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Flaminia, il buon debutto alla regia di Michela Giraud che non perde il suo stile

Michela Giraud ha debuttato oggi nelle sale con il suo primo film da regista oltre che da protagonista. Insieme a Michela Giraud troviamo Rita Abela, Antonello Fassari, Nina Soldano, Edoardo Purgatori, Catherine Bertoni de Laet, Ludovica Bizzaglia, Francesca Valtorta, Fabrizio Colica e Lucrezia Lante Della Rovere.

Flaminia De Angelis è tutto quello che una ragazza di Roma Nord dev’essere: sorridente, ossessionata dalla forma fisica e soprattutto ricca o meglio arricchita. Sotto la pressione di sua madre Francesca, sta per sposare Alberto, il figlio di un importante diplomatico regalando all’intera famiglia la tanto agognata scalata sociale.

Tutto è pronto per il grande evento quando nella vita patinata di Flaminia piomba Ludovica, la sua sorellastra, un uragano di complessità dal cuore ingestibile. Trentenne nello spettro autistico, Ludovica irrompe nella vita di Flaminia con la forza di un terremoto.

Un terremoto di emozioni, di contraddizioni, un terremoto che fa crollare tutte le certezze e le maschere con cui Flaminia è abituata a convivere che sono per lei come una calda coperta avvolgente, morbida, rassicurante.

Ludovica che vive la vita senza filtri inizia a far capire a Flaminia che quella coperta non è avvolgente, ma che è corta e pure un po’ infeltrita.

Michela Giraud senza tradire il suo stile divertente, cinico, diretto, scorretto, riesce a trattare il tema dell’autismo con la giusta misura da una parte l’amore incondizionato del padre verso Ludovica, quello che le giustifica tutto, quello che riesce a vedere oltre il suo essere non conforme in una realtà conformista dove la beneficenza si fa per ostentarla o per noia, dove l’imperfezione è una colpa. Dall’altro il fastidio e l’imbarazzo che proviamo quando quella finta perfezione è messa in discussione, è mandata in frantumi.

Trattare un tema così intimo come quello del rapporto tra due sorelle diversissime tra loro usando la leggerezza della commedia permette a noi spettatori di sentirci al sicuro perché possiamo ridere di quello di cui non si dovrebbe mai ridere, commuoverci, provare empatia e antipatia.

Da Crudella a Miranda Priestley passando per Karen Walker, Mary Fisher e tutte le “cattive” ragazze del cinema o della tv anche Flaminia ti passa sopra come un carrarmato, ma esattamente come tutte loro non è in guerra con il mondo ma si sta difendendo perché sa che ogni minima debolezza potrebbe essere la sua rovina.

Fino a quando…
… andate al cinema e lo scoprirete

Summary

Michela Giraud senza tradire il suo stile divertente, cinico, diretto, scorretto, riesce a trattare il tema dell’autismo con la giusta misura da una parte l’amore incondizionato del padre verso Ludovica, quello che le giustifica tutto, quello che riesce a vedere oltre il suo essere non conforme in una realtà conformista dove la beneficenza si fa per ostentarla o per noia, dove l’imperfezione è una colpa.

Voto:

7/10
7/10