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Great Freedom la recensione: un film delicato e amaro che vale l’abbonamento a Mubi

Great Freedom

Great Freedom è un film che riesce a essere delicato e amaro, una di quelle pellicole che senza doversi sforzare di dire granché comunica in maniera chiara e sentita tutto quello che vuole comunicare. Diretto da Sebastian Meise, Great Freedom è stato selezionato dall’Austria per rappresentarla agli Oscar 2022, è stato scritto dallo stesso Meise con Thomas Reider e prodotto da FreibeuterFilm e Rohfilm Production.

Finora inedito in Italia, è stato premiato con il Premio della Giuria Un Certain Regard al Festival di Cannes 2021 ed è disponibile dal 27 gennaio su MUBI, piattaforma di streaming che sul sito dice di essere “Un servizio di streaming? Un curatore? Un editore? Un distributore? Un cinefilo? Sì”. Chiaro, no?

Great Freedom, un racconto di liberà collettiva

Great Freedom, in sintesi, è un racconto di libertà collettiva e individuale, ma anche di cosa comporta la mancanza della libertà, e di cosa succede nella vita di un uomo quando, dopo aver passato dei mesi in un campo di concentramento perché omosessuale, viene rimbalzato dentro e fuori la prigione per lo stesso motivo e per più di vent’anni.

Nella Germania del dopoguerra, la liberazione degli Alleati non fu sinonimo di libertà per tutti. Hans Hoffman, il protagonista di questo film, è giudicato colpevole per la sua omosessualità. Inizialmente traumatizzato e spaventato, impara a gestire una situazione orrenda che lui considera inevitabile, a ritagliarsi in una vita in punta di piedi e sempre con la paura addosso qualche istante di piacere, anche se questo vuol dire essere severamente punito.

In prigione svilupperà un forte legame con il suo compagno di cella Viktor, condannato per omicidio. I due metteranno da parte le loro differenze, assurde e incomprensibili (perché un omicida e un omosessuale si trovano nella stessa situazione? Sono colpe equiparabili?) e troveranno conforto non solo nella compagnia burbera l’uno dell’altro, ma anche nella vicinanza umana e nella tenerezza, che supera ogni confine e ogni cancello.

Un film ben fatto, ben recitato, ben comunicato, mai retorico, amaro, senza fronzoli né filtri. Cosa c’è da dire di più? Vale l’abbonamento a MUBI.

Il cast

Franz Rogowski è Hans Hoffmann, che da ragazzino terrorizzato e ferito diventa un uomo beffardo e senza paura (o almeno, questo è quello che vuole farci credere). Georg Friedrich è Viktor Kohl, suo improbabile amico, che lo aiuterà in un momento di sconforto e da lui sarà aiutato, con le buone o con le cattive. Nel cast anche Anton von Lucke, che interpreta Leo e Thomas Prenn nei panni di Oskar.

La recensione

Great Freedom è un film che riesce a essere delicato e amaro, una di quelle pellicole che senza doversi sforzare di dire granché comunica in maniera chiara e sentita tutto quello che vuole comunicare.

Voto:

8/10
8/10