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Family Food Fight su Sky Uno stasera la nuova edizione, in gara famiglie di ristoratori

Family Food Fight 2 su Sky Uno e Now Tv da stasera giovedì 11 marzo, in gara famiglie di ristoratori. I giudici Antonino Cannavacciuolo, Lidia e Joe Bastianich

Torna la gara tra famiglie italiane in cucina, da giovedì 11 marzo riparte Family Food Fight su Sky Uno e in streaming su Now Tv, con un piccolo cambio nella formula: a sfidarsi saranno famiglie di ristoratori, albergatori, gestori di trattorie, insomma non solo delle famiglie di appassionati di cucina. A giudicarli confermate le presenze di Lidia e Joe Bastianich con Antonino Cannavacciuolo.

Sette famiglie di professionisti – gestori di ristoranti, agriturismi o trattorie sparsi sul territorio nazionale – si presentano nella nuova edizione dello show, produzione Endemol Shine Italy per SkyPer sei puntate, i quartetti gareggiano in una sfida senza esclusione di colpi, mettendo in campo tutte le proprie abitudini, non solo a tavola ma anche nella gestione di una cucina professionale, e portando in scena tutte le ricette che più contraddistinguono le loro zone d’origine ma anche la propria storia familiare. I tre, componenti di quella che già lo scorso anno era diventata una vera e propria “famiglia allargata”, assegneranno il titolo di Campioni d’Italia di Family Food Fight, con un premio finale da 100 mila euro.

Le famiglie in gara

Le 7 famiglie che si presentano ai nastri di partenza della seconda edizione di Family Food Fight arrivano da diverse regioni d’Italia: VenetoLombardiaPiemonteEmilia-RomagnaToscanaCampaniaCalabria. I loro componenti – impegnati nella gestione quotidiana di un ristorante, una trattoria o un agriturismo, attività spesso tramandate di generazione in generazione tanto quanto i valori che li legano al cibo e alla buona tavola – hanno una età compresa tra i 16 e gli 80 anni.

Scopriamo nel dettaglio le 7 famiglie della prima puntata di Family food fight:

  • AutelitanoAgriturismo di Petru i ‘Ntoni (Bova Marina, Reggio Calabria)
    Antonio (54 anni) è il padre, Pietro (20) suo figlio, Cettina (55) la sua compagna e Giovanna (26) è sua nipote, figlia di sua sorella.
    Il padre di Antonio si chiama Pietro, il nonno Antonio e così via, per una tradizione tramandata da padre in figlio: da qui il nome ”Agriturismo di Petru i ‘Ntoni” (ossia “Pietro figlio di Antonio”). La prima esperienza in cucina di Antonio è stata come aiuto-cuoco nelle mense ufficiali della Marina, poi ha frequentato la scuola senza però diplomarsi, dopodiché ha seguito diversi corsi di cucina.  L’azienda oggi continua a coltivare e ad allevare gli animali e a produrre specialità calabresi solo utilizzando materie prime provenienti dalla loro terra. L’agriturismo è nato 18 anni fa: prima la cucina poteva ospitare al massimo 20 persone, ora ne può accogliere più di 50 persone con la possibilità di arrivare a 200 per eventi particolari. Ci sono sei camere da letto che possono ospitare le famiglie, un orto e una fattoria dove hanno gli animali. Producono olio, vino, digestivi, confetture, conserve, liquori, salumi, pasta, sott’oli e sott’aceti, legumi, formaggi, dolci, conserve, condimenti vari e bevande analcoliche.
  • BustinzaVale un Perù (Torino)
    Miguel (47 anni) è marito di Patricia (42) e figlio di Maria (70); Carlos (44) è cugino di Patricia.
    La famiglia Bustinza è di origini peruviane, trapiantata in Italia da vent’anni. Sono tutti molto ironici e spumeggianti: Miguel e Patricia – affiatatissimi – hanno aperto a Torino “Vale un Perù” nel 2012, sotto la supervisione di mamma Maria, sudamericana doc, molto esplosiva e sul pezzo, competitiva e pratica. In questi anni in Italia sia Patricia che Miguel hanno fatto vari corsi di cucina italiana e regionale. Nel ristorante “Vale un Perù” si beve pisco sour e si mangia ceviche di pescado. Pochi anni dopo l’apertura, Miguel e Patricia hanno deciso di aprire un secondo ristorante, il “Nativo”, con un concept diverso e un menù completamente rivoluzionato. I locali di Miguel e Patricia sono un gioiello per cura e cultura gastronomica e un’occasione per i torinesi di assaggiare una cucina dall’enorme valore.
  • Dall’Argine – Hostaria Tre Ville (Parma)
    Luca (56) è marito di Morena (50), figlio di Bianca (80) e fratello di Barbara (50).
    Luca, l’oste delle varie attività che hanno in l’Emilia-Romagna, è un cinquantenne spigliato, loquace e dinamico anche nel modo di raccontarsi. Ha una bellissima storia fatta di piccole e grandi soddisfazioni. La loro è una cucina tradizionale ma con un occhio attento anche alla clientela. Barbara, la sorella, è la cuoca e tiene in mano la situazione in cucina. Morena, la moglie di Luca, fa la fiorista ma il ristorante è la sua seconda casa. Bianca, mamma di Luca, è la più attiva e dinamica del gruppo, grande cuoca dal 1983.
    Sono più di trent’anni che questa famiglia lavora nella ristorazione. Il tutto è partito da papà Nando che, nel lontano 1977, decise di comprare una tabaccheria che trasformò subito in bar. Luca, Barbara, Massimo e Francesco, figli di Nando, decisero di ridar luce ad un locale che stava decadendo, ed infine la terza generazione si è affiancata al nonno per rubarne i segreti. La loro è una cucina tradizionale parmigiana con i piatti tipici della tradizione.
  • Lufino – Trattoria Don Alfonso (Napoli)
    Carmine (51 anni) e Giosi (42) sono i genitori di Federica (19) e Alfonso (16).
    Carmine è lo chef: da sempre in trattoria col papà, decise di raccogliere l’eredita familiare e ricreare nel ristorante l’atmosfera vissuta da bambino. La sua è la classica famiglia napoletana legata alle tradizioni territoriali e culinarie, una famiglia vivace e allegra. La personalità più forte in famiglia è quella di Giuseppina, che vuole sempre dire la sua. Carmine è molto altruista: col montepremi vorrebbe assumere quante più persone possibili per risollevare le sorti di chi è meno fortunato, soprattutto in questo periodo. La trattoria “Don Alfonso” nacque 50 anni fa con la mamma e il papà – Alfonso, appunto – di Carmine. Con loro hanno sempre lavorato le figlie più grandi: quando, queste ultime, decisero di lasciare l’attività di famiglia, Carmine la rilevò per gestirla con sua moglie. I figli son nati e cresciuti lì, anche perché la sede della trattoria è la casa di famiglia, e nonostante facciano altro nella vita sono impegnati a tempo pieno in trattoria. Propongono una cucina molto semplice basata sulle tradizioni culinarie partenopee
  • Vannucchi – Trattoria Lanterna Blu (Quarrata, Pistoia)
    Claudia (37 anni) è figlia di Quintilio (73) e Clara (64) e cognata di Mauro (36)
    Claudia, forte accento toscano, diplomata al Polimoda, ha lavorato in questo settore per 10 anni, ma sentiva che quello non era il posto adatto a sé. Tornata a casa, ha cominciato ad aiutare i genitori nell’Agriturismo, come faceva quando era piccola, oggi invece si occupa maggiormente della sala, mentre i cuochi sono Mauro e Clara, il primo più tradizionalista, la seconda più innovativa. Clara ha fatto un corso serale di cucina e, nel 1993, ha aperto una piccola trattoria con 35-40 coperti. Con il passare degli anni, hanno lasciato quel locale per prenderne in affitto un altro più grande, da 70 coperti, in una posizione più strategica. La cucina è molto familiare e stagionale, con tanta carne e tanta ortaggi, tipicamente toscana (c’è la classica fiorentina, i salumi della zona, i formaggi, picio ragù di cinta), anche se nel menù vi sono anche piatti legati alla cultura milanese perché Mauro è cresciuto e ha lavorato a Milano. In più, la loro clientela apprezza i loro piatti a base di pesce, i loro dolci e il loro pane
  • Plaitano – Trattoria Della Gloria (Milano)
    Gloria (60 anni) è la moglie di Carmine (59), madre di Greta (30) e cugina di Riccardo (30).
    Gloria e Carmine sono sposati e lavorano assieme da 36 anni. Entrambi vengono da famiglie contadine: lei è di origine friulana, lui del Sud Italia. Quando arrivarono a Milano, aprirono un pub sui Navigli che è andato benissimo per 15 anni. Gloria è la chef del ristorante, si presenta come la timida del gruppo ma in realtà la chiamano “Dio” perché è una maniaca del controllo. Carmine è l’oste: borbotta sempre e dicono che è maldestro, soprattutto in cucina. Riccardo ha un ristorante in Friuli ma saltuariamente collabora con gli zii; Greta lavora spesso in sala, soprattutto quando i genitori vanno in vacanza.
    La “Trattoria della Gloria” nacque 13 anni fa: la loro osteria si basa sul buon cibo ma anche sull’accoglienza, tanto che molti clienti sono diventati amici. Propongono ricette regionali ma che spaziano da Nord a Sud, privilegiando materie prime di origine controllata, i piccoli produttori e sposando appieno la filosofia del bio e dello slow food.
  • Zago – Ristorante Le Querce (Marlengo di Ponzano, Treviso)
    Ermanno (39 anni) è figlio di Tiziana (64); Dario (43) e Duska (37) sono il fratello e la sorella.
    Ermanno ha frequentato l’istituto alberghiero ma si ritiene autodidatta, avendo letto molti libri, e ha ereditato la passione per la ristorazione dai genitori, che prima avevano una pizzeria, poi una trattoria, infine un ristorante. Dario e Tiziana in cucina spesso discutono e non sono mai d’accordo, Duska invece è più in sintonia con suo fratello Ermanno ed è abituata a gestire lo stress della sala. Dicono di essere molto attenti alle esigenze di chi hanno intorno. Il ristorante venne acquistato dal papà, mancato da poco, che per sostenerlo ha fatto grossi sacrifici. La famiglia Zago ha radici salde nel territorio: il locale – dal menù metà onnivoro e metà vegetariano ma sempre ricco di prodotti della tradizione che rispetta l’equilibrio nutrizionale – serve 40 coperti, ma fa anche banchetti per le aziende.

Le Prove di Family Food Fight

Ogni puntata di Family Food Fight si svilupperà su tre prove con cui verranno testate la capacità delle famiglie di esprimere la propria passione per la cucina sia all’interno della loro comfort zone sia confrontandosi con imprevisti sempre diversi, ma anche le loro abilità nel gestire una cucina professionale, con la suddivisione dei compiti e il rispetto delle richieste dei clienti, proprio come avviene nel proprio ambiente naturale, nella loro sala, con le loro pentole e davanti ai loro fornelli. Le prove sono:

  • il menù del giorno, durante la quale le famiglie di ristoratori saranno chiamate a presentare ai giudici una proposta “fresca di giornata”. I giudici introdurranno il tema del giorno, e ispirate da questo loro avranno il compito di ideare e realizzare un menù in più portate;
  • la staffetta, gli sfidanti, nella realizzazione di una sola portata, dovranno testare la capacità di organizzare il lavoro in squadra, fino a scardinare le rispettive abitudini e sovvertire i ruoli, spingendo ciascun membro della famiglia a reagire all’imprevisto e anche a cavarsela da solo;
  • il duello finale, a cui parteciperanno le due famiglie peggiori della prova precedente: i giudici le sottoporranno al confronto con piatti o ingredienti che richiedono conoscenza delle tecniche di preparazione.

Mentre le famiglie in gara saranno impegnate ai fornelli, i giudici potranno ovviamente interagire con loro di persona, ma in più le osserveranno da un monitor in uno spazio dedicato, lasciando loro la possibilità di esprimersi liberamente in cucina e conoscendole molto da vicino, con tutti i loro pregi e difetti.