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Sapiens, le anticipazioni di stasera sabato 11 ottobre: si parla di futuro

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Sabato 11 ottobre in prima serata su Rai 3, terzo appuntamento con Sapiens – Un solo pianeta, il programma che racconta il rapporto tra l’uomo e la natura, condotto da Mario Tozzi. Arrivato all’ottava stagione, è un punto ferma del palinsesto di Rai 3. In apertura di puntata, nello spazio dedicato ai “Dialoghi di Sapiens”, lo scienziato Mario Tozzi converserà con l’umanista Pietrangelo Buttafuoco sui temi della serata.

Sapiens le anticipazioni di sabato 11 ottobre

Perché, a differenza degli altri animali, mercifichiamo le risorse del pianeta? Perché non riusciamo a preservare quello che è alla base della nostra stessa esistenza? Come mai non riusciamo a svincolarci da un modello economico che tramuta ogni valore in prezzi? Cosa ci guida verso un sistema economico in conflitto con il sistema naturale che ne dovrebbe essere la base?

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Questi sono solo alcuni degli interrogativi da cui parte la puntata di Sapiens dell’11 ottobre intitolata “Predatori di futuro”. Noi Sapiens siamo gli animali dei consumi, in un pianeta sotto assedio. Per capire come si è arrivati a questo punto si andrà in Brasile, a Manaus, città di due milioni di abitanti sul Rio Negro, nel cuore della foresta amazzonica, paradigma di come i Sapiens si siano lanciati all’assalto del pianeta causando la crisi ecologica più grave che l’umanità abbia mai attraversato.

L’evoluzione di Manaus

Manaus è una città industriale che all’inizio del XX secolo vive l’exploit del mercato della gomma poi in declino con l’avvento di quella sintetica. Seguono anni molto bui e il risveglio dalla cocente illusione che lo sfruttamento della foresta non assicura quel benessere che aveva promesso. Oggi Manaus è un polo industriale che genera 20 miliardi di dollari l’anno con ricadute enormi sull’ambiente: deforestazione, emissioni climalteranti, riscaldamento della temperatura, inquinamento delle acque. E conseguenze sociali pesanti con enormi favelas in una città dove la vita è del 25% più cara che nel resto del Brasile e uno dei tassi più alti di criminalità.

Si andrà nella giungla amazzonica anche per incontrare Guy, capo della comunità Cipià, sul Rio delle Amazzoni, per comprendere lo spirito con cui i nativi vivono il rapporto con l’ambiente. Perché non tutti i Sapiens sono uguali. Ai limiti di Manaus, nella foresta amazzonica, gli Indios vivono in equilibrio con l’ambiente e non conoscono la bramosia di accaparrarsi le risorse mercificandole e accumulandole come fanno agli altri Sapiens da qualche secolo a questa parte. Gli Indios si appropriano delle risorse quel tanto che basta per assicurarsi la sopravvivenza. Come loro fanno anche gli animali non umani.

Siamo troppi Sapiens

La Terra è sempre meno capace di ospitare nuovi individui. Presto arriveremo ad essere nove miliardi, sempre più concentrati nelle città. Oggi oltre il 50% della popolazione mondiale vive nelle aree urbane e la proiezione di qui a vent’anni è del 70%. Considerando i Paesi in via di sviluppo, le esigenze degli uomini saranno crescenti ma le ricchezze del pianeta non sono infinite e consumarle ai ritmi attuali va anche a scapito dei Sapiens.

I Sapiens non sono in cima alla scala gerarchica dei viventi. Intelligenza, istinto, sentimenti, capacità di comunicare li apparentano agli altri. Ciò che li differenzia, complice il sistema capitalistico, un modello di sviluppo in crisi, è la loro capacità di accumulare avidamente capitale e profitto, con conseguenze irreparabili sul pianeta. I Sapiens modificano l’ambiente per procacciarsi cibo, allevano gli animali e addomesticano i pesci accumulando risorse in misura crescente.

Negli anni Cinquanta il consumo di carne pro-capite in Italia era di 25 chilogrammi. Oggi siamo a oltre 80. Gli animali non umani catturano un numero di prede limitato e il loro impatto sul mondo circostante è recuperabile in un tempo ragionevole. Gli uomini le riproducono artificialmente con conseguenze non rimarginabili nemmeno in secoli. Quasi il 70% delle terre emerse è ormai modificato dalle attività umane, il 40% dei suoli globali è già degradato e l’agricoltura intensiva causa il 70% della deforestazione globale. Approvvigionarsi alle ricchezze del pianeta ha ormai un prezzo insostenibile: il Brasile è il primo esportatore di carni bovine al mondo ma quando mangiamo una bistecca stiamo mangiando un pezzetto dell’Amazzonia.

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