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La chimera, gioiosa indagine di paure profonde e solitudini incolmabili – La recensione

Ha aperto Filmmaker 2023 – festival cinematografico che si tiene a Milano dal 17 al 27 novembre – La Chimera, film di Alice Rohrwacher presentato a Cannes e a Roma. Un film unico, proprio da festival, una pietra preziosa trovata nell’argilla, luccicantissima. Il film, che Alice Rohrwacher ha anche scritto insieme a Marco Pettenello e Carmela Covino, è prodotto da Tempesta, Rai Cinema, Ad Vitam e Amka Films Production ed è disponibile nelle sale cinematografiche a partire dal 23 novembre, distribuito da 01Distribution. Una perla di realismo quasi magico che lascia stupiti. Cosa aspettate? Correte al cinema.

La Chimera, storia dei tombaroli

Sono gli anni Ottanta e ci troviamo nella Tuscia, in pieno territorio etrusco. I tombaroli sono tollerati, anzi riconosciuti e integrati all’interno della comunità, protetti dall’omertà. Le forze dell’ordine tentano di fare qualcosa, ma è quasi sempre invano. Tanto che Arthur, ragazzo inglese taciturno e rabbioso, non appena esce dalla prigione torna dalla sua famiglia di ladri, nella sua catapecchia, a fare esattamente quello per cui è stato preso: profanare i siti archeologici e rubarne gli artefatti per rivenderli a un certo, misteriosissimo, Spartaco. Non ha scelta: ha un dono tutto particolare, che gli fa sentire dove si trovano i resti archeologici, che ama moltissimo, tanto da star male.

La forza dei personaggi

Piano piano il quadro si allarga, e ad Arthur si aggiungono altri personaggi, tutti parimenti affascinanti e miserabili. C’è la signora anziana che vive in una casa un tempo fastosa ma adesso abbandonata, nella convinzione che la figlia morta, Beniamina, tornerà. Ci sono le sue figlie e nipoti, parimenti generose e cattive, malpensanti, che la circondano di affetto e la derubano, tutto insieme. C’è Italia, la sua studentessa/domestica, che sopporta le sue angherie per un motivo ben preciso. Ci sono i compari di Arthur, che sono la sua unica famiglia ma sono anche ossessionati dal denaro, che gli vogliono bene ma che lo usano. Quello che ne esce è una visione di un’umanità disperata ma anche buona, che cerca la comunità ma che si sente molto sola e che combatte contro le sue chimere, tutte diverse, e una sensibilità per l’umano che non si trova tanto facilmente.

La chimera, una composizione ad anello

La storia è molto forte, gli interpreti anche. Josh O’Connor spicca, ma non è l’unico. Quello che però mi ha definitivamente conquistata di questa storia fantastica ma anche terrena è la composizione quasi ad anello. Ci sono degli elementi, in questo film, comunicati anche con un paio di colpi di genio registici, che tornano e che si fanno riconoscere, che comunicano significati e fanno presagire il male. La Chimera ha una forza visiva stupefacente, che ti rimane addosso. Un gioiello nel fango che celebra anche il suo fango, perché senza quel fango non splenderebbe così.

Il cast

Josh O’Connor interpreta Arthur l’inglese, condannato dal suo dono e dalle sue chimere, che ama l’archeologia più di qualsiasi altra cosa. Carol Duarte è Italia, domestica studentessa che riesce a creare una comunità vera. Isabella Rossellini è la vecchia signora che vive nella casa abbandonata, aspettando una figlia che non tornerà mai. Nel cast anche  Alba Rohrwacher e Vincenzo Nemolato.

La chimera, gioiosa indagine di paure profonde e solitudini incolmabili - La recensione

La recensione

La storia è molto forte, gli interpreti anche. Josh O’Connor spicca, ma non è l’unico. Quello che però mi ha definitivamente conquistata di questa storia fantastica ma anche terrena è la composizione quasi ad anello. Ci sono degli elementi, in questo film, comunicati anche con un paio di colpi di genio registici, che tornano e che si fanno riconoscere, che comunicano significati e fanno presagire il male. La Chimera ha una forza visiva stupefacente, che ti rimane addosso. Un gioiello nel fango che celebra anche il suo fango, perché senza quel fango non splenderebbe così.

Voto:

8.5/10
8.5/10