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Atlas: Il film con JLo capitalizza sul discorso sull’intelligenza artificiale ma rimane alla superficie – La recensione

Ormai è impossibile aprire i social o un magazine senza leggere di Intelligenza Artificiale a destra e a sinistra: fra feroci detrattori e chi la tratta come l’inizio di una nuova era per l’umanità, il dibattito pubblico si sta scaldando. È questo il clima in cui si inserisce Atlas il nuovo film di Brad Peyton, scritto da Leo Sardarian e Aron Eli Coleite, disponibile su Netflix a partire dal 24 maggio.

Atlas: la storia di un dialogo tra uomo e macchina

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Decenni dopo la sanguinosa guerra fra umani e intelligenze artificiali, le forze terrestri individuano l’ubicazione di Harlan, leader delle macchine ribelli. La sua cattura viene affidata ad una squadra speciale di ranger mentalmente sincronizzati con le loro tute robotiche da battaglia; con loro anche Atlas, una brillante analista con un vissuto personale con Harlan e una viscerale sfiducia nei confronti di tutte le macchine. Una trappola nemica la costringerà a dover far squadra con il più improbabile degli alleati: Smith, una tuta meccanica con una coscienza. Né donna né macchina possono farcela da soli; riusciranno a trovare un terreno comune per entrare in sync e compiere la missione?

Fantascienza per tutti i guesti

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Atlas è un po’ un buffet di ogni genere di pietanza hard sci-fi nota al genere umano: viaggi interstellari, mecha-suits, ecosistemi alieni e battaglie aeree. E ancora: neuralink, sistemi di distruzione planetaria, robot sarcastici e tonnellate di azione a suon di laser. Un po’ come il risultato di una richiesta a ChatGPT, il film è un frullato aggregato di topoi e momenti di film simili, godibile a un primo impatto, ma..

Calorie vuote

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Non tutto il cinema deve provare a essere profondo o riflessivo: certe volte quello che ci serve sono dei robottoni che fanno il giro della morte mentre sparano laser. Atlas però cerca di essere un film sul rapporto fra uomo e IA, e quello che gli impedisce di riuscirci è proprio questo suo non volerci stare a pensare. Tutti i momenti in cui non si spara risultano noiosi, affossati dalla stessa identica conversazione in cui Smith cerca di convincere Atlas a entrare in sync e lei che si rifiuta. Anche le parti ipercinetiche offrono poco oltre al mero intrattenimento: essendo un misto di mille sottogeneri e influenze diverse, finiscono per non essere mai connotate in maniera memorabile. 

Il cast

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Oltre i panni della produttrice, Jennifer Lopez veste anche quelli di Atlas Sheperd, un’analista dalla mente affilata e dal carattere spigoloso. La mecha-tuta Smith, suo improbabile alleato, ha la voce di Gregory James Cohan. Simu Liu interpreta Harlan, IA ribelle con piani radicali e pericolosi, mentre il suo braccio destro Casca è interpretato da Abraham Popoola. Nel cast anche Sterling K. Brown nel ruolo del Colonnello Elias Banks e Mark Strong in quello del Generale Boothe.

La recensione

Atlas però cerca di essere un film sul rapporto fra uomo e IA, e quello che gli impedisce di riuscirci è proprio questo suo non volerci stare a pensare. Azione divertente, ma poco da offrire oltre al mero intrattenimento.

Voto:

6.5/10
6.5/10
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