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May December, non la solita storia – La recensione

May December è il film con Natalie Portman e Julianne Moore, presentato allo scorso Festival di Cannes e in uscita al cinema dal 21 marzo in Italia. Todd Haynes porta sullo schermo uno scandalo americano, riuscendo ad essere allo stesso tempo divertente e affascinante. Vediamo se May December è un film da vedere o meno nella nostra recensione.

La trama di May December

Gracie vive con suo marito Joe – di vent’anni più giovane di lei – e i loro tre figli, nel benestante sobborgo di Savannah, in Georgia, in una splendida villa con immense vetrate, un enorme giardino dove organizzare grigliate e feste con gli amici, totalmente immerso nel verde. Gracie cucina piatti in abbondanza per la famiglia e cuoce torte su torte all’ananas che le commissionano i vicini ogni settimana. Sua figlia maggiore va al college, i due più piccoli sono in procinto di laurearsi e Gracie, donna ansiosa ed emotiva, freme per i preparativi per il giorno del diploma. Pochi giorni prima dell’attesa cerimonia, nella vita della coppia felice e innamorata, arriva Elizabeth, attrice hollywoodiana che ha il compito di interpretare Gracie sul grande schermo, in un biopic che ha il compito di raccontare la sua vita, dal primo incontro con Joe. Quando Joe aveva 13 anni, e Gracie 36.

Sì, avete letto bene, 13 e 36, nessun refuso. I due si incontrano infatti quando Joe è ancora minorenne e intraprendono una torbida relazione clandestina che finisce su tutti i tabloid, diventa uno scandalo mediatico a Savannah e in tutto il resto del Paese e costa alla donna seri problemi con la giustizia. Nonostante le origini turbolente e illegali del legame affettivo, ciò che Elizabeth si trova di fronte è un uomo circuito dalla moglie, comandato a bacchetta e infantile tanto quanto i suoi stessi figli, e una donna per nulla pentita e totalmente incapace di rendersi conto dell’assurdità della situazione. Perché per Gracie è tutto normale, tutto lecito, tutto equilibrato: nella sua mente distorta loro sono una famiglia come tutte le altre.

Una storia inaspettata che richiede tempo per essere elaborata

May December, come abbiamo anticipato, non è la solita storia: è un film reale e torbido, un racconto tra il melò e il thriller, con un cast vincente composto da Natalie Portman (Elizabeth), una Julianne Moore in stato di grazia, realistica e al tempo stesso agghiacciante nel ruolo di Gracie, e un bravissimo Charles Melton (Riverdale) in quello di Joe. Distribuito da Lucky Red e nelle sale italiane dal 21 marzo, il film era tra i candidati agli Oscar di quest’anno per la “miglior sceneggiatura originale” ed è stato presentato in anteprima al Festiva di Cannes.

La regia è di Todd Haynes (Lontano dal paradiso, Carol, La stanza delle meraviglie), capace ancora una volta di scuotere il pubblico, raccontando una storia ambigua e disturbante, senza condannarla o farla apparire così assurda come in realtà è: le ambiguità morali del mondo occidentale emergono infatti nella sceneggiatura ma anche nella regia, elegante e affascinante, nonostante l’argomento scottante al centro di tutto. Lo scandalo americano della famiglia della porta accanto non fa sconti neanche allo spettatore più preparato: di fronte allo scorrere delle immagini, un senso di disagio e angoscia è inevitabile, nonostante si tratti di finzione.

Il realismo attraverso cui tutto è portato in scena fa sì che, una volta usciti dalla sala, occorra del tempo per elaborare ciò che si è visto e contestualizzarlo nel modo corretto. Supreme le due attrici protagoniste, bellissima la fotografia, ma di certo non un film adatto alle famiglie. Almeno non a quelle tradizionali.

May December

Il regista è capace ancora una volta di scuotere il pubblico, raccontando una storia ambigua e disturbante, senza condannarla o farla apparire così assurda come in realtà è: le ambiguità morali del mondo occidentale emergono infatti nella sceneggiatura ma anche nella regia, elegante e affascinante, nonostante l’argomento scottante al centro di tutto.

Voto:

7/10
7/10