Da quando ha deciso di lanciare la piattaforma di streaming Disney+ inserendo tutto il meglio degli studios di cui è proprietaria, Disney sta continuando a produrre e rilasciare serie tv Marvel dai risultati altalenanti e che dividono pubblico e critica. Ironheart in arrivo il 25 giugno con le prime 3 puntate seguite da altre 3 la settimana successiva non è e non sarà da meno.
Al di là della qualità intrinseca del prodotto anche Ironheart ha il solito difetto di tutta la serialità Marvel-Disney recente, cerca di blandire i fan, strizza l’occhio a tutti dagli adolescenti agli adulti, parla a chi conosce i film ma allo stesso tempo cerca di rivolgersi anche a tutto il resto del pubblico. L’unica eccezione a una serie di fallimenti è sicuramente Daredevil: Rinascita (o Born Again) che sebbene sia costruita per blandire i fan delle vecchie serie Marvel-Netflix, è una serie tv con un’idea ben definita e con la voglia di esistere in quanto tale.

Nonostante siano passati gli anni, infatti, Marvel e Disney non hanno ancora deciso cosa fare con le serie tv. Perché Ironheart in 6 puntate è l’ennesima miniserie che vuole espandere l’universo cinematografico della Marvel, riprendendo il personaggio di Riri Williams già visto in Wakanda Forever, ad uso e consumo dei fan più accaniti ma che rischia di interessare poco quelli più distratti. Se concettualmente l’idea dei continui rimandi tra la serialità e il cinema poteva essere interessante, la paura che questo collegamento non fosse poi così continuo, ha frenato Marvel dal fare davvero un unico e profondo universo. Le sue serie tv sono così rapidi affreschi, come se fossero dei provini per attori e personaggi per poi magari fare il grande salto al cinema.

Ironheart è una miniserie ben fatta, questo non si può negare. Ryan Coogler, regista dei due film di Black Panther, nelle vesti di produttore ha saputo indirizzare il personaggio introdotto nel suo film. Il rapporto tra magia e tecnologia che amplifica quell’aspetto già introdotto in Agatha All Along è sicuramente interessante e visivamente coinvolgente, ma la sensazione è di trovarsi davanti all’ennesima parentesi che può aggiungere qualcosa ai fan più accaniti ma che può essere evitata da chi va solo al cinema a guardare i film. E che sicuramente è inutile per chi non vede i film Marvel.
La serie ha complessivamente un impianto da teen drama per supereroi, inseguendo ancora la convinzione che siano i giovanissimi il pubblico di riferimento per queste serie. Indugia in personaggi sopra le righe, eccessivi senza ragione, come se i criminali dovessero essere soltanto dei simil freaks. Abbraccia tematiche come il lutto, la famiglia, gli affetti, il senso del dovere ma tutto viene accumulato per arrivare al finale che apre la strada a possibilità diverse che probabilmente saranno esplorate al cinema.
Se non siete fan dell’universo Marvel, non correte al cinema per vedere i film, magari non conoscete nemmeno i fumetti, lasciate perdere Ironheart e questa tipologia di serie tv.
Summary
Una serie tv fin troppo per i fan dell’Universo Marvel. Ha il suo stile e le sue caratteristiche ma difficilmente potrà interessare chi non è appassionato di quel mondo
Voto:
6/10