Nuovo appuntamento con Le Iene, domenica 26 ottobre su Italia 1 e Mediaset Infinity in streaming anche dall’estero, su www.iene.it. Max Angioni e Veronica Gentili, conduttori anche di questa edizione del programma, introdurranno i diversi servizi dove ampio spazio sarà dato alla cronaca nera.
Le Iene del 26 ottobre, gli ospiti
Ospiti della puntata de Le Iene del 26 ottobre sono la cantante Jolanda Renga, primogenita di Ambra Angiolini e Francesco Renga, e Marie Kondō, scrittrice giapponese di libri di economia domestica.
I servizi
Daniele Bonistalli ricostruisce la vicenda giudiziaria che vede coinvolto Mario Gregoraci, padre della showgirl Elisabetta. L’uomo sarebbe accusato di aver commesso atti persecutori e maltrattamenti nei confronti della sua ex compagna, Rosita Gentile. Secondo quanto denunciato dalla donna, Gregoraci l’avrebbe picchiata, vessata e minacciata. Nel servizio, parla in esclusiva ai microfoni dell’inviato Rosita Gentile, che ha deciso di raccontare la sua storia dopo dodici anni di presunte violenze.
Nel servizio di Veronica Ruggeri, la notizia della riapertura del processo per la morte di Serena Mollicone: la Cassazione ha annullato la sentenza di assoluzione per i Mottola, disponendo un nuovo giudizio. Nel giugno del 2001, Serena venne trovata morta in un bosco. Secondo l’accusa, a seguito degli accertamenti del RIS svolti quasi vent’anni dopo i fatti, fu comprovato che l’omicidio avvenne all’interno della caserma dei Carabinieri di Arce, dove la ragazza entrò e non ne uscì più in vita.
Ma Serena non fu l’unica vittima di questa storia. L’11 aprile del 2008, in una diga, in un luogo piuttosto isolato, venne ritrovata un’auto con all’interno il corpo senza vita del brigadiere Santino Tuzi, che aveva partecipato alle indagini sul caso Mollicone. A seguito delle prime analisi, si parlò di suicidio, attribuito a una presunta depressione. Eppure, quella scena apparve da subito anomala: dalla pistola di Santino mancavano due colpi, ma nel suo corpo ne venne rinvenuto soltanto uno.
Oggi la famiglia Tuzi, che non ha mai creduto fino in fondo alla tesi del suicidio, ha incaricato dei consulenti privati di riesaminare il caso. Le nuove analisi partono proprio dall’arma con cui l’uomo si sarebbe ucciso — una pistola di ordinanza che presenta elementi ancora poco chiari — e mettono in fila una serie di incongruenze, omissioni e dettagli mai del tutto chiariti nelle indagini ufficiali.
