Tron è tornato con un terzo episodio, a quarantatré anni dall’originale e a quindici dal sequel Tron: Legacy. Sempre sotto l’egida Disney, questo terzo episodio vede la regia di Joachim Rønning per una sceneggiatura di Jesse Wigutow e musiche originali dei Nine Inch Nails. Tron: Ares è nelle sale italiane dal 9 ottobre 2025, ma riesce a reggere la fiaccola dell’iconico predecessore o si tratta dell’ennesimo legacyquel privo di visione?
Tron: Ares — Il digitale e l’umano
Il mondo è sull’orlo di una rivoluzione tecnologica. Eve Kim, giovane CEO della ENCOM, ha sviluppato una nuova tecnologia che permette di ricostruire nel mondo reale qualsiasi cosa esista dentro un computer: piante, programmi, scoperte e persone. Le creazioni durano solo 29 minuti, ma la chiave di volta per farle durare potrebbe essere nascosta in Permanence, una stringa di codice perduto sviluppata da Kevin Flynn, leggendario fondatore della ENCOM scomparso misteriosamente. Sulle sue tracce c’è però anche Julian Dillinger, giovane e agguerrito leader di una società rivale che vuole utilizzare la tecnologia a positroni per armare gli eserciti del mondo. Per trovare Permanence Julian sviluppa Ares, la più avanzata IA bellica della storia. Portare Ares nel mondo reale però evoca nel programma sensazioni estranee al suo codicie, sensazioni che potrebbero convincere l’IA di voler essere qualcosa di più di un semplice esecutore…
Ontologia fantascientifica
La fantascienza, come genere, non è identificata da viaggi spaziali, supercomputer, laser o macchine che volano. Ci sono film di fantascienza che includono uno o più di questi elementi, certo, ma nessuno di essi è costitutivo. L’azione fondamentale di una storia di fantascienza è quella di esagerare i confini dei sistemi tecnologici e sociali del nostro mondo per parlare in modo chiaro delle pulsioni nascoste, delle ansie, dei sogni e delle correnti segrete che animano il nostro contemporaneo. Ecco, Tron: Ares non fa assolutamente nulla di tutto questo. Il ruolo della tecnologia nel nostro mondo non è minimamente esplorato, né al livello micro del quotidiano delle persone né a quello macro della geopolitica e dell’economia globale.
Coi piedi per terra
Mi rendo conto che mi sto un po’ parlando addosso. Stiamo parlando di un blockbuster targato Disney, non di Blade Runner o di un oscuro progetto d’autore. Eppure, il vuoto fondamentale al centro di Tron: Ares rimane, personificato nel suo titolare protagonista. Ares è vacuo, il suo arco narrativo di umanizzazione prevedibile e noioso e Jared Leto è un torsolo epocale. Senza fare paragoni fuori luogo, è un personaggio-IA ordini di grandezza meno interessante del Tron che nel 1983 ha dato il nome alla serie.
Poi, l’impianto generale attorno a questo vuoto cosmico perlopiù funziona. Sotto il punto di vista visivo il film unisce sequenze dalla spettacolarità magniloquente ma trita a momenti molto più interessanti, in cui lo spettatore viene lasciato a crogiolarsi nell’esperienza visiva della rete — primi fra tutti i titoli di testa. Anche le colonne sonore dei Nine Inch Nails sono belle ma un po’ affondate nel mix sonoro: un po’ sprecate, funzionano meglio se ascoltate come album stand-alone.
In definitiva, Tron: Ares è la più disneyana delle fantascienze, un involucro scintillante che riesce a essere più o meno d’intrattenimento attorno a un nucleo che manca di anima o pensiero.
Il cast
Jared Leto e Jodie Turner-Smith sono rispettivamente Ares e Athena, due AI belliche della Dillinger che reagiscono in modi molto diversi al mondo reale. Greta Lee è Eve Kim, giovane CEO della ENCOM determinata a cambiare il mondo, mentre Evan Peters è Julian Dillinger, suo equivalente nella rivale Dillinger Systems. Nel cast anche Jeff Bridges, che torna nell’iconico ruolo di Kevin Flynn, Gillian Anderson in quello della madre di Julian e Hasan Minaj e Arturo Castro come Ajay e Seth, colleghi e amici di Eve.
La recensione
Tron: Ares è la più disneyana delle fantascienze, un involucro scintillante che riesce a essere più o meno d’intrattenimento attorno a un nucleo che manca di anima o pensiero.
Voto:
6.5/10