di sviluppare questi personaggi creando una serie “che si stacca dal romanzo “ne è fedele nell’essenza ma non nella storia“.

Ammaniti è anche regista della serie proprio per questo desiderio di restare legato alla storia “sento il bisogno di dare una rappresentazione visiva alle idee che ho in testa“. E la sua capacità di creare personaggi, storie, situazioni è stato quello che ha permesso alla serie di rompere gli schemi imposti dagli algoritmi è “l’ironia, la compassione che guida la scrittura non il colpo di scena” ha spiegato la sceneggiatrice Francesca Manieri.

Per tutti i ragazzi per lo più alla prima esperienza sul set è stata un’esperienza unica ma faticosa tra trucco e l’azione presente nella serie ma Giulia Dragotto (Anna), Alessandro Pecorella (Astor), Giovanni Mavilla (Pietro), Clara Tramontano hanno tutti parlato di quanto Anna abbia lasciato loro quanto abbiano imparato.

L’infanzia, l’adolescenza, il rapporto tra giovani e adulti è un punto centrale della letteratura di Ammaniti, un elemento che ha sempre suscitato un forte interesse. Per questo gli era nata la voglia di capire come sarebbe stato un mondo senza adulti. Ma per immaginarlo non poteva passare per una catastrofe naturale perchè avrebbe ucciso senza distinzione d’età ma c’era bisogno di qualcosa di diverso, di un virus che tutti abbiamo nel nostro DNA ed emerge solo con l’età adulta. Una metafora del coming of age classico in cui crescere è un po’ morire, perdere qualcosa di sè come hanno spiegato Ammaniti e Manieri.

Il tema di fondo della serie, è stato sottolineato da tutti anche per uscire dall’angolo dell’angosciosa pandemia che stiamo vivendo e che può scoraggiarne la visione, è la speranza, che emerge però solo da una visione complessiva dei 6 episodi che anche per questo saranno caricati tutti subito.

La storia al momento si conclude con questi sei episodi non ci sono già dei piani per una seconda stagione perchè “per immaginare seconde stagioni c’è bisogno di un’idea forte, noi cerchiamo sempre nuove storie se poi è una seconda puntata di un percorso di Anna o un’altra, ce lo dirà Niccolò e la sua voglia di raccontare, che non abbiamo intenzione di mollare” ha spiegato Nicola Maccanico.