Dituttounpop > Cinema > Recensioni Film > Bandit, su Prime Video un film fuori tempo con un protagonista sorprendente – La recensione

Bandit, su Prime Video un film fuori tempo con un protagonista sorprendente – La recensione

Ci sono alcuni film che li vedi e pensi che, se fossero usciti 10/5 anni prima, sarebbero sicuramente stati dei grandi successi. Però hanno mancato i tempi, e adesso si fermano a metà, un po’ sospesi, obsoleti prima ancora di essere stati rilasciati. Bandit, crime biografico del 2022, è uno di questi. Diretto da Allan Ungar, è basato sulla storia vera di Gilbert Galvan Jr, conosciuto anche come The Flying Bandit, che detiene il record per il maggior numero di rapine consecutive nella storia del Canada.

La sceneggiatura è di Kraig Wenman, ed è basata sulle interviste e sulle testimonianze di chi lo conobbe durante quegli anni contenute nel libro del 1996 intitolato The Flying Bandit scritto da Robert Knuckle ed Ed Arnold. É prodotto da Goldrush Entertainment e Yale Productions ed è disponibile su Prime Video a partire dal 7 agosto. Meglio di come sembra, ma non siamo sicuri basti a entrare nella Top Ten di Prime Video.

Bandit, la trama

Gilbert Galvan è un criminale talentuoso proveniente da una famiglia disgraziata in partenza. A metà degli anni Ottanta riesce ad evadere da una prigione del Michigan e fugge in Ontario, Canada. Lì, tenta brevemente di costruirsi una vita onesta, ma è frustrato dalle condizioni di lavoro penose. Così, torna molto presto alle rapine. Nel frattempo, conosce Andrea Hudson, di cui si innamora. Riuscirà a tenerle nascosta la sua vita criminale per moltissimi anni. Insieme a un ricettatore canadese di spicco, Tommy Kay, organizzerà moltissimi colpi, che porterà a termine da solo con l’aiuto di costumi e diversivi. Una squadra della polizia gli sta alle calcagna, e anche se riuscirà a sfuggirgli in un paio di situazioni rocambolesche per il bene della sua famiglia, alla fine sarà impossibile salvarsi dalla giustizia.

Bandit, la recensione

Se Bandit fosse uscito nel 2013, all’apice dei contenuti audiovisivi con al centro un uomo considerabile con tutte le ragioni cattivo ma affascinante, sarebbe stato forse un successo. Adesso, suona un po’ fuori tempo. Anche a livello di lunghezza. É divertente vedere un sorprendentemente bravo Josh Duhamel ideare modi sempre nuovi per rapinare dei luoghi, ma la scenetta invecchia in fretta. Il tono però è quello giusto, e riesce ad essere leggero e a tratti commovente. Non c’è supence, ma va bene così. Carini i vari richiami agli anni Ottanta, spesso anche sarcastici. Per il resto, una pellicola media, di scrittura e di fattura, che si salva grazie al piglio spigliato e all’interpretazione del protagonista.

Il trailer ufficiale in lingua originale

Il cast

Josh Duhamel è Gilbert Galvan Jr/Robert Whiteman, colpevole affascinante che pur di non lavorare farebbe di tutto. Mel Gibson è Tommy Kay, ricettatore canadese che lo aiuterà finanziando le sue imprese. Elisha Cuthbert è Andrea Hudson, moglie di Galvan e madre delle sue figlie. Infine, Nestor Carbonell è John Snyde, detective che gli sta alle calcagna.

Bandit

La recensione

Se Bandit fosse uscito nel 2013, all’apice dei contenuti audiovisivi con al centro un uomo considerabile con tutte le ragioni cattivo ma affascinante, sarebbe stato un successo. Adesso, suona un po’ fuori tempo. Anche a livello di lunghezza. É divertente vedere un sorprendentemente bravo Josh Duhamel ideare modi sempre nuovi per rapinare dei luoghi, ma la scenetta invecchia in fretta. Il tono però è quello giusto, e riesce ad essere leggero e a tratti commovente. Non c’è supence, ma va bene così. Carini i vari richiami agli anni Ottanta, spesso anche sarcastici. Per il resto, una pellicola media, di scrittura e di fattura, che si salva grazie al piglio spigliato e all’interpretazione del protagonista.

Voto:

6/10
6/10