Presentato alla mostra del cinema di Venezia del 2024, uscito da tempo nei cinema americani, arriva finalmente in Italia dal 17 aprile, Queer l’ultimo film di Luca Guadagnino (che nel frattempo ne ha finito di girare un altro con Julia Roberts come ha annunciato da Fabio Fazio la scorsa domenica). Adattamento del romanzo di William S. Burroughs e scritto da Justin Kuritzkes, il film ha come protagonisti Daniel Craig e Drew Starkey e racconta una storia d’amore complessa, tormentata, avvolta da un’aurea mistica e misteriosa che travolge le anime di chi la vive.
Queer è ambientato a Città del Messico nel 1950 ma il tutto è stato ricreato in studio a Cinecittà, donando al film un’atmosfera da cartolina vintage del passato, con fondali dipinti e ricostruzioni di strutture e vie cittadine che non si sforzano nemmeno di provare a sembrare vere. Luca Guadagnino propone al pubblico un film dal sapore e dai colori antichi ma profondamente contemporaneo, in un periodo in cui c’è chi vorrebbe disciplinare e incasellare l’amore, vietando tutto quello che non è considerato lecito. Queer ci racconta un periodo in cui non è facile essere liberamente omosessuali, come dimostra il personaggio del giovane Eugene, per ricordarci sempre che l’amore, il desiderio, la passione non hanno e non devono avere confini.

Daniel Craig è perfetto nei panni del passionale William Lee americano espatriato in Messico, che vive liberamente grazie alla sua disponibilità economica e alla voglia di esplorare il mondo, la vita e l’amore. La sua vita è fatta di sigarette, tequila e incontri occasionali, finché non si imbatte in Eugene, il frutto proibito che lo fa impazzire d’amore e di passione. Quest’uomo testardamente solitario, scopre l’amore nel modo più brutale possibile. Eugene è un ragazzo che vive sfruttando la propria bellezza, sa di poter conquistare e spezzare i cuori con la sua efebica sinuosità.
L’incontro con William lo travolge e lo confonde. Eugene è vittima e carnefice di quella passione, talvolta si lascia guidare, in altre guida consapevole che William Lee è e sarà per sempre suo. Una passione vivida, potente, realistica resa sullo schermo con scene intime forti e travolgenti. William è un’anima tormentata, instabile come ogni creatura creativa di questa terra, desideroso di scoprire e di vivere completamente, alla ricerca sempre di quel qualcosa che manca. Personalità insofferenti alla normalità, desiderose di trovare qualcosa di nuovo e di diverso, incapaci di vivere la vita in modo placido e tranquillo.

Questa passione travolgente, dolorosa, sofferente è perfettamente raccontata in Queer. Un film d’autore e di attori, in cui il racconto emotivo prevale su quello razionale, in cui i personaggi si muovono all’interno di dipinti statici resi vivi dalla loro presenza. Il film a tratti può risultare poco fluido, troppo costruito intorno alla volontà di sorprende lo spettatore di colpirlo con la passione che alla voglia di far vivere quelle emozioni. Resta un film da vivere lasciandosi travolgere dalla sofferenza, dai dubbi, dall’insoddisfazione dei suoi protagonisti.