Pubblicità
Dituttounpop > Netflix > The great flood: un disaster movie umido – La recensione

The great flood: un disaster movie umido – La recensione

Pubblicità

È la settimana di Natale, ma a quanto pare in testa abbiamo il diluvio: The great flood ha conquistato il suo primo posto nella top ten di Netflix e non sembra intenzionato a mollarlo né ai classici natalizi né a Benoit Blanc. Ma questo ultimo film di Kim Byung-woo vale la visione o è solo materiale da pigro second-screen watching natalizio?

The great flood: apocalisse verticale

Seoul, un giorno come tanti. La scienziata e madre single An-na tenta di destreggiarsi fra le mille responsabilità della vita: preparare il figlio Ja-in per la scuola, guardare i suoi disegni e rassicurare la madre al telefono. Finché non diventa chiaro che quella che stanno vivendo non è una semplice giornata di brutto tempo: presto la pioggia torrenziale si trasforma in un’alluvione apocalittica che inizia ad ingoiare un piano dopo l’altro del palazzo dove abitano. La fuga verso l’alto è complicata dal panico generale e dalle mille sfumature di umanità (dalle più bestiali alle più tenere) che si rivelano in ogni situazione d’emergenza. Ma An-na è una ricercatrice su un progetto cruciale per la sopravvivenza dell’umanità, il misterioso Emotion Engine, e questo suo ruolo potrebbe offrire una via di fuga speciale per lei e Ja-in…

- Pubblicità -

Un film…che fa il film

The great flood è uno di quei film di cui è molto difficile parlare. Appartiene, in realtà, proprio al tipo di film più difficile in assoluto da recensire: quelli che sono…sostanzialmente okay. Fanno quello che c’è scritto sul pacchetto in maniera relativamente competente, senza grande infamia ma anche senza particolare lode. È là, sul nostro schermo e nella nostra app di streaming, e ci fa passare quei 100 minuti che promette di occupare, ma non è molto altro che un mezzo per obliterare un pezzo di pomeriggio. Che, a seconda dei sentimenti individuali di ognuno sul tornare a casa per le feste, potrebbe essere una cosa positiva o negativa.

 

Perché guardiamo i film?

Come abbiamo toccato nel paragrafo precedente, ci sono mille motivi per guardare un film, e sono tutti legittimi. Vale la pena, però, interrogarci su cosa ci stiamo apprestando a guardare, e perché: perché se da una parte è assolutamente okay mettere in fila due o tre film umidi e anonimi sulla nostra app per far semplicemente passare il tempo, è anche vero che spesso gli streamer usano queste “linee di minor resistenza” per darci non quel che vogliamo o quello di cui abbiamo bisogno, ma quello che funziona meglio per le loro metriche ed i loro ecosistemi produttivi. Ogni film è uno strumento che rivolgiamo verso noi stessi: rimaniamo sempre consci di quello che vogliamo fargli fare.The Great Flood

P.S. se non riuscite a stare senza la vostra dose di cinema coreano, rimanete sintonizzati: fra pochi giorni avremo in uscita una vera chicca direttamente dal Paese dell’Ibisco.

Il cast

Kim Da-mi è Gu An-na, una scienziata che si occupa di intelligenza artificiale che cerca di proteggere suo figlio Ja-in, un bambino tanto affettuoso quanto ripetitivo interpretato da Kwon Eun-seong. Park Hae-soo è Son Hee-jo, agente delle Nazioni Unite che ha il compito di estrarre An-na per permetterle di proseguire il suo lavoro dopo l’inondazione. Nel film anche Kang Bin, Jeon Yu-na e Jeon Hye-jin.

La recensione

The great flood non ha infamia e non ha lode: fa passare i suoi 100 minuti in modo decentemente scorrevole, ma forse ci sono modi migliori d’impiegare un’ora e mezza nella settimana di Natale – lasciamo a voi la scelta.

Voto:

5.5/10
5.5/10
Pubblicità