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Leonardo su Rai 1, la presentazione alla stampa tra finzione, omosessualità e L’Alleanza

Leonardo su Rai 1 dal 23 marzo la coproduzione internazionale che rafforza l’Alleanza

Debutta martedì 23 marzo Leonardo su Rai 1 con le prime 2 puntate (su 8 totali) anche in streaming su RaiPlay. Produzione dal budget di 30 milioni di euro, significativo per l’Europa, come ricorda Luca Bernabei, produttore con Lux Vide, durante la conferenza stampa di presentazione via zoom che ha radunato davanti uno schermo attori e giornalisti da tutto il mondo.

Nonostante l’internazionalità nella conferenza di Leonardo sono emerse le classiche beghe di casa nostra. Così la domanda sulla necessità di raccontare l’omosessualità dell’artista difesa da Frank Spotnitz, showrunner della serie: “abbiamo attinto da diverse fonti e l’omosessualità di Leonardo siamo convinti fosse reale, era quindi necessaria per comprendere a pieno la sua vita e soprattutto perchè rendeva ancora più forte la relazione platonica con Caterina (interpretata da Matilda De Angelis), basata su un affetto profondo”.

Incredibile poi che durante una conferenza stampa di una serie tv, di un’opera di finzione si debba ancora chiarire la differenza tra documentario e fiction a chi domanda quanto ci sia di vero e quanto di inventato negli episodi, considerando che al centro della serie, oltre alle opere e alla vita dell’artista, c’è un indagine di omicidio condotta da Stefano Giraldi (Freddie Highmore) con al centro proprio Leonardo. Si può discutere se potesse essere o meno narrativamente accattivante ma non domandarsi perchè in un’opera di finzione vengano introdotti elementi nuovi per rendere tutto più interessante per un pubblico globale.

Così come ha fatto molto discutere la figura di Caterina di cui non si sa nulla e che appare una ricostruzione degli autori, che ha scatenato la reazione anche un po’ indispettita di Luca Bernabeifacciamo serie tv non documentari abbiamo studiato tanto perchè è quello che facciamo noi Lux e gli sceneggiatori. La storia di Caterina è vera perchè si sono trovati contratti di Caterina e abbiamo intessuto alcun fatti d invenzione nella vita vera di Leonardo, per creare storie adatte al pubblico vasto della tv”. Con Matilda De Angelis che ha aggiunto “anche un Leonardo che parla inglese è finzione, è uno patto con lo spettatore” e Spotnitz ha chiuso la questione spiegando come “arrivando alla fine della serie è più chiaro il perchè non sappiamo nulla di Caterina“. Highmore e Spotnitz hanno sottolineato come l’amore per Caterina sia ancora più forte e più bello proprio perchè non consumato.

L’obiettivo, spiegato da Steve Thompson (co-creatore con Spotnitz, mentre la regia è di Alexis Sweet e Dan Percival) è stato creare un percorso tra gli aspetti più misteriosi della vita di Leonardo, dando vita a elementi che potessero incuriosire il pubblico, passando attraverso le sue opere “la sfida era proprio scegliere quale opera raccontare, ogni episodio è su un’opera e sui conflitti per realizzarla. Tra questi c’è una mappa delle dighe di Imola dall’alto”.

La domanda sulla difficoltà di recitare in inglese, figlia di uno sguardo troppo rivolto al nostro ombelico, è stata utile per mostrare le differenze tra generazioni di attori ormai lontanissime. Infatti Giancarlo Giannini nel rispondere è partito per un volo pindarico sul ruolo dell’attore e sul fatto che lui “parla l’inglese dello straniero, se ci chiamano è perchè vogliono questo” mentre Matilda De Angelis (già passata anche per The Undoing) oltre ad aver interagito con Aiden Turner (Leonardo) in perfetto inglese durante la conferenza, ha sottolineato come stia lavorando proprio per eliminare il gap e le differenze “anzi recitando in inglese mi sento più libera è come se recitassi per la prima volta”. Nella versione italiana è doppiata perchè ha spiegato che si trovava a Venezia per girare un film e anche per il Covid non avrebbe potuto metterci il tempo e l’impegno necessario per doppiare al meglio.

La vocazione internazionale

Leonardo è stato un lavoro maestoso e impegnativo anche perchè è stata una delle prime produzioni in Europa a ripartire in piena pandemia lo scorso giugno e per limitare gli spostamenti è stata ricostruita Milano in studio.

La serie è realizzata all’interno de L’Alleanza il patto tra broadcaster pubblici europei e in particolare da Rai e France Tv (senza i tedeschi in questa occasione) con Sony che è non solo distributore ma anche produttore.