Le prime due stagioni di Call My Agent – Italia hanno sicuramente rappresentato una ventata d’aria fresca nella serialità italiana contemporanea. L’adattamento del fortunato format francese Dix pour cent (il dieci per cento che prendono gli agenti sui contratti dei loro assistiti) è una commedia vivace e intelligente sul mondo dello spettacolo, che ha la sua forza nelle guest star e nella loro capacità di mettersi in gioco.
La terza stagione, che ha visto un grosso cambiamento dietro le quinte con l’addio della sceneggiatrice Lisa Nur Sultan sostituita da Federico Baccomo, sarà stata all’altezza delle precedenti? Piccolo spoiler (altri poi non ce ne staranno nella recensione di Call My Agent 3 anche se, per chi ha visto la versione originale, è semplice intuire quello che succederà) ma la nostra risposta purtroppo è negativa.
Call My Agent 3, la recensione: poco equilibrio, troppe guest star
Se il momento migliore di tutta la terza stagione di Call My Agent è la scena con cui inizia la stagione con l’addio in riva al mare a Elvira (la scomparsa Marzia Ubaldi) inevitabilmente questa terza stagione ha qualche problema. A partire dall’assenza di Corrado Guzzanti e delle sporadiche apparizioni di Lea Pericoli, interpretata da Emanuela Fanelli (il meta riferimento al film di Paola Cortellesi è tra le battute più riuscite di tutta la stagione), che regalano ritmo e vivacità a sceneggiatura sottotono che si appoggia all’ossatura di stagione francese, giocando troppo poco con le sue guest star.
Un budget ridotto che ha fatto perdere la grandiosità del passato, rinchiudendo la serie nel chiuso degli uffici della CMA? La scarsa propensione delle guest star a mettersi in gioco? Una scrittura che non ha trovato il giusto equilibrio tra ricerca della gag e struttura del racconto? Sono questi i dubbi che mi sono nati vedendo la serie che sembra aver paura di osare, diventando una vetrina delle produzioni Sky con le comparsate abbastanza inutili di Elia Nuzzolo e Matteo Giuggioli e di Alessandro Borghese, accumulando problemi da risolvere piuttosto che raccontando storie e personaggi.
Agenti e assistenti sono diventati delle macchiette esagerate, costantemente sopra le righe, forzando quelli che sono le caratteristiche che ce li hanno fatti amare nelle precedenti stagioni. Soprattutto hanno tutti dei contorni troppo definiti, perdendo quelle sfumature che ce li hanno fatti amare, rendendoli umani seppur in situazioni assurde e sempre in bilico tra reale e surreale.
Le guest star, che sono il sale della serie, sono state trattate con i guanti e con fin troppa riverenza, come se non si volessero sporcare davvero le mani. Lo spunto più interessante, quello legato a Miriam Leone e alle difficoltà di un’attrice-mamma, è risolto in modo superficiale, frettoloso (oltre che assurdo) e quasi svilente rispetto al tema trattato. Forse solo le puntate con il cast di Romanzo Criminale e l’ultima con Ficarra e Picone sono all’altezza delle precedenti stagioni, anche se percorse da soluzioni e risvolti che inseguono la gag. Dov’è la cattiveria, dov’è la Sabrina Impacciatore che mette in scena i suoi difetti che la rendono unica?
Gianmarco Saurino è l’aggiunta necessaria per sviluppare la trama della stagione, ma il ruolo di “villain” sembra poco adatto a lui, oltre che troppo bidimensionale. L’inserimento di Nicolas Maupas appare più rispondere alla necessità di aggiungere la star del momento che alla voglia di raccontare qualcosa. Complessivamente questa terza stagione di Call My Agent – Italia sembra un compitino senz’anima, incapace di lasciare qualcosa di indimenticabile. Voto 6 Riccardo Cristilli
Sedersi sugli allori non è mai una buona idea..
Quando un’ottima serie si siede sugli allori te ne accorgi subito, e spesso, anche volendo trovarne i pregi, finisci per concentrarti sui difetti. Premessa obbligatoria: il cast di CMA è un super cast, che brilla soprattutto grazie a Lastrico, Russo e Di Mauro, spontanei e credibili nei loro ruoli. Meno convincenti, in questa terza stagione, le performance di Lazzaro, Kaze e Drago, in alcuni momenti troppo forzate per risultare davvero efficaci. Pur avendo riso e guardato con piacere i nuovi episodi, non nascondo di aver provato una leggera noia di fondo, causata dal fatto che fosse tutto un po’ prevedibile.
Sedersi sugli allori non è mai una buona idea, e CMA Italia ha fatto esattamente questo: non ha rischiato, non ha osato, non ha trovato quel coraggio necessario – nella scrittura – per fare il salto che l’avrebbe consacrata come migliore novità italiana nel panorama seriale. Si è preferito invece giocare “in casa Sky”, piazzando qualche guest star per suscitare una risata o un pizzico di clamore che, alla lunga, ha però giocato a discapito della qualità della stagione.
Peccato: le carte per vincere c’erano tutte, ma la competizione è talmente alta ormai, nel mondo dello streaming, che senza un po’ di “cazzimma” si resta lì. Sotto i riflettori, certo – non è affatto una brutta serie – ma senza fare quel salto che chi ama le serie tv avrebbe tanto apprezzato. Voto 6 Giorgia Di Stefano
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Riccardo Cristilli - 6/10
6/10
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Giorgia Di Stefano - 6/10
6/10
Summary
Call My Agent – Italia 3 ha problemi di scrittura, forse di budget, forse di fretta, i personaggi sono tutti estremamente caricaturali e le guest star trattate troppo bene e con poca cattiveria (bonaria), ma avendo amato le precedenti stagioni, questa è una delusione
Voto:
6/10