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TILL, un film distinto e altero per una vicenda che infiamma – La recensione

TILL il film al cinema dal 16 febbraio, riprende una storia di orrore e grande indignazione e la legge dal punto di vista del viaggio dignitoso, altero e coraggioso di una madre che ha subito il dolore peggiore che poteva subire. Diretto da Chinonye Chukwu con la sceneggiatura di Michael Reilly, Keith Beauchamp e Chukwu, è prodotto da Orion Pictures, Eon Productions, Frederick Zollo Productions e Whoop, Inc. Lo trovate al cinema dal 16 febbraio in Italia, distribuito da Eagle Pictures.

TILL, la crudeltà della Storia

Mamie Till-Mobley è una donna vedova con un bambino di 14 anni, che ha lavorato duro per garantirgli una vita il più possibile (parliamo di una famiglia nera negli anni 50, dopotutto) protetta. Ama la sua vita cittadina di Chicago, è l’unica donna nera a lavorare nell’Air Force. Un giorno, una estate maledetta, suo figlio Emmett muore, ucciso in un crimine d’odio mentre si trova in vacanza dai cugini nel Mississippi, colpevole di essersi comportato con la gioia bambinesca di chi vive in una grande città e non in uno stato del sud guidato dai suprematisti bianchi.

Il suo corpo completamente sfigurato viene gettato nel fiume. Da quel momento la vita di Mamie cambia completamente. Aiutata dalla famiglia, dal compagno e dagli attivisti per i diritti civili, si trasformerà attraverso il dolore in una vera e propria bandiera, riuscirà a mostrare agli Stati Uniti l’orrore del razzismo e a portare a processo gli uomini che gli hanno fatto del male.

TILL, il punto di vista di una madre

La storia è straziante. Quella di Emmett Till, in particolare, vittima di un sistema orrendo che remava contro di lui e contro quelli come lui, vittima per una disattenzione causata dalla spensieratezza, è quasi incomprensibile nella sua crudeltà. É una storia vera, di cui si è sempre parlato troppo poco, che negli ultimi anni è diventata il simbolo di cosa vuol dire oppressione sistemica, e di come tutti gli organismi del potere abbiano concorso senza eccezioni a questo sistema, alimentandolo, non punendolo, facendolo passare come normale.

Gli Emmett del mondo sono tantissimi, ancora oggi, e ci si pensa sempre troppo tardi, a cose fatte e a sangue versato. La particolarità di TILL è che affronta la vicenda dal punto di vista della madre della vittima, trasformandola in una storia di dolorosa grandezza, di dignità, di empatia, di umanità, di lotta. Purtroppo, a tratti, questo approccio (apprezzabilissimo) rallenta la narrazione, penalizzando una pellicola importante. É come se la cinematografia stessa si fosse piegata sotto il peso della vicenda. É comprensibile, ma è anche un gran peccato.

Il trailer

Il cast

Una meravigliosa Danielle Deadwyler è Mamie Till, madre guerriera divenuta simbolo.
Jalyn Hall è Emmett Till, vittima di un crimine d’odio assurdo nella sua crudezza e nella sua realtà. Frankie Faison interpreta John Carthan, padre di Mamie e nonno di Emmett. Haley Bennett è Carolyn Bryant, la cassiera bianca le cui accuse hanno provocato l’omicidio di Emmett. Whoopi Goldberg è Alma Carthan, mamma di Mamie e nonna di Emmett. Nel cast anche Jayme Lawson (Myrlie Evers) e Tosin Cole (Medgar Evers).

La recensione

La particolarità di TILL è che affronta la vicenda dal punto di vista della madre della vittima, trasformandola in una storia di dolorosa grandezza, di dignità, di empatia, di umanità, di lotta. Purtroppo, a tratti, questo approccio (apprezzabilissimo) rallenta la narrazione, penalizzando una pellicola importante. É come se la cinematografia stessa si fosse piegata sotto il peso della vicenda. É comprensibile, ma è anche un gran peccato.

Voto:

7/10
7/10