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Sick of myself, un film narcisista sui narcisisti – La recensione

L’hanno definita una commedia non-romantica, ma è una definizione impropria. Sick of Myself (Syk pike) è un film del 2022 scritto, diretto e montato da Kristoffer Borgli. Finalmente arriva in Italia un film che si ama o si odia, irritante ai limiti del possibile, grottesco ed esagerato e che ha fatto molto parlare all’estero. Al cinema dal 5 ottobre distribuito da Wanted, è prodotto da Oslo Pictures, Garagefilm International, Film i Väst. Solo per nervi (e stomaci, si potrebbe dire) forti.

Sick of myself, la trama

Signe e Thomas sono una coppia che vive insieme a Oslo, dove Signe lavora come barista mentre Thomas è un artista specializzato in sculture realizzate con mobili rubati. Signe è gelosa dell’attenzione crescente che Thomas sta ricevendo e cerca di escogitare modi per distoglierla da lui, incluso cercare di farsi attaccare da un cane dopo aver assistito a una situazione simile sul posto di lavoro. Quando Thomas ottiene una mostra importante, Signe ruba la scena nel suo discorso durante una cena celebrativa fingendo una grave reazione allergica.

Signe trova un articolo di giornale su un farmaco anti-ansia russo chiamato Lidexol, ritirato dal mercato a seguito di segnalazioni di gravi malattie della pelle in coloro che lo hanno assunto. Dopo averne acquistato una grande quantità da Stian, il suo amico spacciatore, inizia a prenderlo regolarmente. Quando i sintomi della malattia della pelle cominciano a manifestarsi, Signe visita un medico su incoraggiamento di Thomas, ma rifiuta di farsi fare qualsiasi controllo. Lo stesso giorno, Thomas viene intervistato da una rivista di rilievo, e non può andare a prendere Signe dall’ospedale. Sentendo che Thomas non le sta dedicando abbastanza attenzione, Signe assume deliberatamente una dose eccessiva di Lidexol e viene ricoverata in ospedale, con Thomas che trascorre più tempo prendendosi cura di lei come risultato. Cosa potrà andare storto?

Sick of Myself, la recensione

Io non capisco chi sia il pubblico di riferimento di questo film. I boomer reazionari che odiano i giovani alla ricerca di fama e attenzioni e che possono guardare questi due e dire ah, ai miei tempi non eravamo così, è colpa dei social? I giovani talmente “narcisisti” e poco empatici da non capire che i comportamenti di Signe, estremizzati e portati a vette insensate solo per shock value, sono i comportamenti di tantissime persone e sono sintomo di un malessere gigantesco e condiviso? L’abuso della parola narcisismo ha fatto dei danni incalcolabili, questo film ne è la prova.

Definirlo commedia non romantica, poi, gli fa un ulteriore disservizio. Il malessere insensato e spaccone di Signe va oltre Thomas e si estende alla loro cerchia di amici e al mondo e poco ha a che fare con la coppia. Si tratta di un film cinico e cattivo, aggressivo e sprezzante, grottesco. L’ultimo sprazzo di irritazione arriva dall’amica giornalista, che invece di darle una mano la lascia lì, mezza morta. Perché tanto ormai.

Il cast

Kristine Kujath Thorp è Signe, protagonista assoluta di Sick of Myself, che si sente una fallita e vuole essere al centro dell’attenzione e delle cure di tutti. Eirik Sæther è Thomas, fidanzato narcisista quanto lei, con l’unica differenza che lui ha successo, quindi è più tollerabile che lo sia. Nel cast anche Fanny Vaager (Marte) e Henrik Mestad (Espen).

Sick of Myself

La recensione

L’abuso della parola narcisismo ha fatto dei danni incalcolabili, questo film ne è la prova. Definirlo commedia non romantica, poi, gli fa un ulteriore disservizio. Il malessere insensato e spaccone di Signe va oltre Thomas e si estende alla loro cerchia di amici e al mondo e poco ha a che fare con la coppia. Si tratta di un film cinico e cattivo, aggressivo e sprezzante, grottesco.

Voto:

4.5/10
4.5/10