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Superman: il twist contemporaneo di Gunn per l’uomo d’acciaio

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Chi ci segue da un po’ sa che non amo particolarmente il cinecomic. Ovviamente riesco ad apprezzarne uno fatto bene, semplicemente non è il genere verso cui gravito di più naturalmente. Credetemi quindi quando vi dico che mi sono quindi approcciato al Superman di James Gunn senza particolari aspettative. Questa nuova incarnazione dell’uomo d’acciaio DC arriva finalmente al cinema oggi, mercoledì 9 luglio, dopo una impressionante campagna di marketing. Ma sarà riuscito a vincere anche uno scettico come me?

Superman: con le buone intenzioni…

…è lastricata la via dell’inferno, lo sappiamo tutti. E il Clark Kent di Gunn deve fare i conti con le conseguenze delle proprie buone intenzioni quando il suo impedire un’azione militare sul suolo di un’ipotetica nazione straniera porta gli Stati Uniti sull’orlo di una crisi diplomatica. Non aiuta il fatto che l’intera crisi è un piano architettato da Lex Luthor — magnate, supergenio e psicopatico patentato — per metterlo alle corde, sfruttando ogni sua debolezza. Il miliardario ha un piano e non ha intenzione di fermarsi finché il kryptoniano non sarà annientato, ed è disposto a passare sopra ogni cosa — Metropolis inclusa — per portarlo a termine.

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Superman, il cinecomic e il senso dell’eroismo

Gunn ci mostra un Superman che prima di essere un himbo volante con la superforza e gli occhi laser, è e rimane un ragazzone del Kansas — un trentenne qualunque che sta cercando di farsi strada nel mondo, sul quale sono stati calati dall’alto poteri sovrumani e la missione di proteggere il mondo. Agisce d’istinto, cerca di fare la cosa giusta, prova cose a caso: tutto sotto gli occhi del mondo e con conseguenze disastrose per ogni errore. Una posizione poco invidiabile.

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Paradossalmente questo Superman neutralizza l’idea di superpotere molto più di tanti cinecomic visti di recente. Ogni singolo personaggio che appare sullo schermo ha qualche tipo di talento da mettere in gioco per salvare la situazione. Chi vola, chi è una reporter inarrestabile, chi è un supergenio quantico, chi ha un improbabile fascino e chi sa offrire una parola di conforto nel momento giusto, Metropolis non si salva senza il contributo di tutti.

E ognuno, senza eccezioni, si trova in delle circostanze in cui fare la cosa giusta è sconveniente, problematico e porta con sé un prezzo personale da pagare.
E in un momento storico come quello in cui ci troviamo, forse inizio a capire il senso del cinecomic. Perché la maggior parte di noi non volerà a velocità supersoniche o non solleverà mai un palazzo. Tutti però abbiamo un talento che possiamo usare per il bene e, soprattutto, tutti ci troviamo delle circostanze che rendono sconveniente farlo. E ogni tanto guardare un tizio in tutina e mantello può aiutarci a ricordare che l’eroismo non è una questione di poteri, ma di cercare comunque di fare la cosa giusta.

Il cast

David Corenswet si assume il mantello di Superman/Clark Kent. Nicholas Hoult è Lex Luthor, un CEO miliardario tanto geniale quanto privo di scrupoli. Rachel Brosnahan è Lois Lane, implacabile reporter del Daily Planet che ha intrapreso una complicata relazione con Clark. Edi Gathegi è Mr. Terrific, geniale membro della Justice Gang con un debole per Superman, mentre i suoi colleghi Hawkgirl e Lanterna Verde sono rispettivamente Isabela Merced ed un Nathan Fillion con un taglio di capelli orribile.

La recensione

Gunn ci mostra un mondo tutti hanno un talento da usare per il bene, e tutti sono in delle circostanze in cui farlo si porta dietro un prezzo di qualche tipo: un cinecomic intrattenente che ci ricorda il senso dell’eroismo nel mondo di oggi.

Voto:

7.5/10
7.5/10
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