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Grazie. E scusa: basta famiglie felici, è il momento del realismo – La recensione

Il Natale ci ha stancati alla nausea. Adesso, in attesa del Capodanno, facciamo detox dalle solite famiglie che si fanno aiutare da Babbo Natale per risolvere i loro problemi e torniamo sulla terra, nella vita vera, quella fatta di attacchi di nervi, litigi e incomprensioni, quella in cui i problemi si risolvono piano piano e con la buona volontà, e non grazie alle renne. Grazie. E scusa è un film svedese diretto da Lisa Aschan, scritto da Marie Østerbye e prodotto da Stine Meldgaard e Meta Louise Foldager Sørensen disponibile in streaming su Netflix a partire dal 26 dicembre. Una sorpresa, che forse non riuscirà ad entrare nella Top Ten di Netflix, ma non per questo non se lo meriterebbe.

Grazie. E scusa: storia di famiglie imperfette

Ogni famiglia felice è felice allo stesso modo. Quelle infelici sono tutte infelici a modo loro. Era così? In ogni caso, Grazie. E scusa è la storia di due o tre famiglie, ma soprattutto di due o tre persone, e di quanto è difficile navigare a vista nella vita, affrontando i tiri mancini del destino, la sfiga e tutto il resto. La protagonista assoluta, Sara, è incinta di 8 mesi e con un bambino piccolo quando il marito le comunica che vuole prendersi una pausa di riflessione. La notte stessa, muore. Nessun omicidio, nessun thriller, nessun Anatomy of a Fall: solo una disgrazia e una donna che reprime tutte le emozioni e sembra non reagire a nulla. Sara. dopotutto, a reprimere ci è abituata. Sorella minore, non ha fatto nulla quando nel divorzio tra i suoi genitori la maggiore, Linda, è andata a vivere con il padre. Non fa nulla quando il marito muore, quando il figlio le chiede cosa sta succedendo. Quando, dopo anni di distanza, proprio Linda si presenta a casa sua, portando il suo caos ma anche un senso di familiarità che a Sara mancava da sempre, tutto cambia. Ma non è una risoluzione immediata, quando una lotto dolorosa verso un futuro più aperto e più bello.

Grazie. E scusa: una storia verosimile

Due sorelle che la vita ha allontanato, liti di cui neanche si ricorda l’origine, nessuna traccia di comunicazione sana tra adulti. Solo persone un po’ rotte che cercano di tenersi insieme e poi, piano piano (ma pianissimo!) si rendono conto di poter chiedere aiuto anche a qualcun altro, per farlo. Non è facile, ma vale la pena provarci. Questo film è una piccola sorpresa di less is more e understatement, un dramma sottovoce che però è un po’ di tutti. Le cose non vengono espresse e poi esplodono in maniera bambinesca ma realistica e verosimile, senza monologhi teatrali né manierismi.

Il cast

Anche se attorno a loro si muovono un paio di personaggi più o meno surreali, le due protagoniste assolute di Grazie. E scusa sono Sanna Sundqvist, che interpreta Sara, e Charlotta Bjorck, che interpreta Linda.

Grazie. E scusa: basta famiglie felici, è il momento del realismo - La recensione

La recensione

Due sorelle che la vita ha allontanato, liti di cui neanche si ricorda l’origine, nessuna traccia di comunicazione sana tra adulti. Solo persone un po’ rotte che cercano di tenersi insieme e poi, piano piano (ma pianissimo!) si rendono conto di poter chiedere aiuto anche a qualcun altro, per farlo. Non è facile, ma vale la pena provarci. Questo film è una piccola sorpresa di less is more e understatement, un dramma sottovoce che però è un po’ di tutti. Le cose non vengono espresse e poi esplodono in maniera bambinesca ma realistica e verosimile, senza monologhi teatrali né manierismi.

Voto:

7.5/10
7.5/10