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Dario Fo: l’ultimo mistero buffo, il documentario stasera in tv

Dario Fo: l’ultimo mistero buffo è il documentario in onda stasera su Rai 3 venerdì 10 marzo per rendere omaggio al grande drammaturgo premio Nobel e al suo teatro. Diretto da Gianluca Rame, il documentario è prodotto da  Clipper Media e Luce Cinecittà con Compagnia Teatrale Fo Rame in collaborazione con Rai Documentari e con il patrocinio di Fondazione Fo Rame, ed è in onda dalle 21:25 su Rai 3 e RaiPlay.

Dario Fo: l’ultimo mistero buffo, di che parla

Al centro del documentario c’è un evento inedito l’ultima messa in scena di “Mistero Buffo”, a Roma il 1°agosto 2016, l’addio alle scene del suo autore e interprete, il premio Nobel Dario Fo, scomparso soltanto due mesi dopo. La narrazione parte dal camerino di Dario Fo per percorrere insieme a lui un viaggio caleidoscopico dalla Turchia all’Argentina, lì dove le sue opere dalla drammaturgia potente e critica infastidiscono ancora oggi lo “status quo” e il potere.

Il novantenne Dario Fo si appresta a calcare per l’ultima volta la scena: dentro la sua mente si accavallano i ricordi di una vita straordinaria. I suoni che giungono dalla cavea si fondono con il ricordo di altre figure familiari: Franca Rame, con cui Dario ha fatto coppia fissa in scena e nella vita, i loro intensi carteggi, le tante storie vissute insieme. L’anziano attore si alza, si porta lentamente dal camerino alle quinte e dopo un accenno di esitazione entra in scena mettendo fine all’attesa. La magia del suo teatro si compie per un’ultima volta ancora.

Il Maestro sorride pensando alle tante compagnie che in tutto il mondo rappresentano le sue opere. A Istanbul, dove è in scena in curdo la commedia “Clacson Trombette e Pernacchi” e a Buenos Aires, dove “Muerte accidental de un ricotero” adatta il testo su Pinelli per parlare del caso di Walter Bulacio, assassinato dalla polizia nel 1991.

Il film segue gli attori in un continuo confronto nel quale il teatro di Dario Fo diventa spazio di riflessione sulla condizione umana e sulle distorsioni del potere, superando differenze linguistiche, geografiche e culturali e confermando l’attualità e l’universalità del suo linguaggio.