Dituttounpop > SERIE TV > La Casa di Carta: Corea un remake migliore dell’originale ma sostanzialmente inutile – La Recensione

La Casa di Carta: Corea un remake migliore dell’originale ma sostanzialmente inutile – La Recensione

La Casa di Carta: Corea il remake del fenomeno globale su Netflix dal 24 giugno con i primi 6 episodi (si è divisa in due blocchi)

La Casa di Carta: Corea è il remake de La Casa de Papel, il fenomeno internazionale conosciuto come Money Heist nei paesi anglofoni. Il titolo originale del remake è infatti Money Heist Korea – Joint Economic Area, inserendo nel titolo l’unico elemento di interesse del progetto. Infatti la serie è ambientata in una realtà in cui le due Coree, dopo un periodo di guerra, raggiungono una tregua e addirittura decidono di unirsi.

La serie seguirà la scansione originale spagnola e il 24 giugno vengono caricati i primi 6 episodi con una durata variabile intorno ai 60 minuti, restanti sei episodi arriveranno prossimamente. La Casa di Carta: Corea per assurdo è superiore alla serie originale di cui è il remake. La storia è più convincente, priva di eccessi retorici e melodrammatici e il contesto politico-sociale è più interessante. Peccato però che essendo un perfetto remake risulti tutto uno sforzo produttivo inutile per qualcosa di già visto.

La Trama

La Tokyo coreana narra la storia, come nell’originale. Il suo racconto stavolta parte quando era solo una ragazzina che sognava di entrare in un gruppo K-Pop chiamato The Army, finita poi nel vero esercito in guerra con la Corea del Nord fino alla tregua e all’unificazione. Ma le promesse di pace e benessere si scontrano con le ragioni del capitalismo e si ritrova sola e disperata. Proprio in quel momento incontra il professore che gli propone il piano del secolo: rapinare la Zecca delle due Coree. Posta nella Joint Economic Area che ha sostituito la realista zona di sicurezza, la zecca è preposta a stampare il nuovo denaro unito, un luogo super-protetto e fortemente simbolico.

La Casa di Carta Corea La recensione

Il remake nasce per adattare un contenuto straniero agli usi e i costumi locali. In un’epoca precedente alla globalizzazione televisiva attuale, era anche un modo per far scoprire una storia a un nuovo pubblico. Nel corso del tempo la formula si è evoluta e sempre più spesso assistiamo ad adattamenti di un format, storie di cui viene presa l’idea di base per poi realizzarla in modo indipendente. Il valore di un remake è però proporzionato anche alla conoscenza del suo originale. E qui nasce la grande domanda dietro l’adattamento di La Casa di Carta: perchè un fenomeno globale da milioni di visualizzazioni ha bisogno di un remake? 

Qual è il pubblico cui si rivolge La Casa di Carta: Corea? Sicuramente domani sarò smentito e questa serie tv farà milioni di visualizzazioni, ma obiettivamente è un’operazione senza senso e che sembra un controsenso rispetto alla natura stessa di una piattaforma globale come Netlfix. Come se l’esigenza di sfruttare un brand fino al suo estremo, superi la necessità narrativa di raccontare qualcosa di nuovo.

La Casa di Carta: Corea è una serie tv migliore dell’originale, ma che si fatica a seguire perchè uguale all’originale nello sviluppo della storia. La tensione narrativa si scioglie davanti alla ripetizione di situazioni già viste e non basta il modo in cui il racconto è gestito a far dimenticare che si tratta di qualcosa di già visto.

Eppure siamo di fronte ha una serie tv nettamente superiore alla soap opera criminale spagnola. La Casa di Carta: Corea è spurgata dagli eccessi melodrammatici dell’originale, più asciutta, concreta e in certi risvolti della trama anche più coerente, come per il rapporto tra il professore e la Raquel del posto. Il contesto politico-sociale, con lo scontro tra due mondi opposti come quello della Corea del Nord e del Sud, è l’altro elemento interessante (per quanto irrealistico). Però tutto l’entusiasmo scema nel momento in cui ti accorgi di come i personaggi siano intercambiabili, di come le situazioni siano le stesse di quelle già vissute. E l’effetto deja vu ti porta inevitabilmente a chiudere Netflix e aprire Apple Tv+ o Prime Video o Disney+ in cerca di una storia diversa da vedere.

L’idea di un remake o in generale di una serie tv per continuare a sfruttare l’onda della serie non è sbagliata, ma vista la portata globale del fenomeno Papel e del suo forte valore identificativo (vedi l’esempio del successo di Bella Ciao) sarebbe stato più interessante prendere l’idea e stravolgere totalmente la serie. Ma vedere anche gli stessi personaggi solo con un volto diverso obiettivamente nell’era della peak tv fa cadere le braccia.

Il cast

  • Yoo Ji-tae è il Professore
  • Park Hae-soo è Berlino
  • Jeon Jong-seo è Tokyo
  • Lee Won-jong è Moscow
  • Kim Ji-hoon è Denver
  • Jang Yoon-ju è Nairobi
  • Lee Hyun-woo è Rio
  • Kim Ji-hun è Helsinki
  • Lee Kyu-ho è Oslo
  • Kim Yun-jin è Seon Woo-jin, la negoziatrice di fatto Raquel/Lisbona
  • Kim Sung-oh è il capitano Cha Moo-hyuk

É da vedere se…

…inutile girarci intorno, l’unica ragione per cui la serie è da vedere è se non avete visto La Casa di Carta o se siete così innamorati della serie di volerla vedere con altri personaggi. Per il resto vi consigliamo di scaricare l’app gratuita di TV Tips e di usare la funzione “Match” con la quale potete scoprire la prossima serie da guardare, con consigli legati ai vostri interessi.

La Casa di Carta Corea la recensione, la trama, il cast del remake della serie tv Netflix, il voto, perchè vedere la serieLa Casa di Carta: Corea un remake migliore dell'originale ma sostanzialmente inutile - La Recensione