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Il Re, la presentazione della serie Sky con Luca Zingaretti

Il Re le dichiarazioni dalla conferenza stampa della nuova serie tv Sky con Luca Zingaretti

Il Re è l’attesa serie tv italiana di Sky prodotta da Wildside e The Apartament (gruppo Fremantle) da Lorenzo Mieli in collaborazione con Zocotoco. Una novità in partenza venerdì 18 marzo 2022 su Sky Atlantic e NOW in streaming (oltre che on demand) e che porta Luca Zingaretti su Sky in un ruolo duro e spietato.

Zingaretti è infatti il direttore di una prigione che gestisce come un suo regno. Quando le indagini della procura a seguito di un omicidio mettono a rischio il suo regno, il direttore farà di tutto per salvare se stesso e la propria struttura. La serie è scritta da Stefano Bises, Peppe Fiore, Bernando Pellegrini e Davide Serino, diretta da Giuseppe Gagliardi.

Il Re trama cast e trailer

Il Re le dichiarazioni della conferenza stampa

Presenti alla conferenza stampa de Il Re, oltre al cast, Antonella D’Errico, Executive Vice Presidente Programming Sky Italia, Nils Hartman, Executive Vice President Sky Studios Germania – Italia, Lorenzo Mieli e lo sceneggiatore Peppe Fiore.

D’Errico: “Un progetto rilevante da un punto di vista sociale e pubblico ma anche umano”. Hartmann sottolinea come cercassero a Sky Studios un prison drama e c’è arrivato questo progetto con un “cattivo che funziona deve essere scritto bene. Dal prison drama si evolve, si avvicina a Escape at Dannemora come tipologia, come un unico racconto”

Mieli: “un progetto che nasce da oltre 2 anni, con l’idea di partire da un genere come il prison drama per raccontare altro come negoziare con i criminali, l’uso della violenza come mezzo per il controllo. C’è stato bisogno di tanto studio e perizia, partito ovviamente dagli sceneggiatori. ”

Zingaretti: “Bruno Testori è stato un regalo per me come attore, per questo ringrazio Hartmann perchè da tempo volevo lavorare con Sky che ha cambiato il modo di fare serialità in Italia. Il personaggio è un uomo che è partito con una missione ha poi cambiato strada. L’umanità che emerge del personaggio finisce per creare sintonia con il pubblico che pur negativo resta un punto di riferimento”

Gagliardi: “è stato affascinante raccontare il potere di un capo che sta crollando e che lotta per mantenerlo. Bruno Testori è un essere umano, l’idea era toglerlo dal clichè del direttore del carcere e di elevarlo. La sfida è stata quella di cercare la tridimensionalità dei personaggi, con location reali che potrebbero restituire l’imponenza che schiaccia i personaggi. Abbiamo usato delle lenti che deformano in un certo senso i volti dei personaggi rendendo visivamente la deformità dei loro personaggi”.

Fiore: “insieme a tutto il gruppo di scrittura il primo punto di partenza era il fatto che fare un prison drama in Italia non è come farlo in altri paesi, il fatto che il carcere è stato sempre emergenziale in Italia racconta molto anche quello che è lo stato del nostro paese. Ispirandoci a carceri che esistono abbiamo sviluppato la serie. Siamo partiti da un personaggio molto forte che già si differenzia dal prison drama spesso costruito sui carcerati. Sono le donne che finiscono per mettere più in discussione la sua forza, il suo regno.

Bonaiuto: “il mio pubblico ministero è una donna con la bilancia della giustizia in mano, ha rinunciato a tutto per questa sua “ossessione”, ha una sorta di corazza e va avanti come un tank. Una donna sarcastica, a volte irritante.”

Bobulova: “Gloria è il lato intimo di Bruno, una sorta di bussola per lui e tanti errori che lui fa li fa anche perchè ha perso questa bussola”

Colangeli: “Nicola giustifica Bruno sia per il ruolo che per il rapporto di amicizia che hanno.

Le domande

Claudia Catalli (wired) domanda ad Anna Bonaiuto sulla costruzione del personaggio e a Luca Zingaretti sulla frase che dice il suo personaggio sul non credere a una giustizia che non comprende la ragione di chi è in carcere.
Bonaiuto: non ho pensato ad altri personaggi, quanto magari ad altri magistrati, pubblici ministeri che conosco
Zingaretti: le leggi non possono contemplare tutto lo scibile umano e tutte le sfumature, Bruno a un certo punto decide lui come amministrare la giustizia,

Laura Rio (il Giornale) quanto c’è di Montalbano in Bruno? avete parlato con dei detenuti?
Zingaretti: ho parlato con magistrati, detenuti ed ex detenuti, agenti penitenziari è parte del lavoro di documentazione. Trovo impossibile un paragone con Montalbano quello è un mondo delle favole, è una maschera creata da Camilleri, è commedia dell’arte che abbiamo lavorato per rendere reale.
Fiore: abbiamo avuto diverse consulenze sia sul carcere, che sull’Islam che sulla geopolitica presente nella serie.

Domanda sul cambio da Montalbano a Bruno Testori a Zingaretti: “non c’è alcun desiderio di riscatto, di volerlo dimenticare, mi sono sentito semplicemente di voler chiudere quell’esperienza perchè sono venuti a mancare alcuni compagni. Questo progetto nasce prima, ancora prima della chiusura di Montalbano, volevo raccontare questo personaggio che all’improvviso perde la bussola. Non c’è alcun legame tra la fine di Montalbano e questo perchè da tempo stavo lavorando per portare storie che mi piaceva di raccontare”.

Domanda da Metro sulla struttura architettonica, risponde il regista Gagliardi “volevamo raccontare questo regno e abbiamo usato il carcere abbandonato di Civitavecchia e il museo del carcere di Torino, soprattutto il panopticon centrale arriva dal carcere di Torino ed era un luogo ideale da cui far partire le varie vicende. Volevamo che la struttura schiacciasse i personaggi come un altro protagonista. E poi abbiamo impiantato tutto a Trieste che è lontana dall’immaginario italiano, una città che è incrocio tra culture, di frontiera.”
Fiore: “l’idea del panopticon c’era fin dalle prime fasi di scrittura perchè fondamentale per il personaggio. ”

Il cast

  • Luca Zingaretti è Bruno Testori, il direttore del carcere San Michele
  • Isabella Ragonese è un’agente della penitenziaria
  • Anna Bonaiuto è il pubblico ministero che indaga su Testori
  • Barbora Bobulova è l’ex moglie di Testori
  • Giorgio Colangeli è Iaccarino, il comandante della prigione e amico fidato di Testori