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The Pale Blue Eye – I delitti di West Point, la recensione del film tenebroso su Netflix

The Pale Blue Eye - I delitti di West Point

Se vi piacciono le atmosfere dense e oscure, i volti segnati e marcati, i film gialli ambientati nel 1800 e i riferimenti all’occulto e all’horror (soprattutto Edgar Allan Poe), The Pale Blue Eye – I delitti di West Point è il film perfetto per questo weekend, con gli amici o anche in solitudine (per un effetto ancora più sinistro). Tratto dal romanzo di Louis Bayard del 2003, questo film profondamente gotico è diretto da Scott Cooper e interpretato da uno straordinario cast corale.

The Pale blue Eye – I delitti di West Point è stato rilasciato in cinema selezionati e per un periodo di tempo limitato a partire dal 23 dicembre e arriva su Netflix il 6 gennaio 2023. Siamo abbastanza certi che si guadagnerà un posticino nella Top Ten di Netflix senza troppi problemi. Un’ultima chicca: riconoscete l’attore che interpreta Edgar Allan Poe in persona? Un indizio soltanto: Harry Potter.

The Pale Blue Eye – I delitti di West Point: una storia umana – La trama

Il luogo è la scuola di addestramento militare di West Point, l’anno è il 1830. Nelle prime ore di un mattino invernale e nevoso il detective locale Augustus Landor, veterano burbero con una storia familiare rinomatamente difficile e triste e un problema con l’alcol, viene chiamato dai capi dell’accademia militare per risolvere un caso che rischia di minarne profondamente la reputazione. Un cadetto, infatti, è stato trovato impiccato. Non solo, il suo cadavere è stato profanato, e gli è stato portato via il cuore.

Nelle sue indagini, Landor si imbatte in un giovane Edgar Allan Poe, cadetto stravagante ossessionato dalla poesia e dal macabro. Insieme, questi due personaggi un po’ improbabili si metteranno alla ricerca della verità, che non è mai quella che sembra. Un colpo di scena finale, infatti, dipingerà il quadro di una vicenda in cui la realtà e l’umanità superano di gran lunga qualsiasi altra dimensione sovrumana e magica.

The Pale Blue Eye – I delitti di West Point, non c’è niente di più oscuro dell’uomo – La recensione

Partiamo con una confessione: questo non è proprio il mio genere. Questo film, però, dopo un inizio un po’ sottotono (ma non facciamogliene una colpa, la vicenda deve pur costruirsi e prendere la rincorsa) ha esercitato su di me un fascino sottile ma crescente, culminato nella scena del rito. Senza spoiler, The Pale Blue Eye – I delitti di West Point è una pellicola affascinante, profondamente gotica, che indaga non solo sul delitto e sulla profanazione di un cadavere, ma anche sulla morte e sulla perdita, sulla famiglia, sulla vendetta.

Le azioni dei colpevoli (e ce n’è più di uno) sono mosse dallo stesso sentimento: la disperazione. L’abbandono completo di Poe all’amore non è altro che disperazione anch’esso. E non occorre chiamare in causa maghi, streghe e rituali complessi: la cosa più oscura che c’è è l’uomo. Solo l’uomo, con i suoi impulsi e le sue tristezze, disposto a tutto per arrivare dove vuole, per salvare le persone che ama, per mettere fine alle cose che gli fanno male, a modo suo.

Nonostante questa fascinazione (aiutata enormemente dalla bravura del cast, Harry Melling e Lucy Boynton in testa) il film resta un pizzico troppo superficiale per i miei gusti, troppo impegnato a crogiolarsi nel suo essere oscuro e profondo per analizzare dei rapporti e delle spinte molto interessanti, che rimangono un po’ così, sospese. Forse il gioco è proprio questo, farceli intuire senza spiegarceli, nell’irrazionalità che spesso regna tra i rapporti interpersonali e familiari, ma ai miei occhi è un po’ uno spreco. Voto 6.5

Il cast

Christian Bale è il detective veterano/alcolizzato Augustus Landor. Un ottimo Harry Melling interpreta Edgar Allan Poe. Gillian Anderson è Julia Marquis, Lucy Boynton la figlia, Lea Marquis. Charlotte Gainsbourg è la barista Patsy, compagna di Landor e dispensatrice di perle di saggezza. Toby Jones è il dottore dell’accademia, Daniel Marquis, padre di Lea e Marito di Julia. Harry Lawtey è Artemus Marquis, il figlio maschio. Infine, Simon McBurney è il capitano Hitchcock e Timothy Spall il sovrintendente Player.

 

Riassunto

Nonostante il suo fascino (aiutato enormemente dalla bravura del cast, Harry Melling e Lucy Boynton in testa) il film resta un pizzico troppo superficiale, troppo impegnato a crogiolarsi nel suo essere oscuro e profondo per analizzare dei rapporti e delle spinte molto interessanti, che rimangono un po’ così, sospese.

Voto:

6.5/10
6.5/10