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Recensione Tribes of Europa su Netflix: l’avventura dark nata dopo il referendum sulla Brexit

Recensione Tribes of Europa nuova serie tv tedesca dai produttori di Dark dal 19 febbraio su Netflix

Anno 2074 l’Europa come la conosciamo non esiste più. Il mondo connesso di oggi è un lontano ricordo, la popolazione è divisa in tribù sul modello degli antichi feudi medievali, ciascuno con le proprie caratteristiche. Tribes of Europa racconta un mondo stravolto dai misteriosi eventi di quello che viene chiamato “dicembre nero” del 2029 e con un gusto tutto europeo, infuso di decadentismo tedesco, ci mostra quello che potremmo diventare in preda agli egoismi di parte.

Non a caso il creatore e showrunner della serie Philip Koch ha svelato come l’idea della serie gli sia nata proprio a seguito del referendum sulla Brexit del 2016. La fine del sogno europeista per Koch prende i contorni della tragedia apocalittica, facendo prevalere spinte isolazioniste e dittatoriali sopra la condivisione e l’unità.

Tribes of Europa assume i contorni di un enorme videogame in sei episodi, avvincente e coinvolgente ma al tempo stesso percorso da quei contorni dark e underground di una Berlino da rave party anni ’80, come è la città dei Corvi – Crows, la tribù “nera”, una dittatura costruita su un sistema di caste in una città fortezza (corrispondente a Berlino) dove si ritrovano le lotte tra schiavi che rimandano all’antica Roma e una struttura tra lord e schiavi dal sapore perverso.

Tre fratelli salveranno il mondo?

Al centro delle vicende ci sono tre fratelli Kiano, Liv ed Elja della Tribù di Origine, una società fondata dalla loro madre in una riserva naturale nelle campagne tra la Germania e la Repubblica Ceca come si può intuire dal riferimento alla vicina “Piccola Praga”. La loro vita pacifica viene stravolta quando precipita un misterioso aereo con a bordo un atlantideo custode di un cubo che il pilota affida a Elja.

L’arrivo dei Crows sotto la guida di Lord Varvara, una donna spietata e ambiziosa, segna la fine degli Origini e i tre fratelli prendono tre direzioni diverse che ci permettono di far sviluppare la storia. Kiano viene fatto prigioniero e si ritrova nel pieno della città dei Corvi; Liv incontra i Crimson residui di un esercito europeo nato poco prima del grande blackout del dicembre del 29; Elja finirà per essere il custode del cubo che deve cercare di portare agli Atlantidei, una popolazione che vive isolata ed è custode della tecnologia del mondo, per metterli in guardia da una nuova oscura minaccia e lungo la sua strada incontra Moses un mercante senza scrupoli che gli farà da padre.

Ognuno vivrà un’avventura autonoma con la speranza di ritrovarsi un giorno, mostrandoci la vita di queste diverse tribù.

Dall’Europa al mondo in cerca di risposte

Tribes of Europa è un classico esempio di serialità contemporanea adatta alla piattaforma di streaming globale, capace di essere internazionale e al tempo stesso fortemente radicata nel suo territorio. Le scene nella città dei Corvi hanno tutto il fascino della serialità tedesca, le atmosfere cupe di un mondo decadente, la perversione estrema di chi vive il sess0 e la lotta come lo sfogo dalla propria condizione perversa.

Pur con tutte le differenze del caso, l’episodio nella Las Vegas demoniaca di The Stand risultano più artificiali della Berlino dei Crows di Tribes of Europa: due modi diversi per interpretare l’aspetto più perverso e decadente dell’animo umano. Il folle capo dei Crows è un personaggio che può esistere solo in una produzione europea e ancor più tedesca, in cui la risposta alla razionalità del presente può solo arrivare con la follia distopica di un essere estremo e a tratti surreale.

sei episodi di Tribes of Europa sono solo un primo capitolo in cui si settano le varie ambientazioni in vista di inevitabili nuovi episodi (anche se il rinnovo ancora non è cosa certa), rappresentando di fatto un prologo di una storia ancora tutta da raccontare. La serie si dimostra così un ottimo intrattenimento per il pubblico di oggi, in cerca di personaggi cui legarsi, di una storia ricca di implicazioni e collegamenti contemporanei, ma anche di un’avventura dal sapore tradizionale carica di misteri e da scoprire puntata dopo puntata. Certo bisogna superare alcune banalità tipiche di un prodotto pensato “per tutti”, dai corpi perfetti e depilati in condizioni estreme, alla barba sempre della stessa lunghezza, a dinamiche che risultano già viste e a tratti prevedibili. Ma il gusto per l’intrattenimento c’è tutto e a dover dare un voto un 7 è meritato. 

Il Cast di Tribes of Europa

Diretta da Florian Baxmeyer e Philip Koch anche autore della sceneggiatura con Jana Burbacj e Benjamin Seiler. Nel cast di Tribes of Europa troviamo:

  • Henriette Confurius è Liv
  • Oliver Masucci
  • David Ali Rashed è Elia
  • Emilio Sakraya è Kiano
  • Melika Foroutan
  • Igor Pecenjev
  • James Faulkner