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After the Hunt: Una benvenuta complicazione – La recensione

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Luca Guadagnino sembra aver capito qualcosa del panorama cinematografico contemporaneo che gli altri non sanno: in pochi negli ultimi anni sono riusciti a produrre una simile sfilza di film originali mid-budget. After the Hunt segna il ritorno del regista palermitano dopo Challengers e Queer dell’anno scorso, e ci promette di spostare l’arena dal campo da tennis ai corridoi universitari. Ma è forte abbastanza da proseguire la sua serie fortunata o siamo a rischio di Guadagnino fatigue? Scopriamolo al cinema dal 18 ottobre.

After the Hunt: la fiera delle serpi

Alma Imhoff è una docente nel dipartimento di filosofia di Yale che sta occhieggiando una cattedra da ordinaria. La sua vita è frenetica e al tempo stesso rarefatta, un vortice di articoli da scrivere, tesi da correggere, calici di vino e discussioni intellettuali che spesso sembrano più esercizi di stile che vere esplorazioni della realtà. Tutto questo finché Maggie, promettente dottoranda ospite ad una cena a casa di Alma e del marito, non trova un misterioso ritaglio di giornale nascosto. Il giorno dopo, Maggie accusa Hank, collega, rivale e migliore amico di Alma, di averla aggredita di ritorno dalla festa. Di punto in bianco Alma si trova tirata in tutte le direzioni: dal desiderio di credere a Maggie ma anche dalla fiducia che ha in Hank, dal senso di giustizia e dalle considerazioni strategiche.

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Moralmente questionabile

After the Hunt è un film di Guadagnino, ma è anche e soprattutto la prima sceneggiatura prodotta di Nora Garrett. Perché qui si parla di un film che è prima di tutto un’opera di sceneggiatura, una macchina intricata che si basa su un assunto semplice: tutti quanti sono esseri come minimo moralmente complessi, divisi fra istinti basali e le necessità del vivere nel mondo sociale. È il mondo degli adulti, e nessuno (tranne un singolo personaggio che però non vi spoilero) è senza secondi fini.

After the hunt

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After the Hunt: un Guadagnino più maturo

E, a mio avviso, questi chiaroscuri sono proprio quello che riesce a dare al cinema di Guadagnino una marcia in più. Perché non c’è dubbio che il regista palermitano sia un fine stilista dalla mano intensa ma versatile, molto capace nello scegliersi i collaboratori per servire al meglio il progetto su cui sta lavorando. Fino ad un paio d’anni fa, però, il suo cinema esibiva sempre un certo…piattume. È invece proprio lavorando a progetti dal cuore più aggrovigliato che la sua opera diventa sfaccettata, assume volume e brilla.

Il cast

Julia Roberts è Alma Imhoff, brillante e ambiziosa docente di filosofia a Yale. Andrew Garfield è Hank Gibson, collega, rivale e amico di Alma che si è conquistato un posto nell’accademia nonostante le sue umili origini. Ayo Edebiri è Maggie, dottoranda di Alma che accusa Hank di molestie, proveniente da una famiglia molto facoltosa. Infine, Michael Stuhlbarg è Frederik, marito di Alma, psichiatra e cuoco provetto, mentre Chloë Sevigny interpreta Kim, counselor degli studenti e amica di Alma.

La recensione

After the Hunt è un film interessante, fatto di chiaroscuri, ottimo esordio alla sceneggiatura per Nora Garrett — di cui aspettiamo sicuramente di vedere i prossimi lavori. Guadagnino si conferma capace di mantenere una personalità artistica ma mettendosi al servizio del progetto.

Voto:

8/10
8/10
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