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Recensione Locke & Key: quando la chiave per il successo è la furbizia

Recensione Locke & Key, stagione 1. La nuova serie mystery di Netflix creata da Carlton Cuse e Meredith Averill: che usa la furbizia come chiave per il successo.

Su Netflix da venerdì 7 febbraio arriva una nuova serie tv che si piazza nel filone mystery con elementi soprannaturali. Si tratta di Locke & Key, tratta dagli omonimi fumetti di Joe Hill e disegnati da Gabriel Rodriguez. Creata da Carlton Cuse (LostBates Motel) e Meredith Averill (sceneggiatrice di due episodi di Hill House), la serie è prodotta dallo stesso Hill con Carlton Cuse (che ha sceneggiato il pilot insieme a Meredith Averill).

Locke & Key prima di arrivare su Netflix ha dovuto superare un processo produttivo molto complicato. La serie infatti era stata ordinata da Hulu nel 2018 che ne realizzò un pilot, ma il servizio streaming americano ha poi deciso di non proseguire con la produzione della serie. In seguito Netflix ha preso le redini del progetto e lo ha prodotto utilizzando nuove sceneggiature e con un nuovo cast.

Locke & Key, la trama

Dopo che il padre della famiglia Locke viene assassinato in circostanze misteriose, i tre fratelli e la madre si trasferiscono nella casa dei loro antenati, la Keyhouse, dove trovano una serie di chiavi magiche che potrebbero essere collegate alla morte del padre. Mentre i ragazzi Locke studiano le diverse chiavi e i loro poteri straordinari, un misterioso demone si risveglia e non si fermerà davanti a nulla per rubarle.

Recensione Locke & Key, stagione 1 – I nostri commenti

Passano gli anni è iniziamo un po’ a capire lo stile e la strategia di Netflix e delle sue serie tv. Nonostante ancora qualche dubbio c’è, bisogna ammettere che il servizio streaming, grazie al suo metodo di rilascio “tutto insieme“, ha creato un nuovo stile di racconto con l’obiettivo di portare lo spettatore a fine stagione nel più breve tempo possibile, e allo stesso tempo ha anche rivoluzionato il modo in cui percepiamo un contenuto. Locke & Key ne è la dimostrazione lampante.

La serie, vista dal punto di vista di una persona che non ha letto i fumetti, utilizza tutti gli strumenti che il genere mystery e il teen drama hanno apportato nel settore. La casa come personaggio che ha un ruolo importante nello svolgimento della storia; una nuova famiglia che va a viverci; i figli che, solo loro, sentono delle voci che li indirizzano nei luoghi in cui si trovano le chiavi; e infine le Chiavi, appunto, lo strumento misterioso e magico che sono oggetto di contesa.

A prescindere da quanto sia innovativa o meno la storia, il merito/demerito di Locke & Key, e di quel stile di racconto di cui si parlava, è quello far nascere una percezione sulla solidità della sceneggiatura: ogni tassello della storia si incastra perfettamente, con uno stile che ti porta tranquillamente a fine stagione, senza che nemmeno te ne accorgi. Ma per quanto possa essere una dote positiva, in questo caso è solo una percezione. Quello che si fa in realtà è evitare di svelare certe caratteristiche della storia (come funzionano le chiavi, le regole che ne derivano), per poi farlo in un momento successivo, quando sono necessarie a giustificare un certo colpo di scena, o una scelta autoriale. E così viene meno quella solidità, che di fatto è solo furbizia.

Locke & Key è sicuramente una serie perfetta per il pubblico di Netflix, un buon intrattenimento inteso per il pubblico alla ricerca della nuova serie, magari proposta dall’algoritmo, da guardare sul divano per rilassarsi e spegnere il cervello. Sì perché secondo me, la chiave è non pensare. Voto 6 Davide Allegra, proprio perché il “non pensare” è uno dei fondamenti dell’intrattenimento.


Proseguendo nella linea del commento che mi ha preceduto, Locke & Key è una serie Netflix e solo su Netflix sarebbe potuta essere così, rientra in un genere che è ormai marchio di fabbrica della piattaforma. Un prodotto che si guarda quasi senza scelta nel momento in cui parte e si lascia andare perchè è godibile, rilassante e magari interessante.

In Locke & Key la parte horror/thriller è edulcorata per esser vista dai più piccoli provocando un effetto alla Piccoli Brividi e la casa che li ospita rimanda alle atmosfere di Hill House o Bates Motel, non a caso gli autori Cuse e Averill arrivano da lì. La magia reale si fonde con la magia della vita, con gli amori adolescenziali, con i turbamenti di ragazzi che hanno perso il padre e si ritrovano tra le mani così tanto potere. Ma tutto è facile, semplice, accettato in un modo non reale ma funzionale alla storia. Non c’è una progressione narrativa ma una corsa ad arrivare a un punto. E proprio per questo le prime puntate forse sono le migliori per questo progressivo scoprire le chiavi che rimanda ai casi di puntata dei procedurali.

Il finale è uno sbrodolamento continuo, tutto precipita, non si tiene più nulla e per fare in modo che si ottenga il finale voluto si accetta di tutto e di più. Per poi correre a spiegare, a commuovere, a riempire il cuore di gioia. Locke & Key è un prodotto che 4-5 anni fa, con magari qualche effetto speciale in meno, sarebbe stato pensato per Nickleodeon e beatamente ignorato dagli adulti. Oggi è su Netflix. Voto 6, una media tra il 4 se letto da un punto di vista del mondo della serialità a tutto tondo e l’8 se visto all’interno del contesto Netflix. Riccardo Cristilli.


Mi riallaccio ai miei stimati colleghi qui sopra per dire che, da lettore e amante del fumetto di partenza, mi ritengo soddisfatto della trasposizione televisiva perché “poteva andare molto peggio” su Netflix per i motivi sopra esposti, rispetto alla versione su HULU che è quella che avrei voluto vedere più di tutte. La storia horror, splatter e dark è drammatica di partenza sul cartaceo diventa edulcorata, più virata al teen drama che al (family) drama vero e proprio, gli adulti sono quasi un appendice e tutto è un happy ending finale pur nei colpi di scena. Ma, nonostante un finale frettoloso e che poco utilizza i flashback come da serialità classica e da fumetto originario e nonostante alcune differenze sostanziali nell’utillizzo delle Chiavi, mi sento di promuovere il prodotto nel suo complesso nell’ottica dell’intrattenimento semplice con un pizzico di analisi, anche se rimane più in superficie rispetto al fumetto. E anche in quella del casting secondo me perfetto fatto con gli attori e con la messa in scena che mantiene lo spririto del fumetto anche se lo edulcora. Voto 7 Federico Vascotto

Il Cast

  • Darby Stanchfield (Scandal) nel ruolo di Nina Locke,
  • Jackson Robert Scott (IT: Capitolo 1 e IT: Capitolo 2) nel ruolo di Bode Locke,
  • Connor Jessup (American Crime) nel ruolo di Tyler Locke,
  • Emilia Jones (Horrible Histories) nel ruolo di Kinsey Locke,
  • Bill Heck (La Ballata di Buster Scruggs) nel ruolo di Rendell Locke,
  • Laysla De Oliveira nel ruolo di Dodge,
  • Thomas Mitchell Barnet nel ruolo di Sam Lesser,
  • Griffin Gluck (American Vandal) nel ruolo di Gabe,
  • Coby Bird nel ruolo di Rufus Whedon.

Tra i produttori esecutivi di Locke & Key figurano: Carlton Cuse, Meredith Averill, Aron Eli Coleite, Joe Hill, Chris Ryall con Lydia Antoni e Ted Adams per IDW; Lindsey Springer per Genre Arts; Andy Muschietti, Barbara Muschietti, David Alpert e Rick Jacobs per Circle of Confusion; e Tim Southam, John Weber e Frank Siracusa per Take 5.

Locke & Key, è la nuova serie mystery di Netflix creata da Carlton Cuse e Meredith Averill. La solita serie che ti porta a fine stagione, senza che nemmeno te ne accordi, anche se lo fa utilizzando la furbizia.Recensione Locke & Key: quando la chiave per il successo è la furbizia