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Spider-Man: across the spider-verse, o la rinascita dell’hype – La recensione

Mentre i film dell’universo cinematografico Marvel continuano a venire fuori inesorabilmente, distruggendo pezzetto dopo pezzetto ogni sembianza di emozione, di hype, di coerenza e senso, la Sony zitta zitta sputa fuori dei lungometraggi animati a tema Spider-Man che, inventivi e stupefacenti, tengono a galla la baracca dei film di supereroi. Ebbene sì, Spider-Man: across the spider-verse, il sequel di Into the spider-verse (2018) mantiene le promesse. Finalmente!

Diretto da Joaquim Dos Santos, Kemp Powers e Justin K. Thompson e sceneggiato da Phil Lord, Christopher Miller e David Callaham, il film è un esplosivo sequel, il secondo di tre film (è stato annunciato un terzo, intitolato Spider-Man: Beyond the spider-verse, che non ha ancora una data di uscita), che emoziona e intrattiene e non lascia andare l’attenzione dello spettatore neanche per un secondo. C’è da correre al cinema, dove sarà disponibile a partire dal 1 giugno distribuito da Eagle pictures. É prodotto da Columbia Pictures e Sony Pictures Animation in collaborazione con Marvel Entertainment.

Spider-man: across the spider-verse, una storia sfaccettata

Re-incontriamo Gwen Stacy e Miles Morales, i due Spider-man dei rispettivi universi. Gwen è alle prese con il padre, comandante della polizia che dà la caccia a Spider-woman senza sapere che sta dando la caccia alla figlia. Si sente sola e intrappolata, e non sa come spiegare quello che prova. Durante un combattimento, scopre l’esistenza di una squadra Spider-Eroi che hanno come unica missione e compito quello di proteggere l’esistenza del Multiverso. Entra a farne parte.

Non se la passa tanto meglio Miles Morales, che sperava di vedere i suoi amici conosciuti nelle avventure precedenti, ma che invece si sente molto abbandonato. Lui, che ha due genitori presenti (forse troppo), vuole conciliare famiglia, studio e salvataggio del mondo. I due, dopo un periodo di lontananza, rientreranno in contatto. Una nuova minaccia è spuntata all’orizzonte, e minaccia l’esistenza del Multiverso in più di un modo. Per decidere come affrontarla e cosa fare, le strade di Miles e degli altri spider-man rischieranno di dividersi per sempre.

Spider-man: across the spider-verse, viva la suspence – La recensione

Siamo di fronte a due giovani eroi che devono fare i conti con una quantità enorme di cose. Devono fare i conti con la famiglia, con le loro emozioni, con il piccolo compito di salvare la città prima e il mondo poi, con i loro colleghi ragni, con l’amicizia, l’amore, le responsabilità, la perdita e la mancanza. Sarebbe tanto per chiunque. Se a questo si aggiunge una lontananza forzata, la conseguente solitudine e l’ombra di un destino più grande di loro, il cosiddetto “canone“, che va protetto a costo di più di una vita, la frittata è fatta.

Spider-man: across the spider-verse racconta una storia, due storie, un milione di storie con lo stesso entusiasmo, la stessa cura nei dettagli, la stessa emozione e lo stesso rispetto maniacale per il personaggio Spider-Man in assoluto. Lo stile dell’animazione è travolgente, riempie gli occhi e attira magneticamente. Le musiche sono superlative. La vicenda pure, un topos classico (ma non banale) eseguito perfettamente. Siamo di fronte a un film che è pesantemente (e perfettamente) animato ma che ha anche una regia iper-specifica. Il finale arriva all’improvviso ed è, per sua natura, incompleto e un po’ insoddisfacente. Ma serve tutto ad aspettare il terzo film con ansia ed eccitazione, che non è poco. Speriamo arrivi prestissimo, le aspettative sono alte.

Il cast di voci originali

Shameik Moore è Miles Morales, il protagonista della vicenda. Hailee Steinfeld dona la sua voce a Gwen Stacy. Brian Tyree Henry è Jefferson Davis, mentre Luna Lauren Velez è Rio Morales, la madre di Miles. Jake Johnson è Peter B. Parker, che è diventato papà. Jason Schwartzman interpreta Jonathan Ohm, o Macchia, il principale antagonista del film (o quasi). Issa Rae: Jessica Drew è Spider-Woman, Karan Soni è Pavitr Prabhakar, un’ulteriore versione di Spider-man. Daniel Kaluuya è Hobart Brown, o Spider-Punk. Infine, Oscar Isaac: Miguel O’Hara, o Spider-Man 2099, uno dei personaggi più complessi del film, che siamo sicuri rivedremo nel sequel.

La recensione

Spider-man: across the spider-verse racconta una storia, due storie, un milione di storie con lo stesso entusiasmo, la stessa cura nei dettagli, la stessa emozione e lo stesso rispetto maniacale per il personaggio Spider-Man in assoluto. Lo stile dell’animazione è travolgente, riempie gli occhi e attira magneticamente. Le musiche sono superlative. La vicenda pure. Il finale arriva all’improvviso ed è, per sua natura, incompleto e un po’ insoddisfacente.

Voto:

8/10
8/10