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Denti da squalo, realismo magico all’italiana – La recensione

Vi ricordate Dogman, il film del 2018 diretto da Matteo Garrone? I suoi luoghi, la sua oscurità. Denti da squalo, diretto da Davide Gentile e scritto da Valerio Cilio e Gianluca Leoncini, prende a piene mani da quelle atmosfere, alleggerendole e aggiungendo una scintilla di inverosimiglianza e magia. Il film, prodotto da Goon Films, Lucky Red, Ideacinema con Rai Cinema e in collaborazione con Prime Video arriva al cinema l’8 giugno, distribuito da Lucky Red. Denti da squalo ha vinto il Premio Solinas per la migliore sceneggiatura. Vi consigliamo di andare a scoprire il perché al cinema.

Denti da squalo, una storia di dolore e scoperta

Walter ha 13 anni, ha appena perso il padre (morto durante il suo lavoro di operaio per salvare un collega) e ha voglia di ribellarsi a una realtà squallida che sembra prendersela con lui. Durante le sue avventure in bici, si intrufola in una villa. Nella piscina di questa villa, che sembra conoscere abbastanza bene in maniera quasi istintiva, c’è uno squalo. Questa scoperta cambia la sua estate e la sua vita. Come è comprensibile, Walter diventa molto interessato all’animale e al suo benessere.

Nel tornare alla piscina fa amicizia con Carlo, che si presenta come il custode della villa, che appartiene al più grande criminale della zona. Insieme, si cacceranno nei guai, e passeranno un’estate di pericolo ma anche di scoperta, accettazione e libertà.

Denti da squalo, il realismo magico arriva nel cinema italiano

Non c’è bisogno che ve lo dica io che la storia dello squalo è inverosimile e una metafora. Una metafora che, però, funziona. Il giovane protagonista scatena sentimenti di empatia e di tenerezza, il suo incontro con il predatore dei mari è l’ingresso nella vita vera, dura e difficile delle famiglie operaie del litorale romano e dei palazzoni di periferia. Il rapporto tra Walter e lo squalo, che è anche il rapporto tra Walter e il padre, il lutto e la confusione che ha lasciato la sua morte dentro di lui, cambia nel tempo, a mano a mano che il ragazzino prende consapevolezza del mondo e del passato del padre stesso, che ci viene disvelato a mano a mano.

É facile perdersi, ma è anche facile e bello guardarsi dentro, superare la rabbia e decidere di tornare a casa. Qualsiasi cosa o posto sia la casa. Denti da squalo è una favola contemporanea che sceglie di seguire la strada della tenerezza, dell’empatia e del significato. Anche e soprattutto quando è difficile. Come per magia. Bella anche la rappresentazione dell’amicizia maschile in adolescenza, impacciata ma sincera e istintiva.

Il cast

Tiziano Menichelli è Walter, che a soli 13 anni si trova a un bivio che deciderà il corso della sua vita. Stefano Rosci è Carlo, il suo compagno di avventure. Nel ruolo della madre di Walter c’è Virginia Raffaele. Il padre è interpretato da Claudio Santamaria. Edoardo Pesce è il Corsaro, leggendaria figura della malavita del luogo.

Denti da squalo, realismo magico all'italiana - La recensione

La recensione

É facile perdersi, ma è anche facile e bello guardarsi dentro, superare la rabbia e decidere di tornare a casa. Qualsiasi cosa o posto sia la casa. Denti da squalo è una favola contemporanea che sceglie di seguire la strada della tenerezza, dell’empatia e del significato. Anche e soprattutto quando è difficile.

Voto:

7.5/10
7.5/10