Amadeus è una miniserie in cinque puntate che dal 23 dicembre arricchisce la programmazione e il catalogo di Sky e NOW. Uno Sky Originals che rientra perfettamente in un parco produttivo fatto di titoli di qualità, d’autore che vanno oltre la ricerca del consenso facile portando un intrattenimento coerente rispetto alla scelta di un servizio a pagamento. L’impegno produttivo di chi realizza un prodotto originale dovrebbe quindi essere coerente alla decisione di chi investe su quella piattaforma. Realizzare prodotti di questo tipo comporta un impegno anche economico elevato da cui deriva la scelta di realizzare spesso delle miniserie. E questo è un po’ il rovescio negativo della medaglia, perché le miniserie sono delle fiammate improvvise di gusto e interesse che restano però estemporanee e spesso, nel flusso continuo tra scroll digitali e visivi, vengono dimenticate in fretta.

Amadeus, una storia che appassiona
Ispirata all’opera teatrale di Peter Shaffer, la miniserie è realizzata da Joe Barton che la infonde di quello spirito sfacciato e diretto tipicamente inglese. Amadeus non indugia sul sentimento, sulle emozioni in modo didascalico ma li trasforma in vivacità e dinamismo, giocando sulle battute, sugli sguardi, sul cinismo. Amadeus è la storia di un geniale outsider che sfida le convenzioni grazie alla forza della sua musica ma viene contrastato dai potenti dell’epoca. Anche per questo è una storia universale, che potrebbe essere adattata a qualsiasi contesto e situazione, ma che assume ancor più forza nel passato.
Pur volendo raccontare la gelosia di Antonio Salieri nei confronti di Mozart, i sotterfugi messi in atto per rovinargli la vita e la carriera, assecondando la teoria che possa esser stato in qualche modo responsabile della sua morte, la miniserie di Joe Barton finisce per essere un elogio del libero genio, della creatività, della passione come motore della vita e dell’esistenza. L’unicità creativa che non può essere soffocata dalle convenzioni, che va oltre i comandi, i limiti, le reti che vengono imposte.
In un’epoca in cui la religione era cruciale, Mozart è visto come l’eletto da Salieri che invidia quella che pensa una sua capacità di poter ricevere da Dio il dono dell’arte senza avere una vita casta, pura, ligia ai dettami religiosi. Il genio del giovane compositore, morto a 35 anni, diventa per Salieri il modo per sbloccare anche la sua creatività, uscendo dal torpore che la vita e la posizione sociale gli aveva procurato.

Gli attori
Paul Bettany riesce a essere un Salieri ambiguo, rigido, ma al tempo stesso appassionato, capace di sciogliersi davanti alle musiche del suo rivale. Ottima anche Gabrielle Creevey nei panni di Costanza, moglie di Mozart, ma anche il sempre impeccabile Rory Kinnear nei panni dell’imperatore. Il più debole è il Mozart di Will Sharpe, non aiutato da una mimica facciale poco incisiva e da uno sguardo spento oltre il necessario, incapace di accendersi anche nei momenti di ispirazione, compensando questi limiti con il movimento corporeo.
A chi è consigliata Amadeus?
Sicuramente è adatta a chi ama le serie storiche, ambientate nel passato, legate alla realtà, a chi è appassionato di arte e cultura.
Chi dovrebbe evitarla?
Al contrario dovrebbe evitarla chi cerca prodotti dal consumo rapido (nonostante sia una miniserie), immediati, facili da fruire e da comprendere, che non richiedono una soglia d’attenzione alta.
Summary
Amadeus va oltre la rivalità tra Mozart e Salieri e si trasforma in un elogio del libero genio, della creatività, della passione come motore della vita e dell’esistenza
Voto:
7.5/10