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Capi di Stato in fuga è tonto ma con gusto – La recensione

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Prime Video continua ad azzeccare le commedie d’azione. Dopo l’adorabile Deep Cover è il turno di Capi di Stato in fuga del regista russo Il’ja Najšuller, alla terza fatica dopo i fortunati Hardcore Henry (2015) e Io sono nessuno (2021). Il film, una produzione originale degli Amazon MGM Studios, è uscito la settimana scorsa e si è piazzato in cima alle classifiche di Prime Video. Ma sarà il film giusto per questo weekend? Scopriamolo insieme.

Capi di Stato in fuga: energumeni presidenziali

La situazione è tesa: il neoeletto Presidente degli Stati Uniti Will Derringer sta per incontrare per la prima volta il Primo Ministro britannico Sam Clarke. I due non si conoscono, ma si stanno notoriamente antipatici: Derringer è un ex divo di Holliwood, star di film d’azione senza cervello che ha conquistato la presidenza grazie al proprio carisma e al proprio ascendente sulle masse, mentre Clarke è un attivista di lunga data convinto che il vero cambiamento passi fra i commi dei bilanci. Ma, mentre viaggiano insieme sull’Air Force One diretti ad un summit NATO, i presidenti vengono attaccati dagli agenti del trafficante d’armi Gradov. I due si trovano soli, abbandonati in terra ostile e braccati dagli scagnozzi del trafficante: se non imparano a collaborare in fretta, potrebbe andarne del destino del mondo occidentale…

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Chimica e balistica

Capi di Stato in fuga non è un film particolarmente raffinato: prende una delle dinamiche più classiche del cinema – quella della strana coppia – e la ricrea con due omoni giganti. Omoni giganti che, però, sono abbastanza bene assortiti: John Cena come al solito dà il suo meglio nei ruoli al limite dell’assurdo (da Peacemaker nel Suicide Squad di James Gunn al bodyguard Noel in Jackpot), mentre Idris Elba evoca tutta la propria britannicità per costruire uno Primo Ministro serioso ma determinato.

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Il tutto è condito con una colonna sonora divertente, con la giusta quantità di needle drops per mettere in scena un paio di sequenze memorabili senza risultare stucchevole, e da sequenze d’azione che riescono sempre ad essere chiare e leggibili nonostante l’energia sia alta. I personaggi secondari sono tutti decisamente ben connotati per il poco spazio che hanno. Fra tutti, tutti brilla l’interpretazione di Jack Quaid, che un passo alla volta si sta costruendo un signor profilo da character actor. Un’ultima nota: se potete, vedetelo in inglese. Il doppiaggio non è terribile, ma spegne un po’ il brio delle interpretazioni originali.
Insomma, non innovativo ma ben eseguito – cosa che basta assolutamente per promuovere il film a pieni voti nella categoria “tonto divertimento”.

Il cast

Protagonisti assoluti della pellicola sono Idris Elba e John Cena nel ruolo dei presidenti Sam Clarke e Will Derringer. A dar loro man forte è Priyanka Chopra Jonas nel ruolo di Noel Bisset, agente speciale dell’MI6 ed ex fiamma di Clarke. Jack Quaid è lo strambo agente Comer della CIA, di stanza a Varsavia, mentre Carla Gugino interpreta la vicepresidente degli Stati Uniti Elizabeth Kirk. Infine, il caratterista britannico Paddy Considine è Viktor Gradov, un trafficante d’armi con un piano catastrofico.

 

La recensione

Capi di Stato in fuga non è un film particolarmente raffinato: prende una delle dinamiche più classiche del cinema – quella della strana coppia – e la mette in scena con due attori bene assortiti e facendo attenzione ai dettagli. Innovativo? No, ma promosso per un po’ di tonto divertimento.

Voto:

7/10
7/10
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