“Per tutti gli adolescenti smarriti che devono ancora essere ritrovati”
Primi anni ’90, ho 12 anni circa, sono follemente innamorata di Dylan McKay, tifo per Kelly e la mia cameretta, a Roma, è tappezzata di poster di Cioè e Top Girl che ritraggono Luke Perry in pose alla James Dean e sguardo tenebroso. Quei poster mi seguiranno anche a Milano, ripiegati con cura negli scatoloni del trasloco, e il mio amore per Dylan continuerà per molti anni, ma crescendo i gusti cambiano, e a un certo punto lo sostituirò con Kurt Cobain, ma quel primo amore resterà sempre nel mio cuore.
4 marzo 2019: apro Instagram per postare qualcosa su una serie TV o un concerto, non ricordo. Vedo DM, notifiche, titoli di magazine americani che annunciano che Luke Perry è morto, a 52 anni, per un ictus. Sembra assurdo, quasi ridicolo da dire, ma una parte di quella ragazzina che custodivo dentro di me quel giorno se n’è andata. E non sapevo ancora che negli anni altri piccoli pezzi di lei, per motivi diversi e per gli sgambetti della vita, si sarebbero allontanati sempre di più.
La frase sugli adolescenti che ho usato come titolo arriva da I Am Luke Perry, documentario prodotto dall’amico e co-protagonista Jason Priestley per celebrare la vita di un talento generazionale: un ragazzo dalle origini umili diventato una star e un’icona pop. Attraverso fotografie e filmati – molti inediti – e nuove interviste a colleghi, amici e registi (Stephen Baldwin, Marisol Nichols, Timothy Olyphant e altri), il film ripercorre trent’anni di carriera di uno degli attori più amati dagli anni ’90 a oggi.
Dagli esordi alla “fine”, senza cadere mai nella retorica, il documentario ha un enorme pregio: separare Luke Perry da Dylan McKay, andare oltre, raccontare l’anima dell’attore senza cadere nell’eccessiva mitizzazione del personaggio che l’ha reso celebre. Senza banalità, un racconto sincero e onesto di chi era Luke Perry e del perché fosse così tanto amato non solo dai fan, ma anche dagli amici, dai colleghi e dalla famiglia.
Cosa racconta il documentario su Luke Perry
Dal ruolo che lo ha consacrato come Dylan McKay in Beverly Hills, 90210 ai suoi film più impegnativi come Normal Life e 8 Seconds, fino alle interpretazioni più mature in Riverdale e in C’era una volta a… Hollywood di Quentin Tarantino, Luke Perry ha costruito una carriera segnata da autenticità e dedizione. Il documentario che celebra il talento di un artista umile e instancabile, capace di superare l’etichetta di “teen idol” per affermarsi come attore maturo e rispettato, il cui lavoro ha toccato milioni di persone. Una produzione CW Original Network Entertainment, I am Luke Perry è scritto e diretto da Adrian Buitenhuis e ha come executive producer Ali Pejman, Tim Gamble, Erik Dekker, Adrian Buitenhuis, Rob Lee, Brian Gersh, Derik Murray, Kent Wingerak, Paul Gertz, Greg Zeschuk e Jason Priestley ed è prodotto da Stephen Sawchuk e Gemma Strongman.
I am Luke Perry è su Sky Documentaries sabato 15 novembre alle 22.50 disponibile on demand e in streaming.
