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Matilda – The musical: le favole sono tutto quello che abbiamo – La recensione

Matilda - The musical

Rifare classici della letteratura e del cinema (Matilda sei mitica, del 1996, è una colonna del cinema per bambini e un caro ricordo per molti adulti) è rischioso e anche difficile. Con una storia come quella di Roald Dahl, però, per sbagliare ci si deve proprio impegnare. Diretto dal regista premiato ai Tony Matthew Warchus, Matilda The Musical è prodotto da Eric Fellner e Tim Bevan per Working Title, Jon Finn e Luke Kelly di The Roald Dahl Story Company.

Lo sceneggiatore Dennis Kelly ha adattato la produzione della Royal Shakespeare Company al grande schermo, con musiche e testi originali di Tim Minchin. É disponibile su Netflix dal 25 dicembre, ed è il perfetto musical da guardare in compagnia, adatto a chiunque abbia dai 5 ai 75 anni, e forse anche di più. Se avete riserve, superatele. Matilda – The musical merita di essere visto e merita anche di finire nella Top Ten di Netflix.

Matilda – The Musical: una storia vecchia… – La trama

La trama la conosciamo tutti, o quasi, ma vale la pena ripeterla. Mentre gli altri genitori festeggiano le nascite dei loro bambini, i coniugi Wormwood di avere un figlio non volevano proprio saperne. Alla scoperta di essere incinta, Mrs. Wormwood reagisce sbuffando e lamentandosi. Il padre, invece, è scontento di non avere un maschio. Matilda cresce in un clima di negligenza totale, con una madre superficiale che la detesta e un padre truffaldino che la chiama al maschile e pensa solo agli affari. Gli unici suoi amici sono i libri e, di conseguenza, la bibliotecaria. A un certo punto riesce a convincere suo padre a mandarla a scuola. La bambina ama leggere, ma non sa ancora di essere geniale e di avere capacità paranormali. Grazie all’aiuto della sua insegnante, Miss Honey, e a causa delle angherie subite da lei e da tutti gli alunni della scuola da parte della preside, la Signorina Trinciabue, Matilda scoprirà di avere dei poteri mentali fuori dal comune, e di essere capace oltre che di estrarsi dalla brutta realtà in cui vive anche di cambiarla per il meglio, per lei e per chi le sta vicino.

… per un messaggio che non morirà mai – La recensione

Ad arricchire questa trama arriva una sottotrama, una storia nella storia. Il racconto che Matilda narra con grande enfasi a puntate alla bibliotecaria, infatti, si rivela essere la storia di Miss Honey stessa. Tra le due c’è chiaramente un qualche tipo di connessione segreta e preziosissima, che passa dalle loro menti ma che si riferisce anche ai loro trascorsi personali, al loro passato al loro presente e al loro futuro.

Come se non bastasse, i protagonisti sono coinvolti in numeri musicali ben eseguiti e ben coreografati, coinvolgenti e orecchiabili (la canzone della rivolta finale è un piccolo capolavoro, gli interpreti sorprendenti) che conquistano e, quando serve, commuovono. Cos’altro dire? Una storia immortale, che non perde nei suoi vari rifacimenti, una favola la cui morale, per una volta, non si rivolge ai bambini (o comunque non solo a loro) ma parla agli adulti, gli tira le orecchie e gli chiede di stare a guardare, di stare ad ascoltare. Impossibile non sentire nulla, soprattutto a Natale. Voto 8

Il trailer

Il cast

Una sorprendente Emma Thompson col naso finto e una presenza di scena da far invidia a chiunque è Trunchbull, o Signorina Trinciabue. Una piccolissima e penetrantissima Alisha Weir è Matilda in persona. Miss Honey è interpretata dall’ottima (ma forse un po’ troppo tremante) Lashana Lynch. I coniugi Wormwood sono interpretati da Andrea Riseborough e Stephen Graham. Nel cast anche Sindhu Vee, Lauren Alexandra, Carl Spencer, Katherine Kingsley, Charlie Hodson-Prior e Rei Yamauchi Fulker.