Diario dei miei due di picche è la nuova comedy svedese disponibile su Netflix e da non perdere. Relazioni, sesso, app di dating, appuntamenti finiti male, sesso0 occasionale, relazioni e ghosting. E ancora, padri assenti, madri invadenti, rapporto tra sorelle, amiche e lavori precari o improvvisati.
In questa nuova e veloce serie svedese su Netflix (7 episodi da mezz’ora ciascuno), c’è tutto, nella giusta misura: ironia, riflessione, dinamiche culturali approfondite.
Diario dei miei due di picche, la recensione
Come la maggior parte delle serie nordiche contemporanee, argomenti attuali e universali vengono affrontati senza cadere nella retorica o negli stereotipi, con la giusta delicatezza e quell’umorismo essenziale e sagace che non guasta mai.
In Diario dei miei due di picche seguiamo la protagonista (Amanda), single da tanti anni, rimettersi in gioco tra Tinder, ex compagni di classe e nuove conoscenze, in un susseguirsi di serate pessime, uomini confusi e inaffidabili, relazioni senza futuro e voglia di innamorarsi.
Diario dei miei due di picche è ambientata a Mälmo, che fa da sfondo con le sue piazzette, le lucine e le case luminose e piene di piante, alle disavventure di Amanda e delle sue amiche, oltre che di sua sorella, Adina, una donna fragile quanto lei, fidanzata, ma alle prese con un’instabilità emotiva data da alcuni traumi del passato mai superati.

Vedere questa serie è stato divertente e in qualche modo anche istruttivo: molto spesso avrei strappato il telefono di mano alla protagonista per evitare che mandasse un messaggio di troppo all’ennesimo uomo sbagliato, o che smettesse di bere in una serata poco riuscita, ma soprattutto che finisse di mettersi in discussione pensando di non essere abbastanza bella, in gamba o simpatica per colpa dell’ennesimo date poco riuscito, che ha scelto di non rispondere più ai suoi messaggi.
Una serie vera, una “serata tra amiche”, una storia autentica e senza fronzoli, dal tipico stile svedese. Magari non indimenticabile, ma piacevole e ricca di spunti interessanti e dalla scrittura spiccatamente femminile (creata da Moa Herngren e Tove Eriksen Hillblom).
La trama nello specifico
“Diario dei miei due di picche” narra la storia della trentunenne Amanda durante un’estate di frequenti appuntamenti in cui vuole disperatamente essere amata e decide di provarle tutte. Esce con persone di tutti i tipi, usa le app di incontri e rimorchia nei bar. È sottomessa e dominante, ma rimane comunque sola. Ha addirittura difficoltà a “concludere” o ad avere un secondo appuntamento. La stessa cosa vale per le amiche di Amanda e insieme cercano di aiutarsi a vicenda per trovare nuove persone con cui uscire, mentre riflettono su alcune importanti domande: perché è così difficile trovare l’amore? Quanto si può davvero pretendere da un individuo? E quante volte si può offrire il cuore a un’altra persona prima di farselo spezzare di nuovo?