A Big Bold Beautiful Journey – Un viaggio straordinario è il film al cinema dal 2 ottobre in Italia, a qualche settimana di distanza dagli USA dove è stato massacrato dalla critica e praticamente ignorato dal pubblico. Una reazione probabilmente eccessiva per questa commedia romantica sognante e sognatrice che sembra quasi essere un musical senza esserlo (purtroppo).
Un viaggio straordinario – A Big Bold Beautiful Journey
Il titolo originale e quello italiano sono sufficienti per descrivere questo film, un viaggio Big Bold Beautiful che diventa straordinario, eccezionale e trasforma la vita dei due protagonisti. In un giorno di pioggia David deve andare a un matrimonio ma alla sua auto vengono messe le ganasce e scorge il cartello di un concessionario di auto a noleggio. A quel punto parte questo viaggio straordinario che inizia con una porta difficile da aprire e prosegue con un navigatore che prende vita e prosegue con l’incontro con Sarah, single anche lei, allo stesso matrimonio. Sarah e David hanno l’opportunità di rivivere momenti importanti dei loro rispettivi passati, guidati dal navigatore, facendo luce su come sono arrivati al presente… e, forse, ottenendo una chance di cambiare il proprio futuro.
Cosa funziona….
Sicuramente funziona Margot Robbie che sa essere contemporaneamente ingenua e provocante, respingente e accogliente, spesso anche con uno stesso sguardo, un’attrice di quelle che danno significato al proprio lavoro. Ma funziona anche tutta l’atmosfera in cui Kogonada immerge la storia scritta da Seth Reiss, attore e sceneggiatore che ha lavorato a The Menu.
Il Big Bold Journey è quello nel passato dei protagonisti ma anche nel loro presente, nella vita che stanno vivendo in quel momento, riflesso delle scelte del passato. Tutti noi siamo la somma dei nostri molteplici incontri, delle scelte compiute, degli incontri fatti, dei momenti mancati, finché non facciamo davvero i conti con quello che siamo è impossibile poter star bene con un’altra persona. E un po’ è questo il senso di tutto il film, percorso da momenti diversi alcuni più leggeri, altri più drammatici, ma con una traiettoria ben definita. A funzionare è anche Phoebe Waller-Bridge voce del GPS e addetta del noleggio auto insieme a Kevin Kline.
e cosa funziona meno in A Big Bold Beautiful Journey
Non tutto si incastra alla perfezione, però, in A Big Bold Beautiful Journey e le critiche americane, a tratti forse un po’ troppo feroci, sono comprensibili. Il film infatti fatica ad avere un tono coerente in grado di mantenere le fila di tutto il racconto, la sceneggiatura arranca rispetto a uno stile visivo più marcato e capace di distinguersi. Alcuni scene funzionano, come il divertente numero musicale, altre rallentano il ritmo e sembrano sviare il racconto verso un tono diverso, più drammatico e romantico.
Colin Farrell non funziona, non tanto per la sua recitazione, che funziona sempre, quanto per la differenza d’età con Margot Robbie che lo rende probabilmente inadatto a questo film. Non perché la differenza d’età in amore sia un problema, quanto perché l’aria troppo vissuta, sbattuta, tormentata dal mondo e dalla vita, stride con quella della sua co-protagonista. Perché non prendere un’attrice cinquantenne che potesse condividere parti di vita e ricordi con il suo co-protagonista? Basta pensare che se fosse stato l’inverso (donna matura, uomo più giovane) sarebbe stato il fulcro di tutto il film.
In conclusione
In conclusione A Big Bold Beautiful Journey non è un film brutto, in giro c’è molto di peggio, è un film per chi ha voglia di sognare con una sorta di favola dell’amore e sull’amore, per chi coltiva ancora la speranza e per chi non ha paura di pensare al proprio passato. Ma è anche un film che resta un po’ troppo in superficie e a volte sembra girare a vuoto, beandosi più della sua bellezza estetica che coltivando l’essenza narrativa. E quelle porte che si aprono sono troppi capitoli di un romanzo che forse non si ha voglia di sfogliare fino alla fine.
Summary
A Big Bold Beautiful Journey è un film straordinario più da un punto di vista visivo che narrativo, che vuole ricordarci come tutti siamo la somma dei nostri passati e solo facendo i conti con sé stessi è possibile aprirsi agli altri.
Voto:
6.5/10