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Christian la seconda stagione si conferma un gioiello che dura troppo poco!

Christian 2

Facciamo una premessa, parlare di Christian è impossibile perchè è una serie così densa di eventi che tutto rischia di essere uno spoiler. Al punto che la sinossi di stagione è in realtà soltanto una fotografia parziale di quello che succede nei sei episodi che compongono Christian 2. La serie è un gioiello non solo del catalogo di Sky ma del panorama complessivo della serialità italiana. L’equilibrio tra la voglia di sperimentare, la capacità di restare ancorati alla tradizione di Sky (con il crime) e italiana (con la commedia), la sensazione di trovarsi davanti a un prodotto sincero, è davvero unica.

Proprio per questo, però, Christian avrebbe bisogno di fare un passo successivo. I sei episodi che rimandano al filone della serialità britannica, hanno il respiro troppo corto, tutto avviene troppo in fretta. L’esperimento per dirsi pienamente riuscito, non deve solamente durare nel tempo ma assomigliare ancora di più a una vera serie tv. Vuol dire non avere la fretta di chiudere e raggiungere il proprio obiettivo finale di stagione, ma lasciar decantare le storie, costruire puntate su personaggi paralleli oltre i protagonisti, realizzare delle puntate “semi-filler” ma in grado di dare respiro alla serie. Altrimenti si rischia di arrivare con il fiatone alla fine con la sensazione di aver visto tutto a una velocità accelerata.

Christian risulta una serie per appassionati, per intenditori, un prodotto di qualità, elegante e ben costruito nonostante il suo animo “periferico”. Stefano Lodovichi e Valerio Cilio hanno un evidente background seriale, fumettistico, sanno come costruire la suspense e sviluppare il colpo di scena. La messa in scena è assolutamente perfetta, così come l’introduzione del personaggio della Nera, valorizzata dall’elegante e magnetica interpretazione di Laura Morante. Cupa e cinica è il contraltare ideale del Biondo, algido e sarcastico. La scelta del tressette come elemento per legare le diverse anime di Città Palazzo è l’ennesimo tocco che testimonia una cura quasi maniacale della sceneggiatura.

Al tempo stesso la perfezione rischia di sfociare in manierismo. L’unico modo per evitarlo è la sana ironia dei suoi personaggi a partire da Christian, un bonaccione che ha un ruolo e un compito per lui impossibile da gestire. Rachele il suo “grillo parlante” l’anima candida cresciuta nella miseria, Davide un Antonio Bannò perfetto nel ruolo dell’improbabile imbranato, Matteo (Claudio Santamaria) che prende una deriva impensabile all’inizio della serie, e si potrebbe andare avanti così su tutti i personaggi (l’unica nota stonata forse è il capo dei nigeriani con accento quasi milanese).

La strada è ormai tracciata e la terza stagione (che sicuramente ci sarà) proseguirà su questa linea, con la speranza di allargare lo sguardo e uscire da quei confini fin troppo ristretti di Città Palazzo.

Christian 2

La seconda stagione di Christian si conferma un gioiello del catalogo di Sky e della serialità contemporanea. Ma proprio per questo e per uscire dall’idea di un prodotto per appassionati, avrebbe bisogno di fare un passo successivo, di avere un respiro più ampio, di prendersi del tempo ulteriore. Impeccabile l’equilibrio tra ironia e profondità.

Voto:

8.5/10
8.5/10