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AMC cancella 61st Street e Invitation to a Bonfire durante le riprese, a Hollywood si continuano a tagliare i costi

I tempi delle spese pazze della tv e dello streaming sono definitivamente finiti. Ora siamo entrati nel periodo del ridimensionamento. Il canale cable AMC ha deciso di cancellare la seconda stagione di 61st Street e di bloccare la serie tv Invitation to a Bonfire di cui erano in corso le riprese. Oggi conviene fermare set già allestiti e finanziati piuttosto che spendere risorse per promuovere una serie che nel migliore dei casi finirebbe per interessare una quota di pubblico ristretta e i critici.

Cancellate 61st Street e Invitation to a Bonfire

La seconda stagione di 61st Street era già stata completamente girata. La serie era stata ordinata nel 2019 direttamente a serie con un ordine per due stagioni. Creata da Peter Moffat, prodotta da Michael B. Jordan, la serie ha come protagonista Courtney B. Vance, al centro la storia di una ragazzo nero promettente atleta la cui vita e carriera viene rovinata quando finisce nei meandri del sistema giudiziario.

La produzione di Invitation to a Bonfire era già avviata. Ordinata a Febbraio 2022 il thriller psicologico era l’adattamento del romanzo di Adrienne Celt ambientato negli anni ’30 in un collegio femminile den New Jersey. Al centro la storia di Zoya, immigrata russa, che finisce in un triangolo tra un romanziere e sua moglie. Visto che sono già state girate 4 puntate su sei, con Tatiana Maslany tra i protagonisti, la showrunner Rachel Caris Love spera di poter trovare una nuova casa alla serie. Caris Love ha anche raccontato di aver appreso la notizia del taglio da parte di AMC poco prima di Natale e che subito si è messa a lavoro per trovare un’alternativa.

I risparmi

La decisione di AMC di cancellare 61st Street e Invitation to a Bonfire, arriva dopo che era già stato annunciato il blocco della seconda stagione di Moonhaven e arriva per la necessità di risparmiare. Secondo quanto riportano sia Variety che deadline, AMC Network deve ridurre i costi di 475 milioni di cui 400 milioni per lo sviluppo dei programmi e 75 di costi di ristrutturazione, secondo quanto hanno concordato con la SEC che è l’agenzia di controllo dei conti.

Nel frattempo Christina Spade CEO di AMC Network ha lasciato la società a soli 3 mesi dalla nomina e James L. Dolan ha assunto l’incarico fino al 6 marzo quando sarà nominato un nuovo CEO. Dolan aveva anticipato i tagli in una comunicazione interna spiegando come siano una società che produce contenuti e che “i meccanismi di monetizzazione dei contenuti sono in subbuglio”. Vuoi vedere che alla fine si stava meglio quando si stava “peggio”? Quando non c’era la corsa alle piattaforme di proprietà e si poteva monetizzare anche dalla rivendita dei contenuti?