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La recensione della terza stagione di The Boys

I nostri commenti alla terza stagione di The Boys, dal 3 giugno su Prime Video – La Recensione

É periodo di ritorni, e se per Netflix il ritorno di Stranger Things dopo 3 anni era un evento importante, sicuramente lo sarà anche quello di The Boys per Prime video, che torna sui nostri schermi quasi a due anni dal rilascio della seconda stagione. Il metodo rilascio sarà uguale a quello dell’annata precedente: il 3 giugno 2022 saranno disponibili i primi tre episodi, poi uno a settimana fino all’8 luglio.

Il mondo di The Boys è stato portato in tv da Eric Kripke che ha adattato i fumetti di Farth Ennis e Darick Robertson. La serie è prodotta da Sony Pictures Tv e Amazon Studios, e anche la terza stagione è composta da 8 episodi. Tutte le informazioni tecniche, le novità e il trailer della terza stagione di The Boys li trovate nella nostra scheda. A seguire i nostri commenti senza spoiler dopo aver visto i primi sei episodi.

Un rito di passaggio che si ripete ogni anno e destinato a lasciare sempre meno

The Boys ritorna come un vecchio amico che si è trasferito fuori città e torna a casa per qualche giorno di vacanza. Si riallaccia il rapporto, che riparte da dove s’era interrotto e proprio allo stesso modo, si rivivono le esperienze del passato, se ne aggiungono di nuove, ci sono novità da raccontare, nuove persone da presentare, fino a quando poi non ritorna da dove è venuto, e noi alla nostra vita. The Boys è proprio così, l’amicizia instaurata durante la prima stagione è forte della straordinaria ventata di novità nell’approccio utilizzato per raccontare una storia di supereroi: il cinismo, l’assurdo, la follia, l’opposto dell’eroe patriottico che sacrifica la sua vita per il bene comune.

Nella seconda stagione c’è ancora il ricordo di quell’esperienza travolgente a cui si aggiungono nuove storie da raccontare, senza mai perdere le sue caratteristiche, forse un po’ meno travolgente. Nella terza stagione di The Boys, per quanto mi riguarda, si avvia la fase della normalità, c’è sempre qualche differenza ma le dinamiche sono sempre le stesse: il gruppo odia Homelander e cerca in tutto i modi di liberarsene, Homelander odia il gruppo e tutti, e sventa ogni tipo di piano messo in atto dall’avversario. C’è sempre qualcuno che deve vendicarsi per qualcosa, per giustificare la propria esistenza, le proprie azioni.

Le storie laterali diventano superflue, dei contorni che fanno da riempitivo a un percorso molto lento per arrivare a un evento prestabilito, a quel turning point che probabilmente ha caratterizzato anche il fumetto da cui deriva, e che rappresenterà nuovamente uno spartiacque da cui ripartire nella stagione successiva. Probabilmente è proprio un limite degli adattamenti con storie già prestabilite, il problema è che in cosi poco tempo diventa un rito di passaggio che si ripete ogni anno, destinato a lasciare sempre meno. Voto 7- Davide Allegra

Siamo i The Boys, prendere o lasciare

Arrivato alla terza stagione The Boys ha ormai una sua struttura consolidata. Pur lasciando sempre l’impressione di trovarsi davanti a un continuo ripetersi di incipit, i primi 6 episodi della terza stagione di The Boys conferma tutte le qualità della serie. Indubbiamente siamo davanti a uno di quei casi in cui dopo l’effetto sorpresa iniziale, dopo lo stupore per il modo scorretto di raccontare i supereroi, la serie ha perso gran parte del suo fascino. Come un impiegato al suo terzo anno di lavoro, è entrato nella routine di servizio.

La nuova stagione inizia con la rottura di una nuova normalità che ricrea l’equilibrio precedente. Una formula abbastanza consueta per la serialità generalista da cui proviene il creatore della serie Eric Kripke. Così come la suddivisione in gruppi, con diverse storyline che viaggiano in parallelo è una scelta abbastanza frequente nel mondo della serialità. L’arrivo di Soldier Boy aggiunge forse meno rispetto a quello che ci si poteva aspettare e, senza fare spoiler, anche il tanto atteso episodio Herogasm è obiettivamente meno travolgente rispetto a quello che ci avevano fatto intendere attori e produttori in fase di sviluppo. Sembrava una scena impossibile da fare, eppure per una serie come The Boys sembra quasi edulcorata. Una premessa è d’obbligo, personalmente sono ben poche le cose che mi impressionano o stupiscono, quindi forse per alcuni sarà una scena sconvolgente.

The Boys è questo, prendere o lasciare. O ti intrattiene con il suo gusto scorretto diventato ormai la norma, o ti annoia per l’eccesso di esagerazioni continue che possono risultare superflue per la storia in generale. La trama in effetti progredisce poco tra un sorriso finto di Homelander e un ghigno di Butcher. Howie è sempre il solito adorabile imbranato, che sogna di essere un eroe. La storyline che coinvolge Kimiko e Frenchie oscilla tra il disinteresse e la curiosità, ma è funzionale alla riflessione complessiva sul ruolo dei poteri nella vita di una persona. Un consiglio spassionato ai produttori e ad Amazon: sbrigatevi a far uscire lo spinoff e a dare una conclusione a The boys prima che il continuo ripetersi dell’uguale faccia scemare l’interesse verso la serie. Voto 7.5 Riccardo Cristilli

É da vedere se…

…se avete visto le precedenti stagioni, se non vi ha annoiato perchè smettere? In generale la serie è adatta a chi ha apprezzato lo stile scorretto di Preacher, American Gods ma anche The Umbrella Academy o Legion. Per il resto vi consigliamo di scaricare l’app gratuita di TV Tips e di usare la funzione “Match” con la quale potete scoprire la prossima serie da guardare, con consigli legati ai vostri interessi.

La recensione della terza stagione di The Boys dal 3 giugno 2022 su Prime Video in Italia. La recensione della terza stagione di The Boys