Recensione American Crime 2×01: seconda stagione per la saga antologica di John Ridley
Debutta mercoledƬ 6 gennaio negli USA la seconda stagione di American Crime, serie antologica di ABC creata da John Ridley, regista di 12 anni schiavo, attualmente sotto contratto con gli ABC Studios. E una serie tv di chiara ispirazione cable, non poteva non avere un rilascio anticipato su internet per un pilot che arriva come un pugno nello stomaco a catapultarci nella nuova storia di questa stagione.
Nonostante gli ascolti non proprio esaltanti, il primo capitolo di American Crime ĆØ stato molto amato dalla critica con 10 nomination ottenute agli Emmy e la vittoria di Regina King nel ruolo di non protagonista. Rispetto alla prima stagione tornano la stessa King, ma anche Felicity Huffman e Timothy Hutton, Richard Cabral e Lily Taylor.
L’intento di American Crime ĆØ quello di raccontare uno spaccato della societĆ americana molto diverso rispetto a quello che la tv generalista conosce, spaccato tra la serenitĆ delle comedy o la violenza rinchiusa nei procedurali. E proprio in una serata all’insegna della leggerezza come quella del mercoledƬ, dopo le comedy, ABC decide di collocare questo seconda stagione, provocando un repentino cambio di scenario per il pubblico USA. Sesso, razza, differenze sociali e culturali sono i temi portanti di American Crime. In questa seconda stagione al centro delle vicende ci sarĆ una violenza sessuale e una scuola privata: un ragazzo, omossessuale non dichiarato, che frequenta la scuola con un programma di sovvenzioni per i più poveri, accusa un gruppo di compagni, ricchi e membri della squadra di basket, colonna e immagine della scuola, di averlo violentato.
La prima puntata serve per presentare i personaggi e il contesto in cui ci troviamo: una scuola privata di Indianapolis, un sistema scolastico basato sul censo più che sul merito, sulla ricerca del successo a tutti i costi, e costi quel che costi. Felicity Huffman incarna una preside senza scrupoli che dietro una facciata pubblica amabile e gentile, nasconde il cinismo di chi vuole preservare la propria carriera e il proprio ruolo, impedendo l’emersione di uno scandalo che potrebbe sconvolgere le fondamenta dell’istituzione. Una societĆ plasmata sulla competitivitĆ , in cui iĀ genitori riversano le proprie aspettative sui figli il cui unico obiettivo deve essere superare l’altro, “eliminare” il proprio compagno per poter emergere. Un sistema educativo che premia il più ricco, in cui chi non ha le possibilitĆ economiche, sente di non avere alcuna potenzialitĆ .
Per il secondo anno la ABC, che ricordo essere di proprietĆ della Disney, porta alla vasta platea del pubblico generalista, una finestra su un mondo che spesso fanno finta di non considerare, tirando un pugno in faccia alle certezze di una societĆ che spesso dimentica gli ultimi, gli “outsiders” o li tratta con condiscendenza e pietismo. Ma non solo perchĆØ il canale più “per famiglie” della tv americana, continua l’opera di educazione, tornando a parlare di omossessualitĆ , di violenza e portando all’attenzione del pubblico un tema come lo stupro maschile che ĆØ molto raro venga affrontato. Bullismo, omossessualitĆ , differenze sociali, istruzione: sicuramente tutti questi temi saranno affrontati e analizzati nel corso delle restanti nove puntate da John Ridley.
America Crime (la cui prima stagione ĆØ arrivata in Italia grazie a Tim Vision), debutta su ABC il 6 gennaio alle 10 pm e speriamo che non siano solo i critici ad accorgersene.