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Final Destination Bloodlines: ritorna la serie regina dello splatter — La recensione

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Per i fan dell’horror anni 2000 oggi è un giorno molto speciale: dopo quattordici interminabili anni la saga di horror sovrannaturale di Final Destination torna nelle sale con Final Destination Bloodlines. Il box office internazionale è alle stelle, già avvicinandosi alla somma di quello dei tre film precedenti: è una genuina risposta del mercato a qualcosa che colpisce nel segno dello zeitgeist o solo effetto nostalgia?

Final Destination Bloodlines: il classico, con un twist

Stefani non riesce a dormire. Ogni notte viene svegliata da un incubo tremendo, una visione del collasso di una torre-ristorante più di cinquant’anni prima che uccide tutti gli occupanti. Non capisce bene perché, ma sa che l’accaduto coinvolge intimamente sua nonna materna Iris, una donna disturbata che si è allontanata dalla famiglia prima che lei nascesse. Stefani scopre che quella notte Iris ha salvato molte vite, passando il resto della sua ad evitare accuratamente la morte per evitare che questa tocchi i suoi discendenti, che secondo le logiche della saga non sarebbero mai dovuti esistere. Ma la morte è finalmente pronta a esigere la sua vendetta, e toccherà a Stefani trovare un modo per proteggere madre, zii, fratello e cugini, guidata dal criptico diario di Iris.

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Macabro intrattenimento

Nell’era del reboot compulsivo, Final Destination Bloodlines ci mostra come riattivare una serie di film d’intrattenimento quasi quindici anni dopo l’ultimo. Ovvero: con attenzione ma senza starci a pensare troppo, rimanendo nel canone già stabilito (anche vero che il franchise di Final Destination lo rende particolarmente semplice, con film che condividono poco più della premessa). Il film sa cosa ci ha fatto innamorare della serie e ripropone la formula con una morte megasplatter più complicata e improbabile dopo l’altra.

Final Destination Bloodlines: twist quanto basta

Il solito, insomma, con una piccola differenza: Bloodlines circoscrive la sua tetra vicenda a un unico nucleo familiare, mettendo la premonizione fatale in un lontano passato. Questo piccolo twist aiuta il film a prendere un po’ di corpo, cambiando le dinamiche fra i personaggi e alzando la posta in gioco ad ogni kill.
Senza particolari pretese — alla fine è splatter, mica materiale da Oscar — Bloodlines centra il giusto rapporto fra familiarità e novità, mettendoci davanti un comfort food orrorifico finemente ingegnerizzato. 

 

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Il cast

Kaitlyn Santa Juana è Stefani, che torna dal college per la prima volta dopo aver lasciato suo fratello minore Charlie, interpretato da Teo Briones. Gabrielle Rose e Brec Bassinger interpretano la nonna Iris nel presente e nel passato rispettivamente. Richard Harmon, Owen Patrick Joiner e Anna Lore sono Erik, Bobby e Julia, i cugini di Stefani e Charlie, anche loro nella mire della morte. A completare il cast Rya Kihlstedt, Tinpo Lee, Alex Zahara e April Telek.

La recensione

Senza particolari pretese — alla fine è splatter, mica materiale da Oscar — Bloodlines centra il giusto rapporto fra familiarità e novità, mettendoci davanti un comfort food orrorifico finemente ingegnerizzato.

Voto:

7/10
7/10
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