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Empire of Light, il potere del cinema (e la bravura di Olivia Colman) – La recensione

Se vi piacciono i film sul cinema, oltre a The Fabelmans potreste apprezzare anche Empire of Light, il film Searchlight Pictures scritto e diretto dal vincitore dell’Academy Award Sam Mendes. La pellicola arriverà il 2 marzo nelle sale italiane, distribuito da The Walt Disney Company Italia, dopo essere stata presentata il 3 settembre 2022 al Telluride Film Festival e nello stesso mese al Toronto International Film Festival.

Empire of Light, una storia di esseri umani

Gli esseri umani sono deboli. Gli esseri umani sono stupidi, teneri, si cacciano in situazioni improbabili, si arrabbiano, si fanno usare e sfruttare, mettono insieme una serie di mezzucci e sotterfugi per gestire l’esistenza, il lavoro, il passato, il presente, il futuro, le relazioni lavorative e interpersonali, una routine precisa di mille piccole cose, tutte fatte in maniera assente e meccanica. Gli esseri umani hanno bisogno l’uno dell’altro.

Uno di questi esseri umani è Hilary Small, che nell’Inghilterra del nord degli anni Ottanta cerca di gestire il suo ruolo di donna single e adulta con problemi seri di salute mentale che la portano ad avere bisogno di un ricovero in una clinica, a dover prendere dei medicinali molto forti e a dover comunque portare avanti una vita che da fuori deve sembrare il più normale possibile. Un altro di questi esseri umani è Stephen, giovane ragazzo nero in una zona di Gran Bretagna che non lo vuole in quanto nero e che non ha paura di farglielo sapere e che ha il sogno di studiare architettura. I due si incontreranno nel cinema in cui lavorano, intrecceranno una strana e forse improbabile relazione e si sfideranno, feriranno e miglioreranno a vicenda, aiutati dal potere del cinema e della macchina da presa.

Empire of Light, il potere del racconto

Empire of Light è un bel film, una bella storia di uomini e donne che cercano di sopravvivere anche se nelle loro vite sembra non succeda nulla o quasi. Una storia mondana, quotidiana, in cui grandi drammi e piccoli drammi sono messi sullo stesso piano, appositamente ma senza grossa retorica o cattiveria, in una cittadina sul mare in cui la Storia non arriva mai, se non in sbuffi violenti e spiazzanti. Nessuna di queste problematiche (la salute mentale delle donne, il razzismo) è messa al centro, in prima fila, sotto i riflettori. Al centro c’è il piacere del racconto, una storia umana fino all’osso, e naturalmente il potere del cinema. Olivia Colman è, come sempre, magistrale. Vedere Colin Firth in un ruolo smaccatamente negativo è spiazzante ma interessante.

Il trailer

Il cast

Olivia Colman è Hilary Small, manager di un cinema in una cittadina al nord dell’Inghilterra, sul mare. Micheal Ward è Stephen, giovane ragazzo molto sveglio che inizia a lavorare nello stesso cinema. Colin Firth è Donald Ellis, il proprietario del cinema, affascinante fedifrago. Toby Jones interpreta Norman, Tom Brooke è Neil, Tanya Moodie è Delia. Nel cast anche Hannah Onslow (Janine), Crystal Clarke (Ruby), Monica Dolan (Rosemary Bates) e Sara Stewart (Brenda Ellis).

La recensione

Empire of Light è un bel film, una bella storia di uomini e donne che cercano di sopravvivere anche se nelle loro vite sembra non succeda nulla o quasi. Una storia mondana, quotidiana, in cui grandi drammi e piccoli drammi sono messi sullo stesso piano, appositamente ma senza grossa retorica o cattiveria, in una cittadina sul mare in cui la Storia non arriva mai, se non in sbuffi violenti e spiazzanti.

Voto:

7.5/10
7.5/10