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Recensione di Euphoria: Trouble Don’t Last Always, l’episodio speciale su Sky e Now Tv

Recensione di Euphoria: Trouble Don’t Last Always primo di due episodi speciali, su Sky Atlantic e Now Tv in contemporanea USA con HBO

Arriva in contemporanea con la messa in onda americana, questa notte alle 3.00 su Sky
Atlantic e in streaming su NOW TV, il primo dei due episodi speciali di Euphoria che
faranno da ponte tra la prima e la seconda stagione. Per i meno nottambuli sarà possibile vedere la puntata alle 23.00 del 7 dicembre o a seguire on demand.

Su Sky e in streaming su NOW TV è già disponibile anche l’intera prima stagione del cult HBO, acclamato ritratto a luci al neon della Generazione Z che è valso alla protagonista Zendaya un Emmy Award come migliore attrice protagonista.

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Il Natale alternativo in un quadro di Hopper insieme a Rue

Zendaya interpreta Rue, una giovane adolescente con problemi di droga: Rue è una
sedicenne con gravi problemi psicologici e disturbi comportamentali che ricorre alle droghe
per trovare un silenzio che non sia vero silenzio quanto piuttosto una quiete interiore, in un
mondo che fa sempre più rumore. La droga è un granello di sabbia in un mare di disagio
per Rue e per il mondo che le gravita intorno. Un disagio che riesce a superare grazie alla
sua amicizia con Jules (Hunter Schafer), un’amicizia che nel corso della prima stagione si
trasformerà, come sappiamo, in qualcosa di più.

Il primo episodio speciale è dedicato proprio a Rue, che dopo essere stata lasciata da
Jules alla stazione ferroviaria e aver avuto una pesante ricaduta, trascorre un giorno di
Natale particolare.  L’avevamo salutata tra le immagini oniriche e psichedeliche del finale di stagione e anche in Trouble Don’t Last Always torna la vena onirica.

New York: Rue e Jules vivono insieme come una coppia felice nella Grande Mela: una sequenza introduttiva quasi perfetta, che lascia ben sperare i fan ma che tuttavia si
rivelerà essere soltanto un sogno.

Stacco.

Una tavola calda, Rue e il suo sponsor Ali, un immenso Colman Domingo (Fear the
Walking Dead, The Knick) la sera della Vigilia di Natale, cinquanta minuti (esclusi i primi 6
introduttivi) di dialogo intenso, profondo e raffinato: questo è Trouble Don’t Last Forever.
Rue e Ali dominano la scena e guardando l’episodio lo spettatore non ha bisogno di altro se non delle loro parole.

Zendaya è magnetica, vera, convincente: la sofferenza del suo personaggio traspare dalle sue parole, dai suoi occhi, dai respiri spezzati che emette prima di rispondere alle
domande di Ali. Colman Domingo fa da contraltare alla ragazza, cerca di darle risposte, tenta di risvegliarla dal torpore in cui sta cadendo di nuovo con domande e provocazioni.

La droga è forse l’unico motivo per cui non mi sono ancora uccisa” sussurra Rue.
La tua unica speranza è la rivoluzione, dentro e fuori”, le risponde Ali poco dopo.
E in quei cinquanta minuti, la storia di Rue e Ali si intreccia con un pezzo di storia
dell’America di oggi: l’Islam, le multinazionali, il Black Lives Matter.

Un dialogo ma anche un confronto, struggente e commovente tra due sopravvissuti, due anime alla deriva che cercano di ritrovare una qualsiasi strada da percorrere. Ali vede la speranza laddove Rue scorge solo buio pesto.

La fotografia dell’episodio è cupa e vivida, intorno è tutto blu ma Zendaya risplende e gli
occhi di Rue attirano la telecamera in un susseguirsi di primi piani. La tavola calda ricorda un quadro di Hopper, l’atmosfera natalizia rende tutto ancor più onirico.

Non sappiamo cosa ci aspetterà nella seconda stagione, ma sappiamo che l’incontro con
Ali per Rue potrebbe significare davvero un cambiamento dopo tanto tempo. In fondo forse è proprio come dice l’anziana cameriera della tavola calda, ex alcolista, quando guarda la giovane donna che ha di fronte e le dice, senza lasciare spazio a repliche: “I guai non durano per sempre. Se vuoi cambiare, dipende da te”.