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Il Coronavirus ferma il Comic-Con cancellato per la prima volta dopo 50 anni

Il Coronavirus ferma il Comic-Con: l’edizione del 2020 non si farà

Per la prima volta in 50 anni il Comic-Con di San Diego è stato cancellato a causa del Coronavirus e della diffusione della pandemia. L’evento principe per gli appassionati di film, fumetti, serie tv, luogo di convention, incontri, presentazioni, scambi, luogo di assembramento per eccellenza con 135 mila persone da 80 paesi, entrata nel guinness world record per questi numeri, era impensabile da mantenere visti i divieti in atto e la necessità di mantenere le distanze anche nei prossimi mesi.

Il San Diego Comic-Con sarà così realizzato tra il 22 e il 25 luglio del 2021, ma è stato rimandato anche il WonderCon Anaheim che era previsto dal 10 al 12 aprile e ora è stato spostato al 26 -28 marzo 2021.

Sarà un’estate complicata per gli appassionati di film e serie tv, con tante produzioni che dovranno necessariamente trovare un modo per ripartire e pensare alla prossima stagione e poco spazio per le varie presentazioni in giro per i festival estivi. Anche i tradizionali Upfront di maggio saranno totalmente ripensati sia per la difficoltà di riunire gli investitori dei network ma anche perchè i vari pilot di ABC, CBS, NBC, Fox e The CW non sono stati girati e preparati.

David Glanzer, portavoce dell’organizzazione ha spiegato come “tempi eccezionali richiedono misure eccezionali” anche sospendere il Comic-Con per la prima volta in 50 anni e spostarlo al 22-25 luglio 2021 come scritto nel comunicato dello spostamento.

Una decisione arrivata dopo la raccomandazione del governatore della California Gavin Newsom di sospendere o annullare tutti gli appuntamenti con più di 250 persone. Chi avesse acquistato gli ingressi per questa edizione può richiedere il rimborso o trasferire direttamente tutto al prossimo anno, lo stesso potranno fare i diversi espositori con le istruzioni per tutti che arriveranno nei prossimi giorni.

Una decisione attesa e inevitabile per l’epoca in cui stiamo vivendo in cui è impossibile ogni forma di assembramento per fare in modo che il contagio non si diffonda ulteriormente, con la speranza che nei prossimi mesi la situazione in tutto il mondo migliori.