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Lupin 3, la semplicità di una serie normale e perfetta per Netflix – La recensione

Su Netflix è arrivata la terza parte di Lupin, la serie francese che non ha per protagonista il ladro gentiluomo della letteratura, ma Assane Diop, personaggio interpretato da Omar Sy che nei suoi colpi si ispira a Lupin. Sette nuove puntate che teoricamente sarebbero la seconda stagione ma che la suddivisione in parti rende tutto più complicato. Giusto perchè ci piace variare la terminologia.

Lupin 3 la recensione

La sostanza non cambia e Lupin con la terza parte, prende una direzione ancor più giocosa, dinamica, divertente e spettacolare, rispetto alle prime due parti. Le sette puntate sono un vorticoso gioco di travestimenti, colpi dalle dinamiche misteriose successivamente svelate dalla narrazione. Le puntate si susseguono con una struttura simile mentre sullo sfondo prende le mosse una trama orizzontale che diventerà preponderante nel finale di questa parte.

George Kay con il suo Lupin non fa altro che replicare in forma sintetica la formula dei procedurali americani, tanto amati dalla tv in chiaro francese e non solo. Una tipologia di serie spesso bistrattata ma che continua ancora oggi a funzionare, capace di rendere familiari allo spettatore i vari personaggi. In questo caso, però, si punta più sull’aspetto ripetitivo delle situazioni, visto che per la familiarità non ci sono le puntate sufficienti per costruirla.

Il divertimento di una serie giocosa

Omar Sy ha gioco facile a dar vita a un simpatico guascone, cui è impossibile voler male anche se ti deruba il bene più prezioso che hai in casa. I colpi imbastiti da Assane Diop sono tutti costruiti su un presupposto fondamentale: la distrazione dei suoi avventori, l’abitudine e la ripetitività dei gesti delle persone. Senza di questo la maggior parte delle situazioni cadrebbe. Come in ogni heist movie che si rispetti, la parte migliore delle puntate di Lupin sta proprio nello sviluppo e spiegazione del piano messo in atto. Lupin dà il suo meglio quando si lascia andare ai colpi a effetto, alle rapine, ai travestimenti.

Lo sanno bene in casa Netflix e questa terza parte è una corsa continua alla situazione più assurda ed estrema, tanto poi una soluzione, una spiegazione la si trova sempre. L’importante è far divertire lo spettatore, che non deve riflettere, ragionare o andare in cerca delle spiegazioni. Lupin è intrattenimento allo stato puro, quello vecchio stampo da televisione generalista. Perfettamente in linea con una piattaforma che ha ormai questa vocazione nazional popolare, capace di abbracciare tutti e di intrattenere tutti. Una piattaforma con prodotti più popolari e altri più di nicchia e raffinati. Tutto per tutti potrebbe essere il motto di Netflix.

Lupin parte terza

Ispirati ai romanzi di Lupin, i colpi spettacolari e divertenti di Assane Diop sono l’anima della serie che vive proprio sull’onda dell’intrattenimento generalista, adatto a tutti, piacevole e divertente. Le situazioni si susseguono cercando di creare quell’effetto sorpresa capace di catturare lo spettatore. Omar Sy è perfetto nel ruolo del simpatico guascone trasformista.

Voto:

6.5/10
6.5/10