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A good person, gli attori bravi non bastano – La recensione del film con Florence Pugh

Si dice spesso che sono i registi a fare gli attori, e che lo stesso attore riesce a dare il meglio e il peggio nel giro di due film, a seconda di chi lo dirige. Ma il contrario sarà vero? Può un’interpretazione magistrale salvare un film mediocre? Vi lasciamo con questo quesito. Arriva su Sky A good person, film targato Sky Original scritto e diretto dal candidato al Golden Globe Zach Braff, che in Italia sarà trasmesso in esclusiva dal 30 maggio 2023 alle 21.15 su Sky Cinema Uno, e dalla stessa data sarà disponibile in streaming solo su NOW e on demand. La fotografia è curata dal premio Oscar Mauro Fiore. Il film è prodotto da Killer Films, Elevation Films, Zach Braff e Florence Pugh. La colonna sonora è di Bryce Dessner, dei National. Tutto promette benissimo, no?

A good person, la trama

Allison e Nathan sono la coppia perfetta. Sono belli, sono giovani, sono innamorati e stanno per sposarsi. I preparativi impazzano. Un giorno Allison è in macchina con la sorella di Nathan e il marito di lei. Stanno andando a fare qualche prova per l’abito da sposa. Allison si distrae al telefono, hanno un incidente. I due passeggeri muoiono, lei sopravvive ma rimane ferita gravemente.

Piccolo salto nel futuro. Allison è tornata a vivere da sua madre, ha lasciato il fidanzato ed è molto sola. Ha sviluppato una forte dipendenza dalle pillole di ossicodone ed è intenzionata a buttare la sua vita, o quasi. Dopo un episodio particolarmente spiacevole, decide di cercare di disintossicarsi, iniziando dalle riunioni degli Alcolisti Anonimi. Qui incontra Daniel, padre di Nathan, che decide di perdonarla, avendo anche lui un passato di problemi con le dipendenze. Non sarà così semplice, però.

A good person la recensione: una bella riflessione sull’umanità e sulla responsabilità

Le basi ci sono. Le interpretazioni pure, Florence Pugh in testa. A good person è una riflessione sincera e ben scritta sulle infinite sfumature della vita, degli esseri umani e dei concetti di bene e di male. Può una persona che a causa di una dipendenza ha picchiato talmente forte da rendere permanentemente sordo da un orecchio il proprio figlio figlio dire, credendoci davvero: “Io sono una brava persona”? Secondo Zach Braff la risposta è sì. Perché sono passati anni, perché le dipendenze sono malattie, perché la cosa che conta di più è la volontà fortissima di prendersi le proprie responsabilità e con queste in mano di lavorare cambiare se stessi e le cose, di prendere il proprio dolore e di trasformarlo.

Malgrado tutto, però, c’è in A good person qualcosa che lo rende non perfetto, che rovina l’immagine d’insieme, che non gli fa esprimere appieno il suo potenziale. É la regia, forse la fotografia, forse un mix delle due cose. La pellicola non riesce a non sembrare un film indie del 2010. Adesso però siamo nel 2023, e l’effetto è purtroppo polveroso e obsoleto. Un peccato.

Il cast

La meravigliosa e ridicolmente promettente Florence Pugh è Allison, protagonista assoluta di questo film (pare che l’ex fidanzato Zach Braff l’abbia scritto pensando a lei già in questo ruolo). Morgan Freeman è Daniel, padre di Nathan e perciò quasi suocero di Allison. I due scopriranno di avere in comune molto più di quanto si aspettassero. Celeste O’Connor è Ryan, nipote di Daniel che Allison ha reso orfana. Nel cast anche Molly Shannon (Diane), Chinaza Uche (Nathan) e Zoe Lister-Jones (Simone).

La recensione

Malgrado tutto, però, c’è in A good person qualcosa che lo rende non perfetto, che rovina l’immagine d’insieme, che non gli fa esprimere appieno il suo potenziale. É la regia, forse la fotografia, forse un mix delle due cose. La pellicola non riesce a non sembrare un film indie del 2010. Adesso però siamo nel 2023, e l’effetto è purtroppo polveroso e obsoleto. Un peccato.

Voto:

6.5/10
6.5/10