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Killers of the Flower Moon, il capolavoro massimalista di Scorsese – La recensione

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Scorsese è tornato con un colossal enorme e spaventoso (a partire dalla lunghezza, 3 ore e 26 minuti) che però si merita di essere visto. Killers of the Flower Moon, western epico girato con un film sulla mafia italo-americana, arriva nei cinema a partire dal 19 ottobre distribuito da 01distribution. È diretto da Scorsese, ovviamente, e sceneggiato da Scorsese stesso con Eric Roth sulla base del libro omonimo del 2017, un saggio scritto da David Grann su fatti realmente accaduti.

Si tratta della sesta collaborazione tra il regista e DiCaprio e della decima tra il regista e De Niro, ed è prodotto da Apple Studios, Imperative Entertainment, Sikelia Productions e Appian Way Productions. Ha avuto la sua premiere mondiale al Festival del Cinema di Cannes, e dovrebbe arrivare su AppleTV+, ma non c’è ancora una data precisa.

Killers of the Flower Moon, la trama

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Ernst torna dalla guerra e decide di andare a casa dello zio Bill Hale, dove si trova anche suo fratello, Byron. Questa casa di trova nel territorio della tribù di nativi d’America degli Osage, che sono diventati ricchissimi grazie ai giacimenti di petrolio, e ora convivono con bianchi assetati di denaro, che fanno di tutti per derubarli della loro ricchezza in un modo o nell’altro.

Bill Hale, però, non si occupa di petrolio ma di bestiame, ed è molto amato e rispettato dalla comunità. Quando Ernst, che vuole fare di tutto per piacere allo zio, si avvicina all’affascinante Mollie, che ha una famiglia numerosa e di sangue puro, quindi è molto ricca, la macchina di Hale si mette in moto, travolgendo tutto al suo passaggio.

Killers of the Flower Moon, la recensione

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Martin Scorsese, delle nostre lamentele sui film lunghi, se ne infischia. Martin Scorsese vuole raccontare una storia di invasione, sopruso, razzismo, sopraffazione dell’uomo bianco e lo vuole fare con i suoi tempi e le sue modalità, che sono 1) i film gangster con De Niro 2) tutte. Killers of the Flower Moon è un lavoro impressionante di massimalismo e di collage, che ci regala le immagini al cinematografo, le scene di balli e canti e riti indigeni, addirittura le scritte statiche da film muto, senza tradire l’ultimo Scorsese, anzi portandolo in alto.

Anche nei toni, che vanno dal tragico all’ironico, dallo sprezzante all’amaro. Una riflessione profonda sulle sfumature del male, da quello voluto e cercato a quello banale e bovino, dal delitto al silenzio. Un male oleoso come il petrolio, che vive nelle vene dell’uomo bianco e fa parte della sua natura, ancora oggi, grottesco nella sua impunità. Queste cose le sappiamo, eppure le ignoriamo. Le conosciamo, eppure facciamo finta di no. Anche questo è male.

Non si scappa, Killers of the Flower Moon riempie gli occhi e rimane lì per ore, forse giorni. Nel 2023 stare attenti per 3 ore e mezza di fila è quasi impossibile. Scorsese ci chiede il miracolo, noncurante. La storia sta al primo posto. In cambio, riceviamo un film enorme, grandioso, una Lily Gladstone magnetica e terribile, sia nell’arrendevolezza che nella durezza e, con un ultimo tocco di ironia ma anche di gravitas, Scorsese in persona che ci racconta il finale.

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Il cast

Leonardo DiCaprio è Ernest Burkhart, ex soldato che va dallo zio ricco a cercare fortuna.
Robert De Niro è William Hale, lo zio benvoluto che nasconde più di un’ombra. Lily Gladstone è Mollie Burkhart, protagonista femminile del film, nativa d’America purosangue decisa ad arrivare alla verità. Jesse Plemons è Thomas Bruce White Sr., detective del neonato FBI che viene mandato a indagare. Nel cast anche Brendan Fraser (W. S. Hamilton), Tantoo Cardinal (Lizzie Q), Cara Jade Myers (Anna Brown), JaNae Collins (Reta), Jillian Dion (Minnie) e William Belleau (Henry Roan).

La recensione

Nel 2023 stare attenti per 3 ore e mezza di fila è quasi impossibile. Scorsese ci chiede il miracolo, noncurante. La storia sta al primo posto. In cambio, riceviamo un film enorme, grandioso, una Lily Gladstone magnetica e terribile, sia nell’arrendevolezza che nella durezza e, con un ultimo tocco di ironia ma anche di gravitas, Scorsese in persona che ci racconta il finale.

Voto:

9/10
9/10
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