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Joker – Folie à deux, la recensione: troppa poca carne al fuoco…ed è un peccato!

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Cinque anni dopo la sorpresa che è stata il primo Joker, Todd Phillips ci riporta inaspettatamente a Gotham. Il primo film non si prestava precisamente a sequel, quindi il regista e il co-sceneggiatore Scott Silver sono dovuti ripartire da zero, con una nuova idea originale. Il film, prodotto dalla Village Roadshow Pictures con DC Studios e Joint Effort, sarà distribuito nelle sale italiane da Warner Bros Italia dal 2 ottobre.   

Joker – Folie à deux: un amore dietro le sbarre

Nei due anni successivi ai tragici e criminosi eventi che hanno chiuso Joker, Arthur Fleck è stato un detenuto modello dell’Arkham Asylum: tiene  la testa bassa, prende le sue medicine e, su consiglio della sua legale, evita di nutrire il circo mediatico che si è costruito intorno alla figura di Joker. Quello che molti definiscono il ‘processo del secolo’ si avvicina, e l’unico modo che Arthur ha per evitare la pena di morte è dimostrare che Joker e Arthur sono due personalità distinte. Ma d’improvviso nella sua vita monotona da internato entra Lee, un’altra paziente dell’ospedale per la quale il cuore di Arthur, letteralmente, canta. Rimanere uniti sotto i riflettori però non è facile, specialmente in una città in cui Arthur non è il solo ad avere difficoltà a capire il confine fra fantasia e realtà

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Troppa poca carne al fuoco

Una lista in ordine sparso di cose di cui questo film abusa: i controluce, le sigarette, le inquadrature fisse di Joaquin Phoenix che fissa fuori dal finestrino di un veicolo, la sezione ottoni della band, la scelta di inserire le sezioni cantate in generale. Se suono più piccato del solito è perché Joker – Folie à deux non è un film tutto da buttare. Un nucleo centrale, quello sulla differenza fra il Joker figura mediatica e l’Arthur persona, è molto valido, ma il film si rifiuta di farlo venire a galla e concentra tutta la sua attenzione sull’avanti-indietro fra Joker e Harley, con i suoi numeri musicali e le sue fantasie. Anche production design e fotografia sono brillanti come nel predecessore e la performance di Phoenix dimostra un range micidiale: se non risulta altrettanto potente è solo perché la sceneggiatura non è abbastanza forte da investirci davvero nel personaggio di Arthur.

Joker- Folie à deux, la recensione: più di tutto un peccato

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Una cosa che va concessa a Phillips e Silver è il fegato: come cinque anni fa hanno preso un’IP nota e l’hanno usata per costruire un film che tocca la solitudine e le ragioni sistemiche della patologia psichiatrica, anche al secondo giro ci hanno tentato qualcosa di completamente inaspettato. Questa volta, però, la ricetta non funziona. Il che è un enorme peccato soprattutto perché è così raro vedere un maxi budget concesso a qualcosa di atipico, e ci chiediamo quale sarà la prossima volta che l’industria darà una chance ad un’operazione del genere.

Il cast

Joaquin Phoenix riprende l’iconico ruolo di Arthur Fleck/Joker, un uomo instabile diventato un simbolo per gli oppressi di Gotham. Lady Gaga è Lee/Harley Quinn, una giovane psichiatra che si infatua della figura di Joker al punto tale da farsi internare nell’Arkham Asylum. Brendan Gleeson è Jackie, una guardia dell’Arkham Aslylum. Catherine Keener è l’avvocato di Arthur, mentre Harry Lewtey è il procuratore distrettuale Harvey Dent.

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La recensione

Un nucleo centrale, quello sulla differenza fra il Joker figura mediatica e l’Arthur persona, è molto valido, ma il film si rifiuta di farlo venire a galla e concentra tutta la sua attenzione sull’avanti-indietro fra Joker e Harley, con i suoi numeri musicali e le sue fantasie. Un gran peccato.

Voto:

5/10
5/10
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