Ci sono libri fotografici che si sfogliano. E poi ce ne sono altri che, più che sfogliati, si ascoltano. Il nuovo volume dedicato a Mauro Balletti “I protagonisti della Musica” (24 ORE Cultura) appartiene alla seconda categoria: un grande album visivo che attraversa decenni di musica italiana e li organizza come se ogni immagine fosse una traccia, una nota, una variazione sul tema della nostra memoria collettiva. È un libro che mette in fila trentasei interpreti diversissimi – da Mina a Michele Bravi, da Loredana Bertè a Vasco Rossi, da Marcella Bella ad Achille Lauro, passando per Patty Pravo, Giuni Russo, Ornella Vanoni, Zucchero, The Kolors e Naska – ma non li elenca, li orchestra. Balletti li fa convivere sullo stesso pentagramma visivo senza appiattire nessuno. Ognuno mantiene la propria aura, la propria temperatura estetica, il proprio modo di occupare lo spazio scenico anche quando la scena si riduce a un fondale, una luce, un gesto irripetibile.
A renderlo possibile è lo sguardo inconfondibile di Balletti, che non usa l’obiettivo come un testimone neutrale, ma come un dispositivo narrativo. Non immortala: interpreta. Ogni volto diventa il punto di ingresso a una storia che non è mai solo quella dell’artista ritratto, ma la nostra. La nostra abitudine a riconoscere un’icona in un dettaglio, un’epoca in una posa, un intero repertorio emotivo in un’inclinazione della testa.
Ne scrive con precisione Vincenzo Mollica, definendo la sua arte un luogo in cui fotografia e pittura si scambiano continuamente ruolo e funzione; lo osserva Denis Curti, che sottolinea come il suo lavoro non restituisca semplicemente la realtà, ma la riorganizzi, la elevi, la trasformi. È la ragione per cui molte delle immagini firmate Balletti non sembrano mai davvero appartenere a un anno preciso: sono fotografie che saltano la cronologia per accomodarsi direttamente nel mito.
Il volume, curato con attenzione quasi sartoriale nel design e nella sequenza, restituisce tutto questo con chiarezza. Non cerca di essere definitivo, e forse è proprio lì che sta la sua forza: invece di stabilire un canone, lo racconta. Invece di dire “questi sono i protagonisti della musica italiana”, mostra come li abbiamo guardati, amati e immaginati nel corso degli anni.
E mentre scorrono queste pagine luminose, ci si accorge che dietro la compostezza dei ritratti si muove un’idea di musica che non ha bisogno del suono per esistere. Basta un volto, una luce di taglio, un frammento di identità rivelata o appena trattenuta.
Per questa occasione abbiamo intervistato Mauro Balletti, che ci ha raccontato come nasce un’immagine destinata a diventare parte dell’immaginario di tutti. Saranno le sue parole a completare ciò che queste fotografie già suggeriscono: che la musica italiana, prima ancora di essere ascoltata, è stata vista.
Le sue foto non sono semplici ritratti, sono tracce di un grande vinile. Quando scatta, si sente più fotografo o produttore che costruisce un album di immagini?
Mi sento alla ricerca di qualcosa che stupisca in qualche direzione (estetica o ironica) e che sia in linea con il pensiero dell’artista che ho il cómpito di “rappresentare”.
Il suo rapporto con Mina è diventato leggenda: come si compone, come un arrangiamento sonoro, l’immaginario visivo di un’artista che ha scelto il silenzio delle scene ma la potenza inesauribile delle immagini?
Mi reputo un bravo corniciaio della sua immagine. L’opera d’Arte è Lei con la sua inesauribile intelligenza creativa e musicale.
Raffaella Carrà è stata definita “icona delle icone”. Nei suoi scatti, che sembrano singoli di un disco senza tempo, quale libertà ha voluto registrare con il suo obiettivo?
In verità ho semplicemente “registrato” la costruzione e la reiterazione del personaggio Raffaella Carrà, non si esce dalla sua regia. Io ho fotografato la Carrà da un punto di vista estetico, il come e il quando sono state scelte sue. Non a caso si è inventata lei. Nel momento esatto in cui ho cercato di fotografare Raffaella Pelloni ha voluto terminare immediatamente il servizio fotografico.
In questo libro convivono generazioni diversissime: da Celentano a Vasco, da Patty Pravo ad Achille Lauro, fino a Michele Bravi e Naska. Chi, davanti alla sua macchina fotografica, è riuscito a improvvisare la performance più sorprendente, come fosse un assolo inatteso?
Mina, sempre e solo lei. E giuro non sono “di parte”.
SfogliandoI Protagonisti della Musica Italiana sembra di riascoltare una playlist infinita. Se dovesse scegliere una sola immagine come copertina del grande vinile della musica italiana, quale sarebbe?
Questa:

