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Bella Ciao Per la libertà su Rai 3 stasera un docufilm sulla storia del brano

Bella Ciao Per la libertà, a quasi un secolo dalla sua nascita, un docufilm racconta la storia del brano

Bella Ciao. Per la libertà è il docufilm in onda stasera venerdì 22 aprile su Rai 3, prodotto da Rai Documentari, Palomar Doc e Luce Cinecittà per la regia di Giulia Giapponesi, con il sostegno della Regione Emilia-Romagna ed il contributo di Bper Banca. Al centro la genesi, i misteri e la storia di una canzone che sta per compire 100 anni.

Da Inno dei partigiani è diventata una canzone di lotta per le giovani generazioni che l’hanno scoperta grazie a La Casa Di Carta di Netlfix. Un inno che è andato oltre i confini arrivando fino in Ucraina dove è usata come canto di resistenza.

Bella Ciao non è la canzone de La Casa di Carta

Bella Ciao. Per la libertà nasce anche con l’idea di ridare la giusta dignità al brano, staccandolo dalla mitologia della serie La Casa di Carta. “La storia di “Bella Ciao” è saldamente intrecciata al territorio in cui vivo e in cui sono cresciuta – dichiara la regista Giulia Giapponesi – ma il lavoro di ricerca che ho portato avanti, in questi anni mi ha permesso di scoprire molti aspetti del percorso della canzone che ancora non conoscevo e che aprono nuovi scenari.”

Il brano si diffonde durante la seconda guerra mondiale e negli anni del boom economico in cui grazie ai Festival della Gioventù diventerà nota in tutto il mondo, raggiungendo quel successo internazionale oggi erroneamente attribuito alla serie spagnola. Il materiale d’archivio presentato nel docufilm mostra le immagini di resistenti e attivisti che, nelle lotte in Cile, Turchia, Iraq e Kurdistan, hanno cantato Bella Ciao.

La grandezza di questo brano risiede tanto nella bellezza del suo messaggio universale di libertà, quanto nelle emozioni, fortemente contrastanti, che suscita: tristezza e al tempo stesso allegria ma la sua melodia riesce a conquistare persone lontanissime, superando barriere culturali e linguistiche.

Gli interventi

Nel docufilm diversi interventi di storici, musicisti e autori dei nuovi testi della canzone, da Vinicio Capossela a Marcello Flores D’arcais, da Moni Ovadia a Cesare Bermani, da Hazal Koyuncuer a Giacomo Scaramuzza, dai quali emerge una grande verità: “La poesia non è di chi la scrive, ma di chi gli serve”.