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All of You, la recensione del film su Apple TV+: 12 anni d’amore in un’ora e mezza

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Laura e Simon sono migliori amici dal liceo, una coppia inossidabile che ha trovato un equilibrio tra gioie e dolori della vita, parte da qui All of You il film su Apple TV+. In una Londra di un futuro prossimo, non troppo lontano da quello che viviamo oggi, Laura si affida all’intelligenza artificiale per scoprire chi sia la sua anima gemella, evitando così di perdersi in storie sbagliate.

Simon, invece, non crede al potere delle macchine. Ha fiducia — a modo suo — nell’umanità, perciò sceglie di non sottoporsi all’esperimento. Mentre Laura si sposa e dà alla luce una bambina, Simon salta da una relazione all’altra, rifugiandosi nel lavoro. Gli anni passano, il loro legame cambia e — non è spoiler, è nel trailer — i due iniziano una relazione che, seppur nei primi mesi romantica e clandestina, si trasforma presto in fonte di sofferenza.

Per il futuro che non avranno mai il coraggio di vivere insieme.
Per le troppe bugie.
Per una dipendenza emotiva che, nonostante i momenti di felicità, finisce per consumarli fino alla scelta finale.

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All of you, la recensione

“Per me sei come l’er0ina, non ne posso fare a meno.”
Questa frase racchiude l’essenza di un film che guarda al futuro distopico senza la cupezza di Black Mirror, ma con una scrittura matura e calibrata, capace di alternare ironia e dramma.

La storia di Laura e Simon attraversa 12 anni in poco più di un’ora e mezza: un racconto frammentato ma fluido, che procede per episodi, a volte troppo frettolosi, altre volte perfetti, sorretti da dialoghi e non detti profondamente realistici. A rendere tutto più magnetico contribuiscono una fotografia quasi irreale, paesaggi onirici e situazioni dolorosamente vere.

All of you

Oltre lo schermo

All of You segna l’esordio alla regia cinematografica di William Bridges, già attivo in ambito televisivo (Stranger ThingsSoulmatesBlack Mirror). Come sceneggiatore ha lavorato accanto a Brett Goldstein — qui protagonista nel ruolo di Simon — in due gioielli seriali come Ted Lasso e Shrinking. Al suo fianco, una bravissima Imogen Poots (Laura).

Il film porta con sé reminiscenze esplicite di altre opere, da Fingernails all’episodio Hang the DJ di Black Mirror, fino a One DayNormal People e la recente Dieci Capodanni.

La scrittura riflette sui pro e i contro della tecnologia, sul libero arbitrio, sulla fragilità dell’essere umano e sulle inevitabili falle delle macchine — un po’ come Her di Spike Jonze.
Le interpretazioni di Goldstein e Poots sono impeccabili, e nonostante un certo senso di déjà-vu, All of You riesce a scavare a fondo nell’emotività dei suoi protagonisti, raccontando una delle verità più semplici e universali: il tempo che passa, la vita che scorre.

Summary

Un racconto frammentato ma fluido, che procede per episodi, a volte troppo frettolosi, altre volte perfetti, sorretti da dialoghi e non detti profondamente realistici.

Voto:

7/10
7/10
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